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Vallo di Diano escluso dalla programmazione Scabec: l’appello dei socialisti Tierno e D’Elia contro l’ennesima dimenticanza

Giuseppe Tierno

Un territorio ricco di storia, cultura e bellezza, ma troppo spesso relegato ai margini della programmazione regionale. Con l’annuncio della rassegna estiva 2025 “Campania: un’estate di cultura, arte e territori”, promossa dalla Scabec – la società regionale per la valorizzazione dei beni culturali – torna d’attualità una vecchia ferita: l’esclusione del Vallo di Diano dal grande racconto culturale della Campania. Una mancanza che non può più passare sotto silenzio.

Conantonio D’Elia

A denunciare con forza questa ennesima assenza sono due consiglieri comunali socialisti, Giuseppe Tierno (Padula) e Conantonio D’Elia (Teggiano), che con una lettera-appello – pubblicata integralmente di seguito – chiamano in causa la Regione, la Scabec e i rappresentanti politici del territorio. Il messaggio è chiaro: il Vallo di Diano non può più essere figlio di un Dio minore. Serve rispetto, attenzione, investimenti. Serve, soprattutto, la volontà di valorizzare ciò che da secoli fa di questo comprensorio uno scrigno di cultura e partecipazione civica.

Lettera dei firmatari

Il VALLO DI DIANO

Figlio di un Dio minore?

La Scabec – Società Campana beni culturali S.p.A., partecipata interamente dalla Regione Campania, ha reso pubblico la sua programmazione estiva 2025, come si evince da un cartellone denominato: “Campania: un’estate di cultura, arte e territori”.

È un calendario fitto di eventi, che non prevedono singole iniziative, ma punta, invece, a prevedere in più giornate lo svolgimento di temi conoscitivi delle realtà campane in cui sono presenti siti culturali di prestigio o che hanno peculiari evidenze di tradizioni, di usi e costumi. Si va, ad es., dalla Reggia di Caserta al Parco di Pompei, da Ercolano a Benevento, da Velia e il Parco Archeologico di Paestum al Real Belvedere di San Leucio, per giungere a vari Premi, Rassegne musicali di Jazz, ethnos, e sound e di musica anni vintage, feste tradizionali come Piedigrotta, o promozione di prodotti tipici locali e mostre fotografiche. Insomma, una mescolanza di meritorie iniziative che cercano di mettere in evidenza e di promuovere realtà turistiche del nostro territorio campano.

È in questa kermesse che era previsto il concerto di Valery Gergiev, poi annullato per le polemiche sorte in ragione della vicinanza del Direttore d’orchestra alle idee di Putin.

È quella della Scabec, pertanto, una azione utile, fattiva, mirata alla crescita culturale del territorio campano, con iniziative di indubbio pregio, e che pongono (ad ogni modo) la Campania alla ribalta della vita culturale del i Paese.

E non è un mistero se anche il Vallo di Diano “ha assimilato” in passato da Scabec risorse per realizzare e promuovere il proprio apparto culturale, dato che – checché se ne dica – sicuramente non sfigura nel panorama proposto dalla società della Regione Campania.

Ebbene, ancora una volta, il Vallo di Diano, è DIMENTICATO.

In questo cartellone di eventi non è presente neanche una delle tante iniziative culturali vallive.

Duole constatare che l’impegno di Associazioni, Amministrazioni, Pro Loco, da anni presenti e fattivi con eccezionali evidenze culturali, storiche, paesaggistiche e naturali, è escluso da questa programmazione.

NON E’ LA PRIMA VOLTA CHE ACCADE

I consiglieri regionale del territorio sono a conoscenza di ciò, sono intervenuti negli anni addietro per chiedere spiegazioni e correzioni di rotta.

I vertici di Scabec conoscono che nel Vallo di Diano esiste la Certosa di Padula, la più grande Certosa del Sud Italia, le cui bellezze architettoniche fanno scuola nella storia dell’arte mondiale, e le cui bellezze artistiche per la maggior parte, invece, fanno bella mostra di sé a Parigi al museo del Louvre, “prelevate” al tempo della dominazione napoleonica.

Sanno della presenza del borgo medievale di Teggiano, in passato attenzionato con la produzione di quello unico scenario rappresentato dall’Assalto al Castello nell’ambito della manifestazione “Alla Tavola della Principessa Costanza”.

