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Con-Tatto – Il Generale Pasquale Angelosanto, Comandante del ROS, a Padula: è l’occasione per parlare di sicurezza nel Vallo di Diano

Di Geppino Giuseppe D’Amico

La settimana scorsa il Ministero dell’Interno ha pubblicato la relazione sull’attività svolta e i risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa antimafia nel semestre luglio-dicembre 2022: 450 pagine di dati e analisi sulla situazione dell’Italia dal Piemonte alla Sicilia. Ampio rilievo è stato dato alla regione Campania.

La provincia di Salerno è connotata da una disomogeneità socio-economica che si riflette anche sulle caratteristiche strutturali e sulle dinamiche dei locali fenomeni criminali.

Accanto ad organizzazioni più strutturate, si assiste all’ascesa di nuovi gruppi emergenti dediti, prevalentemente, allo spaccio di stupefacenti e ad attività illecite più tradizionali, quali estorsioni e reati predatori ricorrendo talvolta ad azioni violente. 16 i gruppi malavitosi presenti.

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Nell’area meridionale della nostra provincia (Cilento e Vallo di Diano) non emergerebbero elementi circa la presenza di strutturate organizzazioni camorristiche autoctone.

Il contesto territoriale, per le sue connotazioni economiche e per la sua posizione geografica, si presta invece all’ingerenza di compagini mafiose provenienti dall’hinterland partenopeo, dalla provincia di Caserta o dalle confinanti regioni Calabria e Basilicata, specie per il reinvestimento di capitali illeciti.

La spiccata vocazione turistica dell’area costiera favorisce, peraltro, la diffusione dello spaccio di stupefacenti.  

Il Vallo di Diano (di fatto zona cerniera tra Campania, Basilicata e Calabria) si conferma area di interesse per le consorterie mafiose originarie delle province settentrionali della Campania e delle regioni Basilicata e Calabria, in ragione della peculiare collocazione geografica come documentato, in particolare, dall’indagine “Oro nero”, coordinata dalle Direzioni Distrettuali Antimafia di Potenza e di Lecce e conclusa, il 12 aprile 2021 dai Carabinieri e dalla Guardia di finanza, mettendo in luce i rapporti esistenti nella gestione del contrabbando di carburanti tra gli esponenti della malavita locale e quelli del clan dei Casalesi.

Sia nell’area lagonegrese che nel Vallo di Diano, in assenza di strutture autoctone di criminalità organizzata, rischiano possibili infiltrazioni dei sodalizi mafiosi attivi nei vicini territori campani e calabresi.

Dalla lettura della relazione trovano conferma i pericoli di infiltrazioni malavitose già evidenziati nelle precedenti relazioni e questo giustifica la richiesta del ripristino del tribunale di Sala Consilina chiuso nel 2013 e della casa circondariale chiusa nel 2016. Giustifica, altresì, l’auspicio di un potenziamento delle forze dell’ordine che, pur essendo sottorganico, lavorano duramente per individuare e reprimere i reati. Si avverte, forte, una esigenza di legalità.

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In quest’ottica acquista notevole rilievo l’iniziativa di Vallopiù che insieme con la Città di Padula e con la Fondazione Monte Pruno ha organizzato una importante e significativa mattinata di impegno dedicata alla diffusione della cultura e della pratica della legalità contro tutte le mafie.

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L’evento si svolgerà nella Certosa di Padula, lunedì 25 settembre, dalle ore 10,30 e avrà come momento centrale l’incontro intervista con il Generale di Corpo d’Armata Pasquale Angelosanto, Comandante del Ros dei Carabinieri, una delle personalità di maggior rilievo a livello nazionale e internazionale nel contrasto della criminalità organizzata.

Per raccontare chi è il Generale Angelosanto è sufficiente ricordare l’ultimo importante risultato ottenuto con l’arresto del superlatitante della mafia Matteo Messina Denaro.

Non va dimenticato che nel 1992 riuscì a scovare ed arrestare un altro superlatitante: il numero 1 della camorra Carmine Alfieri.  C’era la sua mano dietro le indagini sul terrorismo e sull’eversione che aveva portato agli omicidi dei giuslavoristi Massimo d’Antona e Marco Biagi, uccisi dalle Brigate Rosse.

Un’altra importante indagine ha riguardato la mafia dei Nebrodi che si riempiva le tasche con milioni di euro grazie a truffe all’Unione Europea e l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea).

Il generale è stato anche comandante del Racis (Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche) le cui indagini hanno consentito di assicurare alla giustizia l’omicida di Yara Gambirasio.

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Il generale Angelosanto sarà intervistato dal giornalista Angelo Raffaele Marmo, condirettore del Quotidiano Nazionale.

Il programma prevede anche gli interventi del sindaco di Padula, Michela Cimino, del Presidente della Fondazione Monte Pruno, Michele Albanese, del Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro, mons. Antonio De Luca, e del consigliere regionale Corrado Matera, primo firmatario della legge regionale tendente ad ottenere dal Parlamento la riapertura del Tribunale di Sala Consilina.

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