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Polla, torna dopo il restauro nella Chiesa dei Cappuccini la tela del Pietrafesa dedicata alla Madonna di Costantinopoli

Di Geppino D’Amico

Dopo un lungo lavoro di restauro venerdì 9 maggio (ore 18,30) torna ufficialmente nella Chiesa dell’ex Convento dei Cappuccini a Polla il Polittico di Giovanni De Gregorio, detto il Pietrafesa, dedicato alla “Madonna di Costantinopoli”. Dopo gli interventi programmati (V. locandina allegata) la tela sarà benedetta dal Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro, Padre Antonio De Luca. La tela, collocata sull’Altare Maggiore, dedicata alla Madonna di Costantinopoli con ai lati Santa Barbara e Caterina d’Alessandria, sormontata da una lunetta, pure su tela, in cui è raffigurato l’Eterno, fu dipinta probabilmente nel 1610. L’anno seguente, il 1611, apponendo questa volta data e firma, Pietrafesanus pingebat, l’artista, all’apice della sua fortuna, creò una sorta di polittico, sempre su tela, ritraendo su due ante San Francesco e San Leonardo e scene di Santi francescani.

In altro dipinse una terza tela, posta di traverso a guisa d’architrave sulle ante, con al centro il monogramma IHS e ai lati due riquadri con scene di santità. Giovanni De Gregorio, detto il Pietrafesa dal toponimo del comune in cui era nato intorno al 1580, (oggi Satriano di Lucania) è considerato il pittore lucano, ma di scuola napoletana, più rappresentativo del Seicento insieme a Pietro Antonio Ferro e Giovanni Donato Oppido. Dal 1595, quindicenne, il Pietrafesanus frequenta la bottega di Fabrizio Santafede a Napoli rimanendovi per sei anni. Dopo un periodo influenzato dalla pittura fiamminga, ben presto mette in luce  in luce le caratteristiche della propria personalità. Nel 1620 termina la sua opera più complessa, “La Vergine consegna la pianeta a S. Idelfonso”, nel comune di Abriola, in cui mostra di aver assimilato la lezione della pittura emiliana ed in particolare di Francesco Mazzola, detto il Parmigianino (1503-1540) e dei Carracci. 

L’opera “L’incoronazione della Vergine” (Anzi) mostra una maggiore raffinatezza del tratto ed una ricerca cromatica con finalità divulgative. La bibliografia settecentesca lo ricorda quale pittore di “raro pennello che non ha simile nel Regno”. Il Pietrafesanus è ben presente anche nel Vallo di Diano e nei comuni degli Alburni. A Sala Consilina per la Chiesa di Santo Stefano dipinse, nel 1610, la “Madonna della Consolazione con i Santi Agostino, Stefano, Maria Maddalena e Monica” e nel 1615 la “Madonna delle Grazie e i Santi Onofrio e Carlo Borromeo”.

Tra le altre opere del pittore lucano si segnalano “L’Eterno Padre” a Sicignano degli Alburni, “L’Immacolata” a Castelcivita e un Politico a Piaggine. Situato in posizione elevata e dominante l’abitato, il Convento dei Cappuccini fu costruito nel XVI secolo sul luogo del più antico Ospedale di Santa Maria di Costantinopoli. Nella prima metà del Seicento visse nel Convento Padre Damasceno da Lacedonia, ancora oggi ricordato a Polla per i diversi miracoli a lui attribuiti. Padre Damasceno era nato a Lacedonia, nel 1567, da una nobile famiglia. Compì gli studi giuridici a Napoli, dove si laureò.  Dotato di un’intelligenza non comune e di una volontà ferma aveva una particolare devozione per la Madonna. I genitori volevano farne un magistrato, invece, il giovane preferì alla toga l’umile saio, sfidando la tenace opposizione paterna. 

La chiesa dei Cappuccini

Il 21 giugno 1587 a Potenza indossò le serafiche lane scegliendo il nome di “Fra Damasceno da Lacedonia”. Nel giugno dell’anno seguente pronunziò i voti solenni; quindi fu ordinato Sacerdote e Predicatore.  Nel 1613 fu Guardiano del convento di Senise, poi di quelli di Picerno, Sicignano e Polla dove morì il 14 ottobre del 1643, all’età di 76 anni. La salma, esposta in Chiesa; fu rivestita più volte perché l’abito veniva tagliuzzato dai fedeli, i quali si portavano a casa quei pezzetti, quali sacre reliquie. Si aprì il processo di beatificazione al termine del quale Padre Damasceno fu proclamato Servo di Dio.

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Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
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