Si è tenuto sabato scorso a Padula il consueto appuntamento con gli artisti ospiti di Art Center Padula, per conoscere da vicino le opere create durante il periodo di permanenza nel Vallo di Diano.

Art Center Padula è un’organizzazione nata con lo scopo di promuovere una strategia di rigenerazione dei centri storici delle aree interne attraverso l’arte. La Residenza Artistica rappresenta il fulcro di questo progetto, promuovendo un modello di valorizzazione basato sullo scambio diretto artista-luogo-abitante.

Non si tratta di un concetto legato al generico fenomeno del turismo, quanto piuttosto alla capacità di facilitare la scoperta di questi luoghi ad una selezionata comunità artistica internazionale.
“Vedere con i loro occhi e sentire con le loro orecchie ci aiuta a ritrovare la magia dei nostri paesi: ci ricorda di fermarci ogni giorno all’angolo della piazza per ammirare lo scorcio della valle, ci ricorda l’importanza di sentirsi parte di una comunità e dire “buongiorno” prendendo il caffè al bar, ci ricorda di ascoltare il suono dei campanacci e che le cicale non cantano in città, ci ricorda che un modello sociale inclusivo e aperto è possibile, se lo vogliamo, ci ricorda di avere speranza per un futuro”, spiega la presidente di Art Center Padula, Melinda Borysevicz.

Il programma prevede la selezione di un numero limitato di artisti che possano efficacemente interagire tra loro e con la comunità locale. Ogni artista ha la possibilità di soggiornare e lavorare nel centro storico di Padula, per un periodo di 3 settimane.
Alla fine di ogni sessione, il pubblico viene invitato a conoscere le loro opere, pensate e create sul posto, per condividere una serata di scambio interculturale e di convivio.

Quest’anno gli artisti ospiti sono 44 divisi in 7 sessioni da maggio a ottobre, selezionati tra oltre 300 domande di partecipazione e provenienti da 33 diversi paesi, tra cui Stati Uniti, Canada, Australia, Svizzera, Egitto, India, Barbados e Georgia.
“La duplice valenza del progetto risiede nel meccanismo di autopromozione indotto dall’arte nella rete internazionale attraverso i social media, con l’auspicio di favorire l’insediamento di una comunità stabile di artisti che, come successo in altri luoghi, possa generare nel tempo un processo di rivalutazione economica e sociale”, conclude Borysevicz.