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A Castelnuovo Cilento il 16 novembre la presentazione del libro di De Marino e Galzerano

Di Giuseppe Geppino D’Amico

Sarà presentato giovedì 16 novembre (ore18,00) nell’Aula Consiliare del Comune di Castelnuovo Cilento il libro di Antonio De Marino e Giuseppe Galzerano dal titolo “Castelnuovo Cilento, Feudalità, potere e miseria” edito dallo stesso Galzerano.  Il programma prevede i seguenti interventi: Eros Lamaida (Sindaco); Antonio La Gloria; Mariella Marchetti; Giuseppe Galzerano e, in videoconferenza, Elvira De Marino.

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Un campanile e (ove presente) un castello rappresentano i segni identitari dei piccoli centri.  Intorno a questi due edifici, religioso il primo e laico il secondo, ruota la storia dei 7.901 paesi d’Italia che con le loro “microstorie” hanno contribuito a scrivere la storia nazionale che, però, almeno in passato ha “soffocato” quella locale, ingiustamente considerata minore. Fortunatamente, da diversi decenni sono sempre più numerosi gli studiosi che si sono dedicati alla ricerca della storia locale. Setacciando i temi della memoria, dell’identità e delle radici hanno fortemente caratterizzato il discorso pubblico e dei media sulla storia, facendo emergere avvenimenti sconosciuti ai più e uomini e donne che ne sono stati protagonisti. Nel volume Antonio De Marino e Giuseppe Galzerano ripercorrono tre secoli di una storia fatta di luci e ombre. Dalla lettura delle 300 pagine emerge anche il legame affettivo per Castelnuovo dei due autori ai quali va riconosciuto il merito di avere evidenziato con la necessaria acribia gli aspetti positivi ma anche quelli negativi che, specialmente nel passato, hanno condizionato non poco le vicende familiari e la storia del piccolo centro cilentano.

Il libro offre un importante spaccato sulla storia sociale e politica di Castelnuovo Cilento. La decisione di pubblicarlo è scaturita da un articolo di Antonio De Marino pubblicato nel 1952 sul settimanale “Il Gallo” di Nocera Inferiore e rinvenuto tempo fa da Giuseppe Galzerano, sempre attento alla ricerca di personaggi e avvenimenti storici locali e non solo. Attraverso la pubblicazione di importanti e introvabili documenti d’archivio, De Marino, scomparso nel 2007, docente di Latino e Greco presso il Liceo di Agrigento (fra i suoi allievi lo scrittore Andrea Camilleri), offriva ai lettori un breve ma importante spaccato degli usi civici che nei secoli scorsi hanno inciso non poco nella vita dei contadini meridionali.

Una storia di terra, di potere e di prepotenza, nella quale si ritrovano sia i nomi degli uomini che con coraggio ricorsero contro i marchesi Atenolfi, sia quelli dei terreni sottratti con la violenza e l’inganno agli usi civici. Nell’articolo di denuncia sociale e politica, il De Marino si schiera, forte degli insegnamenti paterni, dalla parte degli ultimi, dei poveri e dei contadini ai quali vengono sottratte le terre per cui sono costretti a lavorare quelle della nobiltà terriera. Una nobiltà rappresentata  a Castelnuovo Cilento per troppo tempo proprio agli Atenolfi: “Dal 1728 in poi, -scrive Galzerano nella prefazione- vengono documentate le coraggiose lotte dei contadini per gli usi civici contro il signorotto del paese insieme alla storia dei marchesi Atenolfi, deputati e senatori di Castelnuovo Cilento al Parlamento napoletano e al regno d’Italia dal 1848 al 1918. Nel 1860 Pasquale Atenolfi incontra prima Giuseppe Garibaldi a Salerno e poi lo accompagna a Napoli dal ministro Liborio Romano. Farà anche parte della delegazione di patrioti meridionali che a Grottammare (Ascoli Piceno) incontrerà Vittorio Emanuele II prima che il re incontrasse Giuseppe Garibaldi a Vairano Paternora”. In pratica, una storia di trasformismo già vista tante volte. Nel libro ci sono molte altre vicende (tra l’altro nell’Ottocento una colona degli Atenolfi è Rosa Mussolini, zia del duce, fatto del tutto sconosciuto) e le notizie sono riportate da documenti d’archivio e dalla stampa del tempo, che seguiva con particolare interesse i comizi e le vicende umane e politiche della famiglia Talamo Atenolfi. Un intreccio di storia locale e nazionale di cui gli Atenolfi sono stati protagonisti. A conclusione del volume vengono ricostruite le vicende relative alle opere di bonifica dei terreni e alla costruzione, nel 1913, della Fornace Velia che ha dato lavoro agli abitanti di Castelnuovo Cilento e dei paesi limitrofi fino al 1975, anno in cui l’attività è stata dismessa.

Indubbiamente il libro di Antonio De Marino e Giuseppe Galzerano offre un importante contributo alla storia di Castelnuovo Cilento. Una storia che, è questo l’auspicio, ci si augura possa approdare nelle scuole del territorio.

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Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
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