Di Giuseppe Geppino D’Amico
La tradizionale rassegna culturale del Circolo Sociale Carlo Alberto 1886 di Padula, “Ottobre – Piovono Libri”, giunta alla 15esima edizione, ha assunto quest’anno carattere itinerante e nel pomeriggio di ieri è approdata a Sant’Arsenio, dove nella sala cultura della Banca Monte Pruno (partnership della rassegna insieme alla Tubifor di Padula) è stato presentato il romanzo di Piera Carlomagno, “Ovunque andrò”, edito da Solferino. Al tempo stesso, l’appuntamento conferma l’impegno per la cultura che la Banca Monte Pruno porta avanti da tempo e che già prevede ulteriori, importanti appuntamenti. Nel corso della manifestazione, oltre all’Autrice, sono intervenuti Michele Carrara (Presidente del Circolo organizzatore), Cono Federico (Direttore Generale della Banca Monte Pruno), Antonio Mastrandrea (Responsabile Area Executive Banca Monte Pruno) e l’avvocato Caterina Di Bianco (vice Sindaco di Padula).
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Laureata in lingua e letteratura cinese, giornalista professionista, Piera Carlomagno scrive per Il Mattino ed ha al suo attivo diversi noir; ha tradotto un’opera del Premio Nobel Gao Xingjian ed è fondatrice e direttrice artistica del SalerNoir Festival. Numerosi suoi racconti sono presenti in varie antologie e la sua produzione letteraria e giornalistica è stata insignita di diversi riconoscimenti. Ha pubblicato con Solferino “Nero lucano” (2021) e “Il taglio freddo della luna” (2022) e con Rizzoli “Una favolosa estate di morte”, opere che compongono una trilogia noir ambientata in Basilicata, oltre a una trilogia gialla ambientata a Napoli e un romanzo breve.

“Ovunque andrò” rappresenta una straordinaria metamorfosi narrativa, combinando la suspense tipica del giallo internazionale con le atmosfere di una grande saga familiare lucana. Ne risulta un romanzo teso e incalzante che attraversa il Novecento con personaggi eccentrici e una trama sorprendente fino all’ultima pagina. Una sparizione, forse un omicidio, un terremoto che divide un paese e una famiglia, tre luoghi “speciali”: questo e molto altro è possibile scoprire nel romanzo di Piera Carlomagno. Si parte da un giallo, ma è la stessa autrice a chiarire, nei ringraziamenti finali, che il libro è per molti versi un memoir. Nelle pagine di “Ovunque andrò”, il lettore viene immerso in una saga familiare che attraversa un secolo e luoghi a cui l’autrice è particolarmente legata: Napoli, Pechino e la Lucania, dove sono le origini della scrittrice. Il racconto prende il via da una sparizione avvolta dal mistero; un delitto – o presunto tale – che porta Tania C., protagonista e voce narrante, ad attendere una sentenza. Una struttura complessa, sviluppata su più piani narrativi che si intersecano nel tempo, così come spiegato da Piera Carlomagno che racconta come questo romanzo sia stato iniziato e poi sospeso negli anni, tornando più volte alla scrittura ogni qualvolta sentiva l’esigenza di riversare nel libro un po’ di sé stessa e delle proprie emozioni.

Il percorso narrato dalla protagonista è lungo e attraversa due guerre mondiali, il fascismo, il boom economico, il Pci di Berlinguer, fino ai gol di Diego Maradona e alle canzoni di Pino Daniele. L’autrice scava nelle epoche e nelle anime dei personaggi mantenendo sempre vivo il legame con il presente. Tutto inizia a Castrappeso, paese immaginario della Lucania che però l’autrice svela essere in realtà Fardella, paese della sua nonna materna, dove ha trascorso anni felici dell’infanzia. È il terremoto del 1935 a spaccare in due il paese e dividere anche il palazzo in cui vive la famiglia Di Salvia, anch’essa simbolicamente lacerata da quell’evento.
Ancora una volta, come nei precedenti lavori della Carlomagno, un ruolo fondamentale è affidato alle donne. La voce di Tania C. è pungente, rabbiosa, solitaria. L’autrice spiega tale scelta evidenziando che la complessità e la parte oscura dei personaggi femminili offrono un terreno narrativo più profondo e confessa che in fondo Tania trae molto proprio da lei. “Ovunque andrò” è un romanzo impegnativo ma di piacevole lettura, che conferma la piena maturità narrativa di Piera Carlomagno e la consacra come una delle migliori autrici italiane del genere noir e del memoir.


