Di Giuseppe Geppino D’Amico

Immunoterapia del cancro: successi, limiti e prospettive”. Questo il tema della conferenza tenuta dal professore Michele Maio nell’ambito delle “Conferenze Estate 2025” organizzate dall’Associazione Palazzo Albirosa, presieduta dal prof. Antonio Federico, professore emerito di Neurologia presso l’Università degli Studi di Siena. Originario di Padula (è stato insignito della cittadinanza onoraria), Michele Maio è Professore Ordinario di Oncologia dell’Università di Siena e direttore del Centro di Immuno-Oncologia presso l’ospedale Santa Maria alle Scotte. Maio, insieme a tutta l’equipe, ha ottenuto straordinari risultati nella cura del cancro grazie all’immunoterapia. Si tratta di una nuova strategia che consiste nell’utilizzo dei farmaci epigenetici per fare in modo che il sistema immunitario riesca nuovamente a riconoscere ed attaccare il tumore. A Siena Michele Maio approda nel 2004 dopo essere stato negli Stati Uniti grazie a una borsa di AIRC, dove ha iniziato a studiare l’immunoterapia. Il New York Medical College, infatti, era uno dei soli sette centri negli Stati Uniti autorizzati dalla Food and Drug Administration a studiare l’interleuchina 2, un mediatore cellulare prodotto dai linfociti T e capace di regolare l’attività del sistema immunitario. Al rientro in Italia è ancora AIRC ad assegnargli il primo finanziamento per un progetto di ricerca, nel 1989. Ha pubblicato articoli scientifici su riviste di primissimo piano, da Lancet all’International Journal of Cancer, e alla prima specializzazione in ematologia alla Cattolica di Roma ha affiancato quella in oncologia, alla Federico II di Napoli. Il suo primo laboratorio italiano non è però a Napoli, ma al Centro di riferimento oncologico di Aviano (Pordenone).
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Un importante studio clinico in pazienti con melanoma metastatico è stato realizzato da Fondazione NIBIT con il contributo di Fondazione AIRC. I ricercatori guidati da Maio hanno dimostrato che la somministrazione successiva di guadecitabina e ipilimumab migliora la risposta del sistema immunitario: le cellule immunitarie riconoscono e attaccano più efficacemente le cellule tumorali modificate nel DNA dal precedente trattamento con il farmaco epigenetico. Grazie a un’analisi multi-omica integrata, è stato anche possibile suddividere i pazienti in quattro categorie, prevedendo meglio la risposta clinica e la sopravvivenza a cinque anni dal trattamento. La sperimentazione è alla fase 2, al momento su pazienti con tumore del polmone e melanoma, e i risultati sono incoraggianti: è raddoppiato il numero delle persone guarite. Non va dimenticato che, secondo i dati ufficiali, nel 2022 in Italia si sono registrati 436.242 nuovi casi di tumore, con 193.706 decessi.

Nel corso del suo intervento il prof. Maio ha tracciato un excursus della lotta ai tumori: fino alla fine dell’800 l’unico trattamento era quello chirurgico; in seguito si è passati alla chemioterapia e poi alla radioterapia. Solo nel ‘900 ha iniziato a farsi strada l’immunoterapia, che ha ottenuto pieno riconoscimento nel 2013. Un contributo fondamentale è stato offerto da due scienziati insigniti del Premio Nobel per la Medicina 2018, James Allison (Anderson Cancer Center di Houston) e Tasuku Honjo (Università di Kyoto), “per la loro scoperta della terapia del cancro mediante l’inibizione della regolazione immunitaria negativa”. “Le loro scoperte – ha affermato il prof. Maio – hanno spianato la strada all’avvento dell’immunoterapia, considerata l’ultima (e per certi versi la più affascinante) frontiera della lotta al cancro. Finora i risultati più significativi sono emersi nella terapia delle forme metastatiche del melanoma e dei tumori del polmone e del rene. Il loro lavoro sta permettendo all’oncologia di scrivere una nuova pagina e di cambiare la vita a milioni di pazienti in tutto il mondo”.

Nel corso dell’incontro, l’illustre relatore ha ricordato anche l’uscita del suo libro “Il cancro ha già perso”, scritto con Giovanni Minoli e pubblicato nel 2018. “Quel titolo senza punto interrogativo aveva suscitato perplessità, ma è un’affermazione vera: il cancro ha già perso più di una battaglia e verosimilmente perderà la guerra. Grazie all’immunoterapia oncologica, alcuni tumori – come il melanoma e certe forme di cancro del polmone – hanno davvero perso. Su molti altri, su cui sono in corso sperimentazioni, c’è ottimismo”. Ha poi aggiunto: “Il nostro sistema immunitario viene stimolato con i farmaci a fare quello che fa ogni giorno per difenderci, distruggere i corpi estranei, in questo caso le cellule tumorali. La chemio e la radioterapia tradizionali, invece, colpiscono tutte le cellule, non solo quelle malate”. Infine, rispondendo a una domanda sul rapporto tra ambiente e neoplasie, il prof. Maio ha sottolineato che “l’ambiente ha una notevole incidenza nell’aumento dei tumori”.
Al termine dell’incontro il prof. Federico ha tracciato un bilancio delle “Conferenze Estate 2025” organizzate dall’Associazione Palazzo Albirosa con il patrocinio del Comune di Polla. Ha ringraziato i partecipanti e annunciato nuove iniziative, tra cui un seminario in ottobre con 18 neuroscienziati da tutto il mondo, che sarà registrato e diventerà un docufilm a disposizione degli studiosi.