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Sala Consilina, la Scuola Primaria di Sant’Antonio contro la violenza di genere

Nella giornata di ieri si è osservato in tutte le scuole italiane un minuto di silenzio in memoria di Giulia Cecchettin, la ragazza ventiduenne uccisa per mano del ragazzo che diceva di amarla, un altro femminicidio che si aggiunge alla lunga e triste lista dall’ inizio di quest’anno.

La scuola primaria di S.Antonio, afferente all’ Istituto comprensivo Sala Consilina guidato dalla Dirigente Scolastica Patrizia Giovanna Pagano, ha inteso sensibilizzare sul problema della violenza di genere allestendo all’ interno del plesso una vetrina d’ impatto con l’ edizione di un vestito rosso, un cuore imprigionato da una catena, un paio di scarpette rosse e la frase Ti amo da nonmorire.

Un messaggio chiaro e forte che parte dai piccoli alunni perché tutti insieme si possa mettere in atto un auspicato cambiamento culturale che da sempre identifica la donna come un oggetto di possesso.

Inoltre, da oggi e fino al 30 novembre la scuola sarà aperta e chiunque vorrà fermarsi e lasciare un proprio messaggio sulla tematica della violenza femminile potrà farlo su un apposito “Diario di bordo” all’ ingresso del plesso. Insieme uniti contro la violenza di genere.

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Un minuto di silenzio in memoria di Giulia Cecchettin e in ricordo di tutte le donne vittime di violenza è stato deciso dal ministero dell’Istruzione e del Merito che ha inviato una circolare agli istituti. Ma in diversi istituti gli studenti si sono ribellati: “Altro che silenzio, noi non stiamo zitti e facciamo rumore”.

La circolare era arrivata due giorni fa agli studenti: “Il 25 novembre di ogni anno si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, ricorrenza istituita il 17 dicembre 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. La commemorazione di quest’anno coincide, purtroppo – si legge nella nota del Ministero- con l’ennesimo tragico femminicidio che ha scosso le coscienze di quanti hanno visto in Giulia Cecchettin una figlia, una sorella, un’amica, una studentessa impegnata. Un’altra donna vittima della cultura del dominio e della sopraffazione maschile”.

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