Di Geppino Giuseppe D’Amico

Lunedì mattina le telecamere del programma di Rai 3, ReStart, hanno fatto tappa a Polla per parlare del Superbonus, argomento che sta facendo molto discutere l’Italia intera a seguito della decisione del Governo di ridimenzionare le disposizioni iniziali creando non poche proteste e malumori tra le aziende che rischiano il tracollo e i proprietari dei fabbricati che vengono a trovarsi in gravi difficoltà in quanto c’è il rischio che i lavori iniziati potrebbero non essere portati a conclusione. A condurre il collegamento presso un condominio interessato da lavori finanziati con il Superbonus, la giornalista Laura Placenti che con la consueta professionalità ha intervistato alcuni condomini e Antonio Lombardi nella duplice veste di titolare dell’impresa appaltatrice dei lavori del condominio di Polla e di presidente nazionale di Feder Cepi Costruzioni.
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In studio con la conduttrice Annalisa Bruchi, parlamentari, bancari e commercialisti. Da tempo Lombardi sta conducendo una vera e propria battaglia contro la decisione del Governo di ridimensionare le disposizioni legislative dei precedenti Governi contestando anche le cifre. In particolare, sostiene che per quanto riguarda il Superbonus 110% “alla data del 31 marzo i crediti di imposta al 31 marzo superano i 122 miliardi. Le detrazioni fiscali legate al Superbonus 110% (dati ENEA aggiornati al 31 marzo scorso), continuano a crescere, superando, nel complesso, i 122 miliardi (122.245.224.985,02)”.

Per il Presidente Nazionale di FederCepu Costruzioni “Si continua a parlare, fomentati da informazioni fuorvianti di presunti buchi nel bilancio dello Stato. Eppure – aggiunge – basterebbero due calcoli ed un minimo di approfondimento, per accertare che non può essere addebitata al Superbonus la causa tutti i mali dell’economia italiana. Basti pensare che l’Istat ha recentemente accertato che il rapporto deficit/PIL registra nell’ultimo anno un miglioramento del 7,2 %, in buona parte ascrivibile al Superbonus”. A suo giudizio “Appare evidente che, lungi dall’aver determinato buchi nel bilancio statale, come si continua ad affermare, l’impatto del Superbonus è stato assolutamente positivo. Se a tutto ciò si assommano i contributi a fondo perduto del Pnrr (13,9 miliardi) e i maggiori importi riscossi dallo stato per IVA, IRPEF lavoratori, IRES, contributi previdenziali e assicurativi (41,5 miliardi circa); se si considera altresì che le detrazioni si spalmano in 4 anni mentre le maggiori entrate sono state pressoché immediate, ecco che parlare di buco da 122 miliardi è una palese mistificazione, una vera e propria falsità non ascrivibile ad un mero errore di calcolo”.

Allora come procedere? “Anziché strumentalizzare e criminalizzare il Superbonus – conclude il presidente Lombardi – è necessario risolvere le enormi difficoltà che ancora permangono. Bisogna tutelare chi aveva avviato i lavori con il Superbonus ed è rimasto incastrato nei meccanismi di blocco delle Comunicazioni di inizio lavori asseverata (Cila) dormienti del decreto n. 39/2024. Va agevolata la cessione dei crediti incagliati: sono ormai 20.000 le imprese edili che hanno eseguito lavori e hanno difficoltà a cedere crediti fiscali per 28 miliardi di euro. Una situazione estremamente grave che ha determinato il blocco dei lavori in 30.000 condomini. Si rischia una catastrofe economica e sociale senza pari. Questa vera e reale! Non fantomatica come il “buco in bilancio”». Un dato è certo: se la situazione non cambia per imprese e proprietari di immobili che avevano aderito al Superbonus si prevedono tempi duri.