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Splendori della Certosa

Cominciamo un viaggio intorno alla Certosa di Padula. Un percorso per parole e immagini attraverso il quale addetti ai lavori e autentici viaggiatori, esperti e estimatori potranno farci ritrovare e far conoscere uno dei beni culturali più affascinanti e suggestivi del nostro Paese, ma anche del mondo intero.

Se questo è l’intento, quale miglior viatico delle prime parole di Monsignor Antonio Sacco, autore di quel monumento alla Certosa che è la sua opera magistrale dell’inizio del secolo scorso?

All’uomo avviene talvolta di trovarsi per una via, nella quale ei non sa ben ricordar come si sia messo. Questo era avvenuto anche a Dante; ma egli era pien di sonno in su quel punto (Div. Comm., Inf., I, 10 e 11). A me questo è avvenuto ad occhi aperti, in piena veglia; perciò, riandando il passato, m’è dato ridir com io v’entrai. Rimane sempre, però, che il mio viaggio sulle prime non è stato deliberato, e, quando ha avuto luogo la riflessione, mi è mancata la forza di desistere dall’ intrapreso cammino.

Dall’opera di Monsignor Antonio Sacco sulla Certosa di Padula

È necessario narrar questo cammino, perché esso spiega l’andamento, quindi il carattere, che ha preso l’opera; altrimenti il lettore non lo comprenderebbe, e mi si potrebbe addebitar qualche colpa, che forse potrei non avere. Era giovanetto, studente, quando amici di famiglia vennero per alcuni giorni ospiti in casa nostra. Si pensò, a far loro cosa grata, condurli a vedere S. Lorenzo, come è volgarmente nota nella contrada la Certosa, della quale è quasi impossibile non s’interessi il forestiere, che si rechi in val di Diano. La gita fu fatta in una domenica, ed io era della brigata. Tolto il tempo preso dal viaggio, alla visita del monumento si potettero dedicare non più di due ore: il mio paese natio dista circa ventiquattro chilometri da Padula. Pure, in si breve tempo passato in Certosa, quelle colonne, quelle sale, quei corridoi, quelle lunghe pilastrate, le tante artistiche bellezze, vero monumento testimoniante della fede e del gusto de’ nostri maggiori, mi rapirono a segno, che al ritorno, verso sera, fui in continua compagnia di un’idea, di un’immagine, con cui io parlava, cui vagheggiava e carezzava. A dirla in breve, bastò quel po’ di tempo, perché fossi diventato intimo amico di quei marmi scolpiti.

Oltre di questo nessun proposito determinato. Finite le vacanze autunnali, rientrai in collegio; ma tornate le vacanze, tempo sacro per uno studente, che passa in convitto la maggior parte dell’anno, potetti ottenere dai miei genitori di andare in Certosa a disegnarvi per alcuni giorni”.

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Magazine quotidiano online
Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
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