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Valva, presentato il libro di Giovanni Milanese: “Frammenti di Storia da consegnare ai giovani per mantenere la barra dritta”

Di Giuseppe Geppino D’Amico

“Presentiamo il libro di Giovanni Milanese all’indomani dell’80esimo anniversario dell’8 settembre del 1943, giorno in cui si sono giocate le sorti dell’Italia. E in momenti drammatici come quelli conservare la barra dritta non è agevole e va spiegato ai giovani”.

Questo l’incipit dell’intervento del Magnifico Rettore dell’Università “Giustino Fortunato” di Benevento, prof. Pino Acocella, in occasione della presentazione del libro di Giovanni Milanese, “Frammenti di storia, Diario di prigionia 1943-1945”, presentato a Valva nella sala del Castello di Villa d’Ayala.

Un diario in cui l’Autore volle raccogliere pensieri, emozioni e appunti vergati durante la sua travagliata prigionia iniziata in Grecia e proseguita in Polonia e in Germania. Numerose le Autorità presenti tra cui il prefetto di Salerno, Francesco Russo, ed il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Filippo Melchiorre.

Prima del prof. Acocella sono intervenuti il sindaco di Valva, Giuseppe Vuocolo, il decano dei giornalisti salernitani, Enzo Todaro, e Guido Milanese, cittadino onorario di Valva e figlio dell’autore. Giovanni Milanese, all’epoca della seconda guerra mondiale sottotenente dell’esercito italiano a Rodi, fu fatto prigioniero il 15 settembre 1943 e vi rimase fino a quando l’esercito alleato contro Hitler non liberò i prigionieri italiani deportati principalmente in Polonia e Germania.

Nato a Valva nel 1917, laureato in ingegneria all’università di Napoli, il diario di Giovanni Milanese è una preziosa testimonianza degli avvenimenti vissuti prima a Rodi poi durante la prigionia nei campi nazisti. Un calvario iniziato in Polonia il 14 novembre del 1943, proseguito in Germania fino alla liberazione. 

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Presentazione del libro di Giovanni Milanese

Continuando nella sua analisi Acocella ha ricordato che “al nostro esercito fu chiesta dagli Alleati una resa incondizionata per fare in modo che l’Italia uscisse dall’ambiguità: continuare a combattere per i Tedeschi o contro i Tedeschi? Ma i nostri soldati non sapevano qual era il rapporto con i Tedeschi alleati con l’Italia fino al giorno prima”.

Il diario del sottotenente Giovanni Milanese fu scritto a partire dal mese di settembre del ’43 e ci dice di avere saputo dell’armistizio con le potenze alleate mentre si trovava ad Ofanto alle ore 20,30 dell’8 settembre. “Un armistizio che, peraltro, fu firmato a Cassibile dal generale Castellano che, peraltro, non era una figura di primo piano dell’Esercito Italiano. Momenti drammatici: la Patria è in crisi, il re è scappato a Brindisi e di Castellano di sono perse le tracce”.

Per Acocella il diario di Milanese ha un enorme valore strategico perché offre una testimonianza di prima mano su quello che realmente accadde. Soprattutto, emerge la grande rilevanza che ha avuto la Resistenza che vide insieme Cattolici e Comunisti che dopo la fine della guerra scriveranno insieme la Costituzione ma poi si fronteggeranno per trent’anni. E qui emerge il valore dei nostri soldati chiamati a decidere da che parte stare e che, avendo giurato fedeltà all’Italia vengono tradotti nei campi di internamento e catalogati come IMI (Internati Militari Italiani).

C’era il pericolo di vacillare ma “Giovanni Milanese non perderà mai la certezza che tornerà a casa e proseguirà la sua vita così come l’aveva immaginata”. L’ultimo messaggio Acocella lo rivolge ai giovani: “Ai giovani di oggi il libro può sembrare un’anticaglia ma quando lo leggeranno, magari da grandi, si accorgeranno che esisteva anche un’altra Italia che pure in un quadro complessivo drammatico è riuscita a dare la luce agli Italiani”.

In precedenza, dopo il saluto del sindaco Giuseppe Vuocolo e di Guido Milanese era intervenuto il giornalista Enzo Todaro che considera il libro di Giovanni Milanese “non un diario di guerra, bensì il diario di un uomo libero. È un insegnamento per gli adulti ma anche per le giovani generazioni. Agli internati non veniva riconosciuto lo status di prigionieri di guerra e quindi non erano trattati come tali”.

Todaro ha poi letto ed analizzato alcuni brani del libro soffermandosi sui tentativi di fuga non riusciti e sulle lettere indirizzate ai familiari, in particolare alla “Mamma adorata“ e alla fidanzata Michelina che sarà la sua sposa; sulla gioia a liberazione avvenuta; sull’ansia dovuta a seguito della decisione delle autorità di sospendere i rientri dopo l’avvenuta liberazione; il viaggio di ritorno fino all’arrivo a Salerno datato 7 novembre 1945: “Siamo a Caserta. Una fermata lunghissima. Poi a Salerno a versare lacrime di gioia nelle braccia dei miei cari”.

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Presentazione del libro di Giovanni Milanese

Da segnalare, inoltre gli interventi del presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, Antonio Landi, e della presidente locale della medesima associazione, Fiorenza Voltura.  Per Antonio Landi “la nostra società è sensibile a certe problematiche.

Non va dimenticato che la prima resistenza la fecero da soli i napoletani con le quattro giornate di Napoli; ha poi concluso esprimendo la soddisfazione personale e degli associati per la recente decisione del Parlamento di ripristinare il 4 novembre la giornata delle Forze Armate che era stata soppressa negli anni ’70”.

Fiorenza Voltura ha sottolineato, invece, il valore delle radici: “la cronaca vuole abituarci a messaggi negativi ma ci sono giovani pronti a recepire i messaggi trasmessi per conservare la memoria” .

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Presentazione del libro di Giovanni Milanese

A conclusione del convegno l’intervento di Guido Milanese che dopo avere ringraziato i presenti per la grande partecipazione si è detto convinto, anche in considerazione delle confidenza paterne, che proprio la scrittura del diario ha portato il genitore a salvarsi.

Al termine della importante iniziativa, promossa dal sindaco, Giuseppe Vuocolo, nell’ambito del progetto riservato ai giovani “La memoria e il futuro”, il volume per il suo alto valore simbolico è stato donato ai diciottenni e ai vincitori delle borse di studio bandite dall’Amministrazione municipale “per gli studenti residenti nel territorio del comune di Valva”.

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