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Con-Tatto – “Vota Antonio”: la campagna elettorale per le Regionali in Campania è cominciata davvero

Di Giuseppe Geppino D’Amico

Vota Antonio, Vota Antonio, Vota Antonio!”. Chi non ricorda la celeberrima scena del film Gli Onorevoli (1963), in cui il grande Totò, nel ruolo del candidato Antonio La Trippa, chiedeva il voto rivolgendosi a “elettori, inquilini, coinquilini e casigliani” utilizzando un imbuto come megafono? Da allora sono trascorsi 62 anni e il modus operandi della propaganda è cambiato. Ora i candidati usano altri mezzi. Mancano ancora pochi giorni alla presentazione delle liste, ma chi è sicuro della candidatura ha già iniziato il battage pubblicitario.

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Con il passare degli anni la propaganda politica è cambiata. In passato ci si affidava ai manifesti con le facce sorridenti dei candidati e ai comizi: le piazze si riempivano di sostenitori e il termometro della situazione era dato dalla presenza dei cittadini e dall’applausometro. A determinare i primi cambiamenti è stato l’arrivo dell’emittenza radiotelevisiva privata. Oggi i comizi sono merce rara: gli incontri pubblici avvengono nel chiuso di un locale scelto con cura – non molto grande, perché le sedie vuote vanno accuratamente evitate. E se il locale si riempie, si parla di bagno di folla. Per evitare qualsiasi rischio, c’è anche chi sceglie di presentare agli elettori il proprio programma nella saletta di un bar: poco impegno organizzativo e costi accessibili.

C’è poi un altro aspetto che rispetto a precedenti elezioni registra nuovi proseliti: il cambio di casacca, che non interessa solo alcuni consiglieri uscenti ma anche semplici militanti. “Tu non mi candidi? E io mi trasferisco armi e bagagli nell’altro schieramento!” . Ovviamente si cerca e si offre ai cittadini un’altra motivazione, che possa apparire più nobile, per cui la decisione di “avere sottoposto a revisione critica la propria ideologia” è frutto di una profonda riflessione che, inevitabilmente, ha prodotto la necessità di cambiare.

Per quanto riguarda le elezioni regionali del 23 e 24 novembre prossimi, in attesa della presentazione ufficiale delle liste, possiamo ritenere definitiva almeno la griglia di partenza dei candidati presidenti. Stando alle previsioni della vigilia, si sfideranno con possibilità di diventare Governatore Roberto Fico, ex Presidente della Camera, che aveva dovuto rinunciare al seggio in Parlamento per la decisione dei 5 Stelle di imporre ai propri parlamentari il limite dei due mandati, e il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli. Il primo può contare sul Campo Largo formato dai partiti del Centrosinistra, il secondo sui partiti di Centrodestra che sostengono il governo nazionale. Altri candidati in corsa – sebbene senza oggettive speranze di diventare Governatore della Campania – sono Stefano Bandecchi, sindaco di Terni e coordinatore di Alternativa Popolare; Giuliano Granato, portavoce di Potere al Popolo, sostenuto dalla lista Campania Popolare cui aderiscono anche Rifondazione Comunista e PCI; e Nicola Campanile, sostenuto dal movimento politico PER le Persone e la Comunità.

L’avversario più duro per tutti è rappresentato dall’astensione, che nelle ultime elezioni regionali nelle Marche, Calabria e Toscana ha superato il 50 per cento: in pratica, l’astensione è il primo partito. Non a caso sull’argomento sono intervenuti i Vescovi campani con un documento rivolto ai cittadini per incoraggiarli alla partecipazione democratica. Quello dei Vescovi è anche un richiamo ai candidati, ai quali si chiede coraggio e di proporre una visione coerente per il futuro dei giovani, per il lavoro e per la salvaguardia dell’ambiente. “Percepiamo – si legge nel documento – una stanchezza generale e diffusa verso la democrazia, una pigrizia culturale pericolosa. La democrazia non è un meccanismo astratto, ma un tessuto vivo che si nutre di partecipazione e di attenzione reciproca. Come ricordava Giorgio La Pira, ‘i destini di una città sono i destini dell’uomo che vi abita’. Ogni voto è un atto di fiducia e di responsabilità verso la comunità di appartenenza e verso chi verrà dopo di noi. La politica non è solo gestione del potere, ma cura delle persone e dei luoghi, investimento sul futuro comune”. Questo il pensiero dei Vescovi.

Per quanto riguarda il Vallo di Diano, conosciamo i nomi dei primi candidati consiglieri: finora siamo a quota sette. Agli uscenti Corrado Matera, che ha scelto il PD, e Tommaso Pellegrino, entrato nella Casa Riformista, si aggiungono come new entry Giovanni Guzzo, vicepresidente della Provincia (PD); Maria Antonia Pessolano, coordinatrice della sezione Vallo di Diano dell’Università telematica Pegaso (PSI); Federica Mignoli, consigliera comunale di Polla (Lega Salvini); Giuseppe Morrone di Buonabitacolo (Pentastellato della prima ora); e, annunciata sabato, la candidatura nella lista Fico Presidente dell’avvocato di Sala Consilina Francesco Di Paola, noto per il suo impegno nel campo dei diritti civili. La sua decisione ha destato una certa sorpresa, in quanto in passato non aveva preso in considerazione precedenti proposte di candidatura ricevute. Allo stato non risultano altri candidati del Vallo di Diano.

Va da sé che, se ce ne saranno altri, ne daremo subito notizia. Naturalmente torneremo sull’argomento a liste presentate. Nel frattempo, buona fortuna ai candidati già noti.

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