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Con-Tatto (VIDEO) – Fico verso la nuova Giunta: attese, equilibri e nodi politici dopo il voto

Archiviata la campagna elettorale, a tenere banco è il risultato uscito dalle urne: chi ha vinto? Tutti! Chi ha perso? Tanti, ma ad ammetterlo sono davvero in pochi, perché secondo la tradizione italica le vittorie hanno diversi padri; le sconfitte sono colpa di altri. Si studiano e si commentano i dati, ma sulla cresta dell’onda c’è ora un nuovo interrogativo: come sarà composta la nuova giunta del neopresidente Roberto Fico? Si dice che avrà una forte connotazione politica. I tempi, però, non sono brevissimi per una serie di adempimenti previsti dalla legge, precedenti alla convocazione del nuovo Consiglio.

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Prima che il presidente Fico possa ufficