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Con-Tatto (VIDEO) – Regionali, iniziata una campagna elettorale molto particolare. E i candidati del Vallo di Diano diventano 8

Fuori i secondi. Dopo il suono del gong, sabato a mezzogiorno, la parola passa ai candidati – Presidenti e Consiglieri. Da giornalista ho seguito numerose campagne elettorali, dalle comunali alle provinciali, dalle regionali alle nazionali, ma è difficile ricordarne una come quella che si sta portando avanti in Campania per le Regionali del 23 e 24 novembre prossimi. Una tornata elettorale in cui, almeno finora, un ruolo di primo piano lo hanno giocato campagna acquisti e cambi di casacca sul filo di lana. Il tutto nel segno di Plinio il Giovane, vissuto tra il I e il II secolo dopo Cristo.

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In base alla popolazione residente i seggi saranno così distribuiti: Napoli avrà 27 consiglieri; Salerno 9, Caserta 8, Avellino 4 e Benevento 2.

Con la presentazione delle liste abbiamo l’elenco definitivo dei candidati. Per la presidenza sono sei: Edmondo Cirielli per il Centrodestra; Roberto Fico per il Campo Largo (entrambi sostenuti da otto liste); quindi Stefano Bandecchi (Lista Dimensione Bandecchi); Carlo Arnese (Forza del Popolo); Nicola Campanile (PER) e Giuliano Granato (Campania Popolare).
Nella nostra provincia, dei nove consiglieri uscenti solo Nino Savastano ha deciso di passare la mano: tutti in pista gli altri otto.

Per quanto riguarda il Vallo di Diano, sette giorni fa i candidati consiglieri che avevano anticipato la loro presenza erano sette: gli uscenti Corrado Matera, nella lista del PD, e Tommaso Pellegrino, entrato nella Casa Riformista; quindi le new entry Giovanni Guzzo, vicepresidente della Provincia, candidato PD; Maria Antonia Pessolano, coordinatrice del Polo Vallo di Diano dell’Università telematica Pegaso, candidata con Avanti Campania; Federica Mignoli, consigliera comunale di Polla con la Lega Salvini; il commerciante Giuseppe Morrone di Buonabitacolo nella lista del Movimento 5 Stelle; l’avvocato di Sala Consilina Francesco Di Paola, noto per il suo impegno nel campo dei diritti civili, nella lista Fico Presidente.
Sabato i candidati del Vallo di Diano sono diventati otto: ai “magnifici sette” annunciati la settimana scorsa va aggiunta l’assessora di Teggiano, Marisa Federico, candidata nella lista Cirielli Presidente.

Detto dei candidati e delle candidate di casa nostra, torniamo al tema annunciato: la campagna acquisti e i cambi di casacca registrati nell’ultimo periodo. Partendo da una premessa: le elezioni si svolgono ogni cinque anni per consentire agli elettori di scegliere i propri rappresentanti giudicando, con il voto, il comportamento e i risultati ottenuti dagli amministratori locali o dai politici uscenti. Quindi, chiamati a dare un giudizio, è legittimo che gli elettori possano cambiare idea rispetto alle elezioni precedenti. E questo vale anche per i candidati, uscenti o aspiranti, che però dovrebbero spiegarne i motivi in modo chiaro agli elettori.

Questo non sempre avviene e ci si nasconde dietro un generico “Non sono stati raggiunti i risultati sperati per cui ho deciso di cambiare”. In realtà, spesso le motivazioni sono altre: il più delle volte si cambia schieramento a seguito di una vera e propria campagna acquisti. Sappiamo di un consigliere regionale uscente che si sarebbe rivolto a un esponente dell’altro schieramento per chiedere se ci fosse ancora un posto nella lista. C’è poi chi cambia perché ha ricevuto un’offerta migliore: parafrasando il titolo di una bella canzone di Ornella Vanoni, potremmo dire: “Io ti darò di più”. E c’è anche chi spiega il trasferimento con un poco nobile “Ho cambiato perché dove stavo prima non c’era spazio!”.

Stando alle cronache, le maggiori perdite le ha subite il Centrosinistra, al punto che il leader regionale di Forza Italia, Fulvio Martusciello, di fronte alle numerose richieste di candidatura pervenute da esponenti dell’altro schieramento (principalmente dalla provincia di Caserta), ha affermato: “Fra poco dovremo mettere i cancelli per evitare nuovi ingressi di altri consiglieri, per cui sono fiducioso sull’esito delle elezioni”.

Non la pensano così nel campo avversario: un deputato Dem ci ha tenuto a precisare che “si tratta di consiglieri che spostano circa centomila voti, pochi per ribaltare un risultato positivo”. Risultato positivo che in casa Pd viene ritenuto più che possibile.

In questa campagna elettorale non mancano coloro i quali, a seguito del cambio di campo, pur non candidandosi, si sono visti riconoscere un nuovo ruolo nel partito in cui sono approdati. Il caso più clamoroso riguarda il parlamentare Pino Bicchielli, eletto con Noi Moderati e da poco passato in Forza Italia, rimanendo quindi nel Centrodestra, e l’ex assessore regionale Nicola Caputo, che solo il 4 ottobre scorso ha lasciato la giunta De Luca (di Centrosinistra) per aderire a Forza Italia: pochi giorni fa Martusciello li ha entrambi promossi sul campo, nominandoli vice segretari regionali di Forza Italia.

E questo ci riporta a una battuta che era solito ripetere un esponente della Prima Repubblica, il quale così spiegava la differenza tra l’industria e un partito politico: “L’industria riconosce ai dipendenti il Trattamento di fine rapporto dopo 30 o 40 anni di lavoro; un partito politico offre a chi arriva la buona entrata”. Sia ben chiaro: ognuno è libero di cambiare idea. È così da sempre! Nel I secolo dopo Cristo Plinio il Giovane, scrittore e magistrato particolarmente autorevole, sosteneva che “i voti si contano, non si pesano; né può farsi diversamente in una pubblica assemblea, dove nulla è tanto ineguale che l’eguaglianza stessa”. In passato sarà stato pure così, ma oggi qualcosa è cambiato: dopo le elezioni i voti si contano e si pesano pure, specialmente al momento di distribuire i nuovi incarichi. Chi vince esulta; chi resta appiedato cerca di capire cosa non ha funzionato. Probabilmente, ricordando un’antica commedia scritta da Giuseppe Giacosa nel 1870 dal titolo “Chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia ma non sa quel che trova”, si chiederà pure: “Forse avrei fatto meglio a restare dov’ero!”. Non ci resta che attendere: lo sapremo fra un mese.

Intanto, auguri a tutti i candidati. E, perché no?, anche agli elettori e pure ai giornalisti, attesi da un compito non facile.

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