Di Geppino D’Amico
Presentato a Polla nel giardino della Biblioteca Comunale “Prof. Vincenzo Curcio”, per iniziativa dell’Associazione Voltapagina, nell’ambito della Rassegna “Incontri in Biblioteca 2025” il romanzo di Giorgia Lepore “Forse è così che si diventa uomini”, Edito da Edizioni e/o. E’ l’ultimo capitolo, almeno per ora, della serie che ha per protagonista l’ispettore Gerri Esposito, personaggio portato su Rai Uno dal regista di Sala Consilina Giuseppe Bonito con la partecipazione della giovane attrice Cristina Cappelli, pure di Sala Consilina. Una curiosità: i due si sono conosciuti durante i provini disposti dal regista per la scelta degli attori.
Giorgia Lepore è archeologa e storica dell’arte; vive a Martina Franca e insegna Storia dell’Arte al Liceo da Vinci di Fasano. Ha pubblicato L’abitudine al sangue (Fazi 2009) e, per le Edizioni e/o, I figli sono pezzi di cuore, Angelo che sei il mio custode e Il compimento è la pioggia dai quali è tratta la serie tv Gerri prodotta da Cattleya in collaborazione con Rai Fiction e Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo. Per i suoi libri Giorgia Lepore ha ottenuto importanti riconoscimenti. Forse è così che si diventa uomini è il suo ultimo romanzo.

“Gerri -ha affermato Giorgia Lepore- è nato probabilmente da alcune suggestioni che ho vissuto quando lavoravo sui cantieri dell’alta velocità, a Roma. Come archeologa seguivo quei lavori, a ridosso dei campi Rom: ricordo che i ragazzini si fermavano sul cantiere quando rientravano da scuola, passavano da noi, chiacchieravano. Sono rimasta affascinata da loro e forse è stato lì che è nato l’ispettore Esposito.Il lavoro archeologico ti mette nella condizione di “sentire” il territorio, io ho passato settimane intere a vagare in mezzo alle campagne per fare ricognizioni”.

Nella nuova indagine di Gerri Esposito tutto si snoda in pochi giorni, scanditi da precisi transiti astrologici che fanno da sfondo agli avvenimenti, in cui passato e presente si sovrappongono. E di nuovo, come in una sorta di ciclo karmico mai concluso, l’indagine incrocia le strade di ragazzi, poco più che bambini, che cercano di salvarsi come possono in un mondo che non li accoglie ed è troppo duro per loro.

In una chiesa rupestre nella periferia di Bari viene scoperto un cadavere. Maschio, mezza età, in posizione supina di fronte all’abside, vestito di tutto punto. Sul corpo, un serpente, anch’esso morto. La terza sezione della squadra mobile di Bari arriva per i rilievi di rito. Manca qualcuno: l’ispettore Gerri Esposito ha preso due giorni di permesso, caso più unico che raro, per svolgere una missione personale e importante. Al suo rientro, Gerri trova l’ufficio in fibrillazione. L’identità della vittima è sconosciuta e le indagini brancolano nel buio. Vengono identificati altri frequentatori del sito: una giovane coppia di adolescenti che per qualche motivo non vuole collaborare; un uomo misterioso che pare uscito da un altro tempo, dagli affreschi della chiesa, e che non parla e non scrive; una ragazzina che ha perso un libro su cui ci sono i suoi disegni e i versi di una canzone in una lingua sconosciuta. Lingua che accende però una lampadina nella mente di Gerri Esposito, grazie all’intervento della mammana Angela, ormai diventata per lui un punto di riferimento fondamentale, che compare a tratti come una dea ex machina, a metterlo sulla strada giusta. Nel frattempo Gerri deve fare i conti con il proprio passato, che continua a tornare e a scardinare i cassetti blindati in cui lui cerca disperatamente di confinarlo.

A Polla, dopo l’intervento introduttivo del Presidente del Consiglio Comunale, Giovanni Corleto, ad intervistare l’Autrice è stata Valentina Risi. Prima di illustrare il romanzo l’Autrice ha ricordato i suoi inizi da scrittrice ricordando come il suo primo noir, L’abitudine al sangue, ambientato a Bisanzio, sia nato a seguito di una “ribellione” mentre stava scrivendo un articolo sull’archeologia. Poi è passata dal romanzo storico al noi ed è arrivato Gerri “le cui indagini sono ambientate a Bari Vecchia, dove avevo lavorato come archeologa. Una location straordinaria che però non è stata ritenuta opportuna per le riprese televisive dagli sceneggiatori e dal regista Bonito che dopo una lunga ricerca nel territorio pugliese hanno trasferito l’ambientazione a Trani. All’inizio ho espresso la mia contrarietà ma poi ho dovuto ammettere l’opportunità della scelta e sono particolarmente grato al regista Bonito”. Alla domanda se a seguito del nuovo romanzo Gerri avrà una nuova stagione Giorgia Lepore ha risposta con un sorriso: “Chiedilo a Bonito” anche perché in questo momento alla Rai è tutto fermo non solo per Gerri che, intanto, dopo il clamoroso successo ottenuto su Rai 1è già disponibile su Netflix ed è pronto ad approdare in tutto il mondo in tutto il mondo, dall’Inghilterra agli Stati Uniti, dalla Spagna all’America Latina.
A Polla l’Autrice ha incontrato i genitori di Cristina Cappelli con i quali si è intrattenuta in un cordiale colloquio.