Di Giuseppe Geppino D’Amico

Da Battipaglia al prestigioso Institute of Technology di Cambridge, una delle più importanti università di ricerca del mondo (Massachusetts, USA), passando per il Politecnico di Torino. Si può sinterizzare così la carriera scientifica di Luca Carlone, nato a Salerno nel 1985. Battezzato a Galdo degli Alburni (paese di origine della famiglia) ha vissuto a Battipaglia dove ha frequentato il Liceo Scientifico “E. Medi”. Nel 2003 il trasferimento a Torino dove frequenta la Facoltà di Ingegneria, corso di laurea in Meccatronica, presso il Politecnico. Per l’impegno richiesto dalla frequenza dei corsi di laurea abbandona la passione per il ping pong e lascia lo studio della chitarra, a cui si era dedicato per diversi anni.

La prima laurea arriva il 12 settembre 2008 con 110 e lode; successivamente presso il Politecnico di Milano consegue una seconda laurea magistrale in Meccatronica e Ingegneria dell’Automazione. Nell’ambito di questo programma, denominato Alta Scuola Politecnica, Carlone ha seguito anche corsi di management, in cui lui e studenti provenienti da diversi background accademici hanno collaborato per concettualizzare, costruire e redigere un pitch di marketing per il design di un nuovo prodotto. Il team di Carlone ha sviluppato una lampada da tavolo touch-free progettata per seguire i comandi manuali dell’utente. Il progetto lo spinge a pensare all’ingegneria da diverse prospettive: “Era come dover parlare lingue diverse”. A Torino per i brillanti risultati conseguiti viene associato al Club Optime della Confindustria di Torino.

Luca è il più giovane di tre fratelli (tutti laureati ingegneria). Il primogenito Pino è Manager di una importante azienda a Torino, il secondogenito Piero è Professore Ordinario di Tecnologie e Sistemi di Lavorazione presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Salerno. Il primo si è laureato in Ingegneria Elettronica e il secondo in Meccanica, mentre Luca è approdato alla robotica, o Meccatronica, come era nota all’epoca. Nessuno dei tre ha seguito le orme dei genitori, entrambi insegnanti: la madre Tonia, insegnante di matematica di scuola elementare in pensione, il padre Carmine, professore di storia e fondatore dalla “Carlone Editore” poi diventata Laveglia&Carlone, ha sempre adottato un approccio analitico nella sua ricerca storica.

Dal 2009 al 2012 Luca Carlone ha frequentato il Dottorato di Ricerca presso il Politecnico di Torino, con soggiorni nelle Università di Saragoza in Spagna e Santa Barbara in California. A Torino si è inizialmente concentrato sul lavoro teorico, in particolare sulla teoria del controllo, un campo che applica la matematica per sviluppare algoritmi che controllano automaticamente il comportamento di sistemi fisici, come reti elettriche, aerei, automobili e robot. Poi, durante il suo ultimo anno, Carlone si iscrisse a un corso di robotica che esplorava i progressi nella manipolazione e il modo in cui i robot possono essere programmati per muoversi e funzionare. “È stato amore a prima vista; decisi subito che questo era ciò che volevo fare nella vita” ha dichiarato in una recente intervista: “Utilizzare algoritmi e matematica per sviluppare il cervello di un robot e farlo muovere e interagire con l’ambiente è una delle esperienze più appaganti”.

Quindi il trasferimento negli Stati Uniti dove ha lavorato dall’aprile 2013 a luglio 2015 presso il Georgia Institute of Technology di Atlanta (USA); nell’agosto 2015 è passato al Massachusetts Institute of Technology di Cambridge (USA), dove dal 1° luglio 2021 è professore associato. Il 24 aprile 2015 ha sposato Marinagrazia Bisogno. Dalla loro unione il 30 agosto 2022 a Boston sono nate le gemelline Aurora Grace e Luna Victoria.
Nonostante la giovane età ha ottenuto numerosi riconoscimenti scientifici ed è membro senior dell’IEEE e ricercatore associato dell’AIAA. Al MIT insegna “Robotica: scienza e sistemi”, l’introduzione alla robotica per gli studenti universitari del MIT, e ha creato il corso di livello post-laurea “Navigazione visiva per veicoli autonomi”, che copre fondamenti matematici e implementazioni C++ rapide di algoritmi di percezione spaziale per droni e veicoli autonomi.

Sempre al MIT ha collaborato con Sertac Karaman, professore di aeronautica e astronautica, allo sviluppo di un software che aiutasse i droni delle dimensioni di un palmo a orientarsi nell’ambiente circostante utilizzando pochissima energia a bordo. Un anno dopo è stato promosso a ricercatore scientifico e, nel 2017, Carlone ha accettato un incarico di docenza presso AeroAstro.
Oggi, il gruppo di Luca Carlone sta sviluppando modi per rappresentare l’ambiente circostante di un robot, oltre a caratterizzarne la forma geometrica e la semantica. Sta utilizzando l’apprendimento profondo e modelli linguistici di grandi dimensioni per sviluppare algoritmi che consentano ai robot di percepire l’ambiente circostante attraverso una lente di livello superiore, per così dire. Negli ultimi sei anni, il suo laboratorio ha rilasciato più di 60 repository open source, utilizzati da migliaia di ricercatori e professionisti in tutto il mondo. La maggior parte del suo lavoro rientra in un campo più ampio ed emergente noto come “intelligenza artificiale spaziale”. Si tratta di consentire ai robot di pensare e comprendere il mondo come fanno gli esseri umani, in modi che possono essere utili.

È un’impresa titanica che potrebbe avere impatti di vasta portata, in termini di abilitazione di robot più intuitivi e interattivi per aiutare a casa, sul posto di lavoro, sulle strade e in aree remote e potenzialmente pericolose. Carlone sostiene che ci sarà ancora molto lavoro da fare per avvicinarci al modo in cui gli esseri umani percepiscono il mondo. “Ho due figlie gemelle di 2 anni e le vedo manipolare oggetti, trasportare 10 giocattoli diversi contemporaneamente, muoversi con facilità tra stanze disordinate e adattarsi rapidamente a nuovi ambienti. La percezione dei robot non può ancora eguagliare quella di un bambino piccolo –afferma Luca Carlone- ma abbiamo nuovi strumenti nell’arsenale. E il futuro è luminoso”.