Saranno pur a conoscenza delle molteplici iniziative di carattere storico-rievocative che si stagliano da Padula a Sala Consilina e a Sant’Arsenio.

Dovrebbero sapere del grande fermento culturale che pervade il Vallo di Diano da quando i protagonisti di “Scena Teatro” hanno piantato base nel Castello Macchiaroli di Teggiano con produzioni di altissimo profilo culturale, che ha visto la messa in scena di rappresentazioni teatrali che vanno da D’Annunzio alle tragedie greche e romane.

Avrebbero modo di fruire del patrimonio etnico-culturale che le molteplici manifestazioni di promozione agro-alimentare sono in grado di promuovere e preservare dall’oblio del procedere dei tempi (giusto per citarne una, “La notte dei Mulini” di San Pietro al Tanagro).

Per tacer del patrimonio museale, storico, archeologico, artistico, religioso e civico presente in quasi tutti i paesi del comprensorio vallivo.

Tutto ciò quantomeno al fine, quantomeno, di prendere atto dell’alacre azione del volontariato civico che permette la realizzazione a costi sostenibili di tutte queste iniziative che chiudono quasi nella sua interezza il cerchio della scena culturale contemporanea.

Il sentore è che il patrimonio culturale vallivo sia oggetto di attenzione solo quando vi sia da porre in ballo gli strumenti per il controllo dall’alto di quella fervida base operativa rappresentata dal volontariato civico, effettiva forza di realizzazione delle molteplici iniziative culturali del Vallo di Diano.

Il sentore, ancora, è che il patrimonio culturale vallivo sia oggetto di attenzione solo quando vi sia da trovare qualcosa che non va: vedi, ad esempio, la famigerata scala della Certosa di Padula.

Articoli di stampa, interrogazioni varie, che sembrano piuttosto soddisfare l’effimera sete di protagonismo di persone intente ad indicare la luna, ma solo per rimirarsi il dito.

E sì che una scala di uguale tipologia costruttiva, generatrice a Padula di portentosi lamenti di prefiche, fa mostra di sé nella Certosa di Capri, e nessuno, ambientalista, paesaggista o politico regionale chiede al governo la rimozione: come al solito due pesi e due misure.

I sottoscritti, Giuseppe Tierno e Conantonio D’Elia, consiglieri socialisti dei Comuni di Padula e Teggiano, rappresentano lo sdegno territoriale degli addetti ai lavori, e come gruppo socialista territoriale da sempre sensibili ed attenti a quei territori lontani e quasi dimenticati che oggi sono semplicemente definiti “ZONE INTERNE”, propongono alla Scabec la collaborazione del locale PSI affinché si ponga immediatamente rimedio a questa “ripetuta dimenticanza”, chiedendo a Scabec di attenzionare le non poche ed importanti iniziative culturali vallive con la sua efficace, competente e importante comunicazione.

Non vogliamo chiacchiere, vogliamo fatti e azioni: Scabec tenga presente che il Vallo di Diano esiste, e ha cultura e tradizioni da offrire, partecipare, condividere.

La SCABEC, Società partecipata della Regione Campania a totale capitale pubblico, non può aver abbandonato questo territorio, che primariamente dovrebbe essere attenzionato dal personale politico, premiato nella ultima tornata elettorale, e che invece si ritrova ad essere indifeso, abbandonato, oltraggiato e denigrato da chi dovrebbe difenderlo e valorizzarlo.

Come rappresentanti Socialisti eleviamo la nostra protesta, nella certezza che il nostro appello produrrà una rinnovata attenzione per il nostro territorio del Vallo di Diano, per la sua millenaria cultura, per la capacità organizzativa e operativa dei propri volontari cittadini, per l’amore che sappiamo esprimere per le nostre terre, per la volontà di condivisione di queste bellezze che ci pervade.

Giuseppe Tierno e Conantonio D’Elia

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1 comment

  1. Ci hanno cancellati per colpa della maggior parte fei sindaci che abbiamo, i quali sono tutti analfabeti e semplici mentali. Purtroppo chi li ha votati ora deve prenderlo a quel posto. Sono felice!!!!!!

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