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Montesano sulla Marcellana aderisce al “Percorso Niliano”

Montesano sulla Marcellana, nello scatto pubblicato da Domenico Morrone.

di Elia Rinaldi

La Giunta Comunale di Montesano sulla Marcellana, guidata dal sindaco Giuseppe Rinaldi, ha dato il via libera alla convenzione per la promozione turistica e culturale dei territori attraversati dal “Percorso Niliano”, un itinerario ispirato alla figura di San Nilo da Rossano. L’iniziativa, che coinvolge venti comuni italiani, mira a valorizzare il patrimonio storico e spirituale legato al monachesimo italo-greco medievale.

Il progetto si inserisce in un più ampio protocollo d’intesa sottoscritto dai comuni aderenti, con l’obiettivo di trasformare il Percorso Niliano in un itinerario di rilievo europeo, riconosciuto come “Cultural Route” dal Consiglio d’Europa. Tale riconoscimento garantirebbe prestigio e nuove opportunità di sviluppo turistico, culturale ed economico per i territori coinvolti.

La decisione della Giunta segue gli esiti positivi delle iniziative già avviate, tra cui corsi di formazione e sensibilizzazione per le comunità locali, incontri istituzionali e la creazione di “comunità patrimoniali” impegnate nella tutela e trasmissione dell’eredità culturale di San Nilo. Il percorso, che si snoda da Rossano (oggi Corigliano-Rossano) fino a Grottaferrata, toccherà luoghi chiave del pellegrinaggio del Santo, compreso il territorio di Montesano sulla Marcellana, creando un ponte tra storia, spiritualità e turismo sostenibile.

Montesano e San Nilo

Uno dei riferimenti storici più importanti nel Vallo di Diano per questa tradizione è l’Abbazia di San Pietro al Tumusso, antico monastero basiliano che per secoli ha rappresentato un fulcro di cultura e spiritualità. Fino agli inizi del XVIII secolo, l’Abbazia rimase sotto la giurisdizione di Grottaferrata, prima di essere ceduta ai Certosini di San Lorenzo di Padula.

San Pietro al Tumusso

I monaci di San Pietro erano celebri per la loro attività di copisti amanuensi, ispirata alla scuola Niliana, e nel monastero si praticava la compilazione di antichi testi liturgici, come quelli oggi conservati nella biblioteca Casanatense presso l’Abbazia italo-greca di Santa Maria di Grottaferrata.

La vita di San Nilo e il suo percorso spirituale

San Nilo da Rossano nacque nel 910 in Calabria, all’epoca provincia dell’Impero bizantino. Battezzato con il nome di Nicola, visse inizialmente una vita laica, sposandosi e avendo una figlia. Tuttavia, a trent’anni, colpito da una febbre violenta, interpretò la malattia come un segno divino e decise di intraprendere la vita ascetica.

San Nilo

Nel 940 si ritirò tra le vallate del Merkourion, tra Calabria e Basilicata, per seguire l’insegnamento di asceti di grande fama come San Fantino il Giovane. La sua scelta non fu ben vista dalla famiglia, che cercò di ostacolarlo chiedendo l’intervento del governatore bizantino. Costretto a spostarsi al Nord, trovò rifugio nel monastero di San Nazario, sotto la giurisdizione longobarda. Qui, dopo quaranta giorni di preghiera e ascesi, prese il nome di Nilo, in onore di San Nilo Sinaita, e fece voto di non accettare mai cariche ecclesiastiche.

Dopo un periodo nel Merkourion e nella grotta di San Michele, si spostò nell’oratorio di Sant’Adriano Martire, oggi San Demetrio Corone, dove rimase fino al 978, imponendo ai suoi discepoli una rigorosa disciplina basata su umiltà, obbedienza e distacco dai beni materiali. A causa delle incursioni saracene, la comunità niliana si spostò in terra latina, stabilendosi prima a Valleluce, poi a Serperi, vicino Gaeta.

Alla fine della sua vita, San Nilo incontrò l’imperatore Ottone III, che volle offrirgli doni e cariche, tutti rifiutati per fedeltà ai suoi voti. Desideroso di sfuggire agli onori, decise di partire per Roma in cerca di un luogo per la sua comunità monastica. Giunto nei pressi di Tuscolo, ebbe una visione della Vergine Maria, che gli indicò il futuro insediamento dei suoi monaci. Il conte Gregorio I donò loro un terreno dove, tra i ruderi di antichi edifici romani, fu fondata l’Abbazia di Grottaferrata, ancora oggi testimone del monachesimo italo-greco in Italia.

San Nilo morì il 26 settembre 1004 nel monastero di Sant’Agata e le sue spoglie furono portate nel monastero di Grottaferrata, dove riposano tutt’oggi.

Il Percorso Niliano e il Cammino del Negro

L’adesione di Montesano sulla Marcellana a questa rete rafforza l’impegno dell’amministrazione nel promuovere il territorio attraverso iniziative culturali di respiro nazionale e internazionale. Con l’approvazione della convenzione e del regolamento di attuazione, il Comune si prepara a svolgere un ruolo attivo nella costruzione di un percorso che potrebbe diventare un modello di valorizzazione culturale per l’intero Mezzogiorno.

A questo percorso si intreccia anche un altro itinerario storico: il “Cammino del Negro”, un viaggio di 160 chilometri attraverso una delle vallate più affascinanti del Sud Italia.

Il percorso, che valorizza le testimonianze storiche della presenza basiliana nel Vallo di Diano, prende il nome dal fiume Tanàgro, conosciuto nel Medioevo come Negro. Questo fiume, paragonato a un filo d’argento, guida i passi dei viandanti attraverso il suggestivo Vallo di Diano, un territorio in cui pianure e montagne sono costellate di siti di eccezionale interesse.

Open Outdoor Experiences di Paestum

Il Cammino del Negro fa parte della rete dei Cammini Bizantini ed è promosso dall’Associazione Gaziana, dalla Comunità Montana del Vallo di Diano e dal GAL Vallo di Diano. Non a caso, è stato recentemente presentato dai presidenti dei due enti Vittorio Esposito e Angela D’Alto, nonché dall’assessore Antonio Pagliarulo, al salone Open Outdoor Experiences di Paestum.

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