I lavori per la realizzazione della linea ferroviaria dell’Alta Velocità del tratto Battipaglia–Romagnano, finanziati con fondi PNRR e appaltati due anni fa, possono proseguire. Lo ha deciso il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, che ha respinto il ricorso presentato dal Comune di Eboli contro il Ministero della Transizione Ecologica, il Ministero della Cultura e Rete Ferroviaria Italiana (Rfi). La tratta in questione, lunga circa 35 chilometri, attraversa il territorio salernitano, compreso il Comune di Eboli, che nel ricorso presentato ai giudici amministrativi aveva eccepito una serie di carenze, con particolare riferimento alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e alla successiva approvazione del progetto di fattibilità tecnico-economica.
Altra violazione lamentata riguardava il principio europeo “Dnsh”, in base al quale i lavori non dovrebbero arrecare danno significativo all’ambiente. Il TAR ha tuttavia smontato queste tesi, evidenziando che per le opere strategiche previste e finanziate dal PNRR il legislatore ha introdotto un regime speciale che concentra la tutela ambientale nella fase di VIA sul singolo progetto, escludendo la necessità di una pianificazione a monte sottoposta a VAS. I giudici hanno inoltre ritenuto legittimo l’operato della Commissione tecnica PNRR–Pniec, l’organismo istituito per gestire le procedure di valutazione di impatto ambientale per i progetti di competenza statale, che ha valutato il progetto in linea con gli obiettivi climatici europei, definendo le contestazioni del Comune “generiche” e basate su premesse opinabili rispetto a un’istruttoria approfondita. Altro punto importante della decisione del TAR riguarda il tracciato alternativo proposto dal Comune di Eboli, che riteneva l’alternativa della linea tirrenica più vantaggiosa e, soprattutto, meno impattante.
La sentenza del TAR ha chiarito anche le ragioni tecniche che hanno indotto i tecnici di Rfi a scartare l’ipotesi tirrenica e a preferire la linea interna. In base a quanto emerso dal dibattito pubblico, per i giudici l’adeguamento della linea esistente avrebbe comportato la chiusura totale della ferrovia per circa tre anni e mezzo, con una durata complessiva dei lavori stimata in 17 anni. Invece, il corridoio interno, che costeggia il tratto autostradale, è stato giudicato più idoneo a garantire una maggiore coesione territoriale, riducendo i tempi di percorrenza anche verso Potenza e la fascia ionica.
Unica consolazione per il Comune ricorrente riguarda le spese processuali, che i giudici – in virtù della complessità della materia esaminata – hanno deciso di compensare tra le parti.


