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Videogiochi e cervello, intervista al campione europeo Marco Filograsso – Michele Magliano per Vallo Più

Di Michele Magliano *

Per anni i videogiochi sono stati percepiti come una semplice distrazione, una perdita di tempo o, in alcuni casi, come un rischio per la salute mentale. Per ampliare le mie ricerche in ambito lavorativo ho avuto modo di approfondire un punto di vista diverso: oggi la psicologia cognitiva e le neuroscienze dimostrano che giocare moderatamente può produrre benefici reali e misurabili sul cervello. Una premessa è però fondamentale relativamente al tema, ed è tutta racchiusa in questo avverbio che va sempre associato al “gaming” e che ricorrerà spesso nell’articolo: “moderatamente”.

1. COSA CI DICE LA SCIENZA: I BENEFICI COGNITIVI REALI

Negli ultimi anni, numerosi studi hanno evidenziato come alcune tipologie di videogiochi, in particolare gli action games, possano potenziare funzioni cognitive fondamentali.

🔹 Attenzione e velocità di elaborazione
Ricerca dopo ricerca, in particolare presso la University of Rochester, emerge che chi gioca a videogiochi d’azione sviluppa una maggiore capacità attentiva e una reattività superiore nella selezione degli stimoli.
La rapidità decisionale dei gamer è spesso misurabile anche nella vita di tutti i giorni.

🔹 Miglioramento delle abilità visuospaziali
I videogiochi in 3D e quelli d’azione favoriscono lo sviluppo dell’orientamento, della memoria spaziale e della percezione visiva.

🔹 Aumento della creatività
Uno studio della Michigan State University conferma che bambini e giovani adulti che giocano moderatamente ai videogiochi – in particolare ai sandbox o agli strategici – ottengono punteggi più alti nei test di creatività.

🔹 Flessibilità cognitiva e problem solving
Gli strategici in tempo reale e i giochi competitivi richiedono adattamento costante, pianificazione e analisi rapida: capacità associate in psicologia alla cosiddetta intelligenza fluida.

2. IL RUOLO FONDAMENTALE DELLA MODERAZIONE

Giocare moderatamente, in modo equilibrato, non rappresenta una fuga dalla realtà ma può essere un’attività ricca di stimoli cognitivi, capace di allenare attenzione, memoria e capacità di ragionamento rapido. Come molte altre attività, gli eccessi possono invece essere dannosi.

L’INTERVISTA A MARCO FILOGRASSO (SAVIULTRAS90): IL GAMING VISTO DA UN CAMPIONE EUROPEO

Per approfondire come queste capacità si sviluppino sul campo, ho intervistato Marco Filograsso, conosciuto come SaviUltras90, campione europeo di Call of Duty, uno dei giochi più diffusi al mondo. Gli ho chiesto quali benefici cognitivi avesse sperimentato personalmente durante la sua carriera da pro-player. Le sue parole confermano molto di ciò che emerge dai dati scientifici. “Il gaming mi ha insegnato a pensare più velocemente”, è stata la risposta di Marco Filograsso. La necessità di processare informazioni rapidissime lo ha allenato ad analizzare, decidere e reagire con precisione. “Mi ha migliorato la concentrazione”, ha aggiunto. Le sessioni competitive hanno potenziato la sua resistenza attentiva, permettendogli di mantenere il focus anche sotto forte pressione. “Ho sviluppato maggiore creatività nelle soluzioni”, ha raccontato ancora. Nei match le strategie cambiano continuamente: questo gli richiede un problem solving dinamico che utilizza anche nella vita reale. “È anche uno strumento di autoregolazione emotiva”, ha concluso. Entro limiti sani, il gaming lo ha aiutato a migliorare il suo controllo emotivo e la lucidità mentale.

Michele Magliano

Conclusioni

Le ricerche più recenti e testimonianze come quella di Marco Filograsso mostrano che anche i videogiochi, se vissuti con equilibrio, possono diventare un prezioso alleato per la mente. Giocare moderatamente permette di allenare il cervello, migliorare attenzione, creatività e intelligenza fluida, sviluppare problem solving e flessibilità mentale, e sostenere il benessere emotivo.

Dunque, il gaming utilizzato con cautela può essere non solo un intrattenimento ma anche un supporto alla crescita cognitiva e personale.

MICHELE MAGLIANO

Michele Magliano* nato a Sapri(SA) il 22/10/1997, Dottore in Psicologia, influencer e scrittore.

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