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Social e giovani: quali pericoli e come difendersi? I consigli per le famiglie (PARTE 1) – Vincenzo Vitiello per Vallo Più

Di Vincenzo Maria Vitiello *

Negli ultimi anni, i social network sono diventati una parte fondamentale della vita quotidiana, soprattutto per i più giovani. Piattaforme come Instagram, TikTok, WhatsApp e Snapchat sono ormai strumenti di comunicazione indispensabili per ragazzi e adolescenti, permettendo loro di restare connessi con amici, seguire le proprie passioni e condividere momenti di vita quotidiana. Tuttavia, accanto a questi aspetti positivi, esistono anche numerosi rischi di cui genitori e famiglie devono essere consapevoli.

Il web, infatti, può essere un ambiente insidioso, dove la privacy è fragile e i pericoli possono nascondersi dietro uno schermo. Cyberbullismo, adescamento online, furto d’identità e dipendenza da internet sono solo alcune delle minacce che possono mettere a rischio il benessere psicologico ed emotivo dei più giovani. Ma come possono i genitori proteggere i loro figli senza cadere nella tentazione di vietare l’uso dei social, una soluzione spesso inefficace? La risposta sta nell’educare i ragazzi a un uso consapevole e sicuro della rete, fornendo loro gli strumenti per navigare con attenzione e affrontare le eventuali situazioni di pericolo. In questo approfondimento (diviso in due parti) vedremo quali sono i principali rischi legati ai social network, come riconoscerli e, soprattutto, come proteggere i più giovani attraverso il dialogo, la supervisione e l’educazione digitale.

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I PERICOLI PIU’ COMUNI SUI SOCIAL (PARTE 1)

1. Cyberbullismo: quando le parole possono ferire profondamente

Uno dei problemi più diffusi sui social network è il cyberbullismo, ovvero l’uso della tecnologia per minacciare, umiliare o denigrare una persona. Un tempo il bullismo avveniva principalmente nei cortili delle scuole, nei gruppi di amici o nei luoghi di ritrovo, ma oggi può raggiungere i ragazzi ovunque e a qualsiasi ora del giorno, rendendo ancora più difficile sfuggirne. Un commento cattivo sotto una foto, un meme umiliante diffuso senza consenso, messaggi minacciosi nei gruppi di WhatsApp: tutto questo può avere conseguenze devastanti sulla psiche di un ragazzo. Sentirsi presi di mira, isolati e costantemente sotto giudizio può portare a bassi livelli di autostima, ansia e persino depressione.

Come possono i genitori intervenire?

  • Creare un dialogo aperto con i figli, facendo capire loro che possono parlare senza paura e senza timore di essere giudicati.
  • Monitorare i comportamenti online, senza invadere la loro privacy, ma cercando di capire se ci sono segnali di disagio o cambiamenti improvvisi nel loro umore.
  • Insegnare loro come proteggersi: bloccare e segnalare i profili che insultano, evitare di rispondere agli attacchi e, se necessario, denunciare gli episodi alle autorità competenti.
  • Rivolgersi alla Polizia Postale: se il cyberbullismo diventa una minaccia seria, è possibile segnalare il caso tramite il sito ufficiale della Polizia Postale e delle Comunicazioni (www.commissariatodips.it) o recandosi direttamente presso un ufficio della Polizia Postale.

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2. Adescamento online: il pericolo dietro un profilo falso.

L’adescamento online, noto anche come grooming, è un fenomeno purtroppo in crescita. Si tratta di adulti che, fingendosi adolescenti, instaurano un rapporto di fiducia con i ragazzi attraverso i social, con l’intento di ottenere informazioni personali, foto private o addirittura convincerli a un incontro dal vivo.

Un esempio concreto? Immaginiamo una ragazza di 13 anni che riceve un messaggio su Instagram da un presunto coetaneo, che sembra condividerne gli interessi e la comprende più di chiunque altro. Con il tempo, questa persona inizia a chiederle foto personali, insistendo sul fatto che sia “normale tra amici”. In realtà, dietro lo schermo potrebbe esserci un adulto con intenzioni pericolose.

Come proteggere i ragazzi?

  • Insegnare loro a riconoscere i segnali di pericolo, come richieste insistenti di foto o tentativi di spostare la conversazione su chat private e non monitorate.
  • Impostare restrizioni sulla privacy nei loro profili social, limitando chi può vedere le loro foto e chi può inviare richieste di amicizia.
  • Controllare le amicizie online: se un ragazzo inizia a parlare con qualcuno che non ha mai incontrato di persona, è importante indagare e capire chi sia davvero.
  • In caso di sospetti, denunciare immediatamente alla Polizia Postale, che può intervenire per individuare i responsabili.
Vincenzo Maria Vitiello

LEGGI LA SECONDA PARTE DI QUESTO APPROFONDIMENTO, NELLA QUALE CI OCCUPIAMO DI: FURTO D’IDENTITA’ E DIPENDENZA DA INTERNET

VINCENZO MARIA VITIELLO

Vincenzo Maria Vitiello*, (Polla, 24 aprile 1971), è un esperto riconosciuto nel campo della criminologia, della criminalistica e delle scienze informatiche forensi con anni di esperienza nel fornire supporto in tutte le fasi del processo giudiziario. Come responsabile scientifico dello studio “Multimedia Digital Forensics”, guida un team altamente qualificato che opera a livello nazionale offrendo una vasta gamma di servizi nel campo delle indagini multimediali digitali. https://vincenzomariavitiello.it/

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