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Vallo di Diano e Golfo di Policastro, tutti contro la chiusura dei Punti Nascita di Polla e Sapri

Di Giuseppe Geppino D’Amico

La paventata chiusura dei punti nascita degli Ospedali di Polla e Sapri è stata al centro di un incontro che si è tenuto nella serata di ieri a Padula presso la sede della Comunità Montana Vallo di Diano. Con il presidente Vittorio Esposito erano presenti i sindaci del territorio, i consiglieri regionali Corrado Matera, Franco Picarone e Tommaso Pellegrino, i consiglieri provinciali Giovanni Guzzo e Pasquale Sorrentino, il sindaco di Sapri, Angelo Gentile, ed il vice presidente del Parco Nazionale Cilento-Vallo di Diano-Alburni, Carmelo Stanziola. Presente, inoltre, il direttore sanitario del P.O. di Polla, Luigi Mandia. Si tratta di una battaglia comune tra i territori del Vallo di Diano e del Golfo di Policastro che riguarda anche altre zone della regione: a rischio chiusura perché non raggiungono i 500 parti l‘anno anche gli ospedali di Sessa Aurunca e Piedimonte Matese e tre ospedali di Napoli (San Paolo, Don Bosco e Ospedale del Mare).

La spada di Damocle sui punti nascita con meno di 500 parti l’anno va avanti dal 2018 in quanto da anni la Regione era commissariata. Nel 2020 si è usciti dal commissariamento e si è entrati nel Piano di rientro dal quale non si riesce ad uscire proprio per i Punti nascita “incriminati”. Finora la loro apertura è stata assicurata dalla Regione e dalle ASL sotto la responsabilità della Regione e dei Direttori Generali delle ASL. Dalla Regione fanno sapere che le condizioni per uscire da Piano di Rientro ci sono in base ai bilanci positivi degli ultimi 10 anni; però tutto viene bloccato proprio per i punti nascita che si vorrebbero chiudere. E questo provocherebbe problemi in altri campi della sanità (personale e potenziamento delle attrezzature tecnologiche).

A Padula la situazione del Presidio di Polla è stata illustrata dal sindaco, Massimo Loviso: è vero che nel 2024 c’è stata una diminuzione delle nascite (366 rispetto alle 430 de 2023) ma è altrettanto vero che l’ospedale rientra nello standard previsto per i tagli cesarei (meno del 22 per cento) e, soprattutto, non c’è contenzioso. E questo significa che le nascite avvengono in condizioni di sicurezza. Il problema nasce dal Decreto Balduzzi del 2012 che pone il vincolo dei 500 parti l‘anno senza tenere in alcun conto altri parametri e le difficoltà per raggiungere ospedali che distano anche 100 chilometri. I consiglieri regionali hanno ricordato che due giorni fa il consiglio regionale della Campania ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che si oppone con forza alla chiusura dei punti nascita di Polla, Sapri, Piedimonte Matese e Sessa Aurunca. Un segnale chiaro e trasversale da parte di tutte le forze politiche, che hanno condiviso la necessità di difendere questi presidi sanitari essenziali. L’ordine del giorno invita il Governo nazionale a non condizionare l’uscita della Campania dal Piano di rientro dai disavanzi sanitari alla chiusura di questi punti nascita, sottolineando l’importanza strategica di tali strutture per i territori in cui operano. Al termine della riunione il presidente del Consiglio Regionale, Gennaro Oliviero, aveva anche aggiunto che “la chiusura dei punti nascita nei 4 ospedali della Regione Campania non deve essere più considerata un alibi e un pretesto da agitare, da parte del governo centrale, per non far uscire dal Piano di rientro dai disavanzi sanitari la Regione Campania”. Oliviero ha spiegato anche di aver proposto l’argomento all’ordine del giorno affinché la prosecuzione dell’attività dei 4 punti nascita non comporti l’uscita dal Piano di rientro dai disavanzi sanitari della Regione così, il punto è stato firmato da tutti i capigruppo in Consiglio e votato in maniera unanime dai consiglieri.La difesa dei punti nascita nelle aree interne non è solo una battaglia di civiltà, ma una questione di giustizia. È impensabile mettere sullo stesso piano i punti nascita delle grandi città con quelli di realtà come Sapri e Polla, dove le distanze e le difficoltà di accesso agli ospedali più vicini sono significative. Dal 2018 la Regione è alle prese con questo problema per salvaguardare i punti nascita delle aree interne. La loro chiusura rappresenterebbe un colpo durissimo per intere comunità. La soluzione migliore è quella di rivedere il Decreto Balduzzi.

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Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
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