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Torna a Sala Consilina il Premio Lamberti Sorrentino – Cronisti di guerra

Al via a Sala Consilina la V edizione del “Premio Lamberto Sorrentino-Cronisti di guerra”, organizzato dal Club Lions di Sala Consilina e dall’Osservatorio Europeo del Paesaggio.

Venerdì 16 giugno (ore 17,30) presso il Mondadori Bookstore di Sala Consilina, in anteprima assoluta Sarà presentato il romanzo “Vera e gli schiavi del terzo millennio”, di Carmen Lasorella. Dopo l’introduzione di Angelo Paladino, discuteranno con l’Autrice i giornalisti Geppino D’Amico e Lorenzo Peluso. L’iniziativa, rientra nell’ambito della V edizione del “Premio Giornalistico Lamberti Sorrentino-Cronisti di Guerra” che si concluderà nel pomeriggio di sabato 17 giugno (ore 17,30) presso l’Aula Magna dell’Istituto Scuole Elementari di Via Matteotti con un dibattito sul tema ”Al fronte in Europa-Il racconto-La responsabilità”. Dopo il saluto delle Autorità discuteranno dell’argomento Carmen Lasorella, Alberto Negri, Andrea Purgatori, Antonio Manzo, Giovanni Porzio, Gabriella Simoni, Marta Serafini e Giammarco Sicuro, questo ultimi due appena rientrati dall’Ucraina. Al termine del confronto la presidente della giuria, Carmen Lasorella, comunicherà i nomi dei due vincitori (un/a giornalista della carta stampata e ad un/a giornalista della radio o della televisione) e si procederà alla consegna del Premio “Cronisti di Guerra 2023”. Nelle precedenti edizioni (1995, 2000, 2004 e 2008) il premio è stato assegnato a Carmen Lasorella, Monica Maggioni, Tony Capuozzo, Ettore Mo, Mimmo Candito e Tiziana Ferrario.

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Carmen Lasorella, prima giornalista italiana a ricoprire il ruolo di inviata di guerra per la tv, anchor-woman, autrice di reportage, conduttrice di programmi di successo in radio e in tv per le reti Rai. Opinionista e saggista, ha raccontato le principali crisi internazionali a cavallo tra il XX e il XXI secolo. Corrispondente da Berlino e direttrice generale della Tv di San Marino, presidente di Rai net. Ha diretto un master alla Link University sulle migrazioni forzate, le tutele internazionali, gli “hate speech” nell’anno accademico 2017/2018. 

Con “Vera e gli schiavi del terzo millennio”, edito da Marietti 1820, Carmen Lasorella fa il suo esordio nella narrativa. E’ un romanzo che senti con i cinque sensi. Fa pensare, ma emoziona. Non c’è uno sfondo: crea un’ambiente, considerato che ogni storia esprime il mondo di chi la interpreta, nel tempo in cui la vive. Viviamo nell’era informatica.

Alla voce della protagonista, un’attivista per i diritti umani, nota per le sue battaglie ad ogni latitudine, si affianca una voce narrante, diversa per generazione e cultura. La prima è una donna che va verso i sessant’anni, Vera, come il suo nome, tenace, ancora bella, irriducibile, ma in un momento di fragilità a causa di un matrimonio sbagliato, la scomparsa degli amici della vita, mentre sembrano naufragare anche il lavoro e le certezze, spazzate via dal tempo; l’altra è la sua amica-segretaria assistente, con qualche decina di anni di meno, in meno anche i sogni, e con le aspettative della sua età, il suo linguaggio sbrigativo, le sue insicurezze. L’espressione della gioventù 4.0.

L’una è cresciuta in un ambiente colto e aperto, educata alla bellezza, alla musica, all’arte, al piacere della natura, ma soprattutto al valore della dignità e al gusto del sapere; l’altra, che non ha avuto le stesse possibilità, né le somiglia per tempra, standole a fianco, a poco a poco, s’incanta dinanzi a un mondo che non conosce.

È il conflitto di sempre tra le forze del male e chi opera nel nome dei diritti, trasferito nell’era informatica. Laddove, tuttavia, la differenza continuano a farla i sentimenti, nella certezza che l’umanità sia capace di battere gli algoritmi. L’epilogo sarà travolgente, con una sorpresa: quasi un lascito di quella presenza misteriosa, apparsa all’improvviso e poi scomparsa. Più che un epilogo, un nuovo inizio. Sull’orizzonte, finalmente, si è affacciato l’amore.

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