di Elia Rinaldi

Durante gli scavi condotti sull’acropoli dell’antica città di Velia, nel cuore del Parco Archeologico del Cilento, riemerge un reperto che aggiunge un nuovo tassello alla storia millenaria di questo luogo: un vaso a figure rosse, sul cui fondo è incisa la parola “IRE”, termine greco che può essere tradotto come “sacro”.

Il ritrovamento si inserisce in un contesto di eccezionale rilevanza archeologica, quello del primo edificio sacro della polis di Elea-Velia, recentemente portato alla luce. All’interno della struttura, gli archeologi hanno rinvenuto numerose iscrizioni, oltre a oggetti rituali che spaziano da vasi a elementi di armamento come armi e armature, tutti verosimilmente offerti in dono alle divinità.

Questo nuovo vaso, con la sua iscrizione graffita, rappresenta un’ulteriore conferma della funzione sacrale dell’edificio. Non si tratta solo di un reperto artistico, ma di una testimonianza concreta della spiritualità e dei culti praticati nella Velia arcaica. Ogni frammento ritrovato racconta una storia di devozione, di riti antichi e di una comunità che riconosceva nella religione un punto centrale della propria identità.