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Allarme della Caritas: la povertà è ai massimi storici

“La povertà oggi è ai massimi storici ed è da intendersi come fenomeno strutturale del Paese”. È quanto si legge nel Report statistico Povertà 2024 di Caritas italiana appena pubblicato.

I dati forniscono una fotografia drammatica dell’Italia. Nel 2023, nei soli centri di ascolto e servizi informatizzati (3.124 in 206 diocesi), le persone incontrate e supportate sono state 269.689. “Quasi 270mila ‘volti’ assimilabili ad altrettanti nuclei”, sottolinea la Caritas.

“Rispetto al 2022 – è scritto – si è registrato un incremento del 5,4% del numero di assistiti, una crescita che si attesta su valori più contenuti rispetto a un anno fa” ma “il confronto del numero di assistiti 2019-2023 è impietoso: +40,7%”.

Numeri che al presidente di Caritas italiana, monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, fanno dire che “i poveri devono essere compito di tutti’. 

Un fattore che accomuna la gran parte degli assistiti, evidenzia ancora il Report, “è la fragilità occupazionale, che si esprime per lo più in condizioni di disoccupazione (48,1%) e di ‘lavoro povero’ (23%). Non è solo dunque la mancanza di un lavoro che spinge a chiedere aiuto: di fatto quasi un beneficiario su quattro è un lavoratore povero”.

Per quanto riguarda l’allarme povertà per le famiglie con bambini, il Report offre il dato secondo cui “un bambino su 7 della fascia 0-3 anni è povero in termini assoluti”.

A questo scenario vanno aggiunti i dati sulla crescita dei senza fissa dimora: “Nel 2023 le persone senza dimora sostenute dalla rete delle Caritas diocesane e parrocchiali sono state 34.554, corrispondenti al 19,2% dell’utenza complessiva. Il valore risulta in crescita sia in termini assoluti che percentuali: nel 2022 erano 27.877, pari al 16,9% del totale. Si contano quindi 6.677 persone senza dimora in più rispetto al 2022 e oltre 10.500 rispetto al 2021”. 

Intanto, in termini di risposte, le azioni della rete Caritas sono state numerose e diversificate. Tra gli interventi il 73,7% ha riguardato l’erogazione di beni e servizi materiali (distribuzione di viveri, accesso alle mense/empori, docce, ecc.); l’8,9% l’accoglienza, a lungo o breve termine; il 7,3% le attività di ascolto; il 5,2% il sostegno socio-assistenziale; l’1,7% interventi di ordine sanitario.

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