Di Geppino Giuseppe D’Amico

Sul ruolo delle Banche locali e, in particolare, sull’attività della BCC Monte Pruno nei territori nei quali è presente nelle province di Salerno, Potenza e Avellino, Vallo Più ha intervistato il Direttore Generale Michele Albanese. Lo spunto di partenza è stato il recente G7 Agricoltura, tenutosi la settimana scorsa a Siracusa. Nel corso di un convegno dal titolo “Le imprese agricole del Sud per lo sviluppo dell’Italia: il ruolo delle banche di territorio” il direttore della Svimez, Luca Bianchi, ha infatti resi noti i numeri prodotti dall’Agroindustria nel Meridione. Nel corso del suo intervento lo stesso Bianchi ha evidenziato l’importanza delle banche locali che “giocano un ruolo cruciale nel rafforzare il tessuto delle piccole e medie imprese (PMI) del territorio, offrendo un supporto finanziario su misura e promuovendo una relazione diretta con gli imprenditori”.

Nella nostra intervista Albanese sottolinea che le BCC “fanno molto e vorrebbero poter fare anche di più”, ma purtroppo alcune regole -che Direttore Generale considera anche troppo “stringenti”- non lo consentono. Albanese anticipa anche alcuni “numeri” relativi all’attività della Banca Monte Pruno nell’anno in corso: ad oggi la raccolta ammonta a 120 milioni; gli impieghi sono stabili e, se le previsioni troveranno conferma anche il bilancio 2024 sarà il migliore di sempre come è avvenuto nell’ultimo triennio.
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Tornando al G7 Agricoltura, Luca Bianchi ha dichiarato che l’Agroindustria nel Meridione “oltre alla presenza diffusa sul territorio e una buona progettualità, detiene un primato in termini di proiezione internazionale. Questa filiera, infatti, sta sperimentando un massiccio riassetto dei mercati di sbocco cui sono destinati i prodotti. Grazie alla sua vocazione produttiva, il Mezzogiorno si colloca, nell’ambito di tale filiera, in posizione di vantaggio per sfruttare le opportunità evolutive poste in essere dal nuovo contesto economico globale”. Per dimensione economica l’Agroindustria coinvolge, a livello di area, più di mezzo milione di addetti (538.988) occupati presso 63.674 imprese e distribuiti principalmente in Campania (29,4%), Puglia (22,4%) e Sicilia (20,9%). Complessivamente, il valore aggiunto realizzato nell’intero comparto meridionale si attesta intorno a 17,3 miliardi, per il 33,6% riconducibili alla Campania, il 23% alla Puglia e 17,1% alla Sicilia. L’export agroindustriale italiano ha mostrato inoltre nel periodo post-covid una forte crescita in valore (in parte per effetto dell’incremento dei prezzi) che ha riguardato tutto il Paese, ma in misura più accentuata le regioni del Sud. Tra il 2019 e il 2022 l’export italiano di prodotti agroalimentare è aumentato del 41% quello meridionale del 53% (da 7,2 a 11,6 miliardi). I segnali di dinamismo emersi nella fase post-covid nel Mezzogiorno confermati dai recenti dati del Pil 2023 e le potenzialità emerse soprattutto con riferimento al comparto agroalimentare restituiscono centralità ad un sistema creditizio a sostegno dell’imprenditorialità locale.

“Essendo radicate nelle comunità locali -ha proseguito Bianchi- queste banche comprendono meglio le esigenze e le dinamiche del territorio, facilitando l’accesso al credito e fornendo consulenza finanziaria personalizzata. L’offerta di credito di prossimità consente alla comunità locali (imprese, imprenditori e famiglie) di realizzare gli investimenti necessari a implementare comportamenti di adattamento al nuovo contesto (es. cambiamento climatico, digitalizzazione, nuove reti produttive globali)”. Per stabilizzare e rafforzare questi segnali di crescita occorre -ha concluso il direttore della Svimez – insieme ad una prosecuzione della politica di investimento, valorizzare e innovare le vocazioni produttive territoriali così da contenere l’emorragia di giovani talenti dal Mezzogiorno, che ha visto tra il 2002 e il 2022 perdere oltre 1,1 milioni di abitanti, di cui 380mila giovani laureati”.