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Le note e l’anima di Aldo D’Angiò in Pianosolo nel cuore storico di Casalbuono

di Antonia Marmo

C’è una piazza, nel centro storico di Casalbuono, che in realtà è una strada speciale: si direbbe una strada senza uscita, perché chiusa e contornata da una serie di case, se non fosse che per questa sua caratteristica è sempre stata una sorta di teatro a cielo aperto, capace di riunire le strade minori che vi confluiscono, ma soprattutto le vite degli abitanti e non solo di quelli: un luogo popolare molteplice, percepito e usato come una prosecuzione delle case all’aperto, una stanza collettiva magica, animata da storie, relazioni, attività, conosciuto e chiamato da tutti come “Il Casale”.

Ed è in questo teatro popolare spontaneo, dove da bambino e da ragazzo ha trascorso molto tempo, che l’altra sera, a pochi metri dalla antica casa dei nonni, è tornato a risuonare, con la sua anima e le sue note, Aldo D’Angiò con un concerto in piano solo, voluto e promosso dall’amministrazione comunale nell’ambito del programma del Ferragosto.

Aldo D'Angiò a Casalbuono
Aldo D’Angiò a Casalbuono

Conosco Aldo da sempre, due famiglie, le nostre, che hanno condiviso interessi, lavoro, momenti di vita, un’amicizia piena e vera…  Ricordo quando già da piccolo suonava e poi da allora non si è più fermato, una passione coltivata e nutrita fino a diventare la sua vita e la sua arte condivisa oggi con tutti. Non è banale questo suo percorso, pensavo mentre lo ascoltavo, non è banale soprattutto ricordarne il senso alle nuove generazioni, abituate all’immediatezza e alla velocità: per arrivare ad esprimersi e ad emozionarci così, con tale potenza, chissà quante ore, quanto studio, quanti incontri, quanta ricerca, sicuramente anche in altri ambiti, e poi, eccolo qua, il miracolo della bellezza assoluta della musica portato sul palco in una notte d’estate, in mezzo ad una contrada così ricca di memoria condivisa, a partire dai propri ricordi!

Ascoltare Aldo è ogni volta uguale e nuovo: uguale per l’intensità e l’unicità della interpretazione riconoscibile nella sua cifra di originalità, nuovo per come sa essere l’arte quando si esprime dal vivo, in contesti differenti, accogliendo e distribuendo le energie del momento. Da solo sulla scena, con un pianoforte a coda di grande valore, portato qui per l’occasione, sul quale hanno suonato altri grandi interpreti, davanti ad un pubblico caloroso e attento, Aldo ci ha condotti lontano e alle origini, tracciando un viaggio sentimentale di musica ma anche di parole, alternando pensieri intimi, raccontati come si racconta qualcosa ad un amico, a brani scelti per intessere un dialogo evocativo con ciascuno di noi: da Terra mia e Chi tene o’ Mare dell’amato Pino Daniele, a Imagine di John Lennon, da Oblivion di Astor Piazzolla a Il mio canto di Lucio Battisti, fino ad Avrai di Claudio Baglioni e Guido Piano di Fabio Concato e ancora a Cu’ mme di Enzo Gragnaniello, solo per citarne alcuni, ciascuno introdotto da una propria riflessione per portarci ad allargare lo sguardo all’umanità o a guidarlo in profondità in noi stessi.

Aldo d'Angiò a Casalbuono
Aldo d’Angiò a Casalbuono

Ogni nota è una storia che si rinnova. Nel reinterpretare brani celebri, il pianoforte diventa voce e respiro, trasformando melodie conosciute in emozioni nuove. Le mani scorrono sui tasti come se stessero riscrivendo la musica, svelandone sfumature segrete: un accento diverso, un tempo sospeso, un crescendo inatteso. L’ascoltatore ritrova le armonie amate, ma le percepisce come se le stesse ascoltando per la prima volta. È un viaggio tra memoria e scoperta, in cui la forza della composizione originale incontra la sensibilità unica dell’interprete. Così un classico immortale torna a vibrare, vivo e presente, nel momento irripetibile dell’esecuzione.

Mi ha molto colpito ed emozionato, in particolare, quando ha ricordato quei momenti in cui faceva ritorno da Roma con il padre che, all’ingresso del paese, iniziava a fischiettare un motivo inventato sul momento, a significare che si arrivava a casa, che voleva dire calma, calore, famiglia, ma anche leggerezza… e da qui è partita la musica che ha avuto tutto un altro sapore, un senso completamente nuovo. Perché, alla fine, l’arte è proprio questo: qualcosa di semplice che nel momento in cui si esprime ci smuove e ci commuove, lasciandoci un’immagine viva che resta con noi per sempre.

Grazie Aldo!

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