di Elia Rinaldi
Torna a Padula Calamo – scrivere il futuro, il festival culturale ideato dall’associazione Calamo APS, giunto alla sua seconda edizione. L’appuntamento è per venerdì 11 luglio nel giardino storico di Palazzo Pinto, nel cuore del centro storico del paese.

Tema scelto per quest’anno: Dove abitano le storie? Parole tra memoria e futuro. Un titolo che richiama la vocazione del festival: riflettere sul potere della parola come strumento di connessione, educazione e cambiamento.

L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Padula e sostenuta da numerose realtà locali, è organizzata da un gruppo di volontari, giovani professionisti e appassionati del territorio, già attivi da anni nel campo della promozione culturale. L’obiettivo è chiaro: offrire uno spazio stabile di confronto e pensiero, capace di valorizzare i luoghi e stimolare nuove visioni.
La serata si aprirà alle 19:30 con un aperitivo e l’esibizione all’arpa del Maestro Giuseppe Romano. Musicista e docente originario della zona, Romano proporrà un repertorio che accompagna il pubblico in un ascolto più raccolto e attento.
A seguire, l’intervento di Gaspare Setaro, giovane autore e rapper che ha scelto la scrittura come forma di espressione personale e civile. Dopo la pubblicazione del suo primo libro, Setaro porta sul palco la propria esperienza artistica con l’open act “34933”.

Il momento centrale dell’evento sarà il talk tra Giuseppe Jepis Rivello, autore e documentarista cilentano, e Alessio Mariani, in arte Murubutu, insegnante, scrittore e musicista noto per aver coniugato rap, filosofia e narrazione. Insieme si confronteranno sull’evoluzione del linguaggio, sul ruolo educativo della parola e sulla funzione sociale della narrazione. Il dialogo, della durata di un’ora, sarà seguito da un breve spazio di domande dal pubblico.
Il festival si propone come un’occasione stabile nel panorama culturale del Vallo di Diano, con una struttura che alterna talk, performance musicali e momenti di scambio informale. L’idea alla base è far dialogare voci e competenze diverse, offrendo occasioni concrete di riflessione, soprattutto nei contesti periferici.
Calamo non nasce come evento isolato ma come progetto continuativo, volto a creare connessioni tra cultura e territorio. In un’area ricca di storia e patrimonio artistico, l’intento è attivare processi di crescita condivisa, attraverso il coinvolgimento di ospiti, professionisti e cittadini. Il giardino di Palazzo Pinto, con la sua struttura a terrazzamenti e il suo valore storico, diventa così lo spazio ideale per accogliere un festival che guarda al futuro partendo dal valore delle storie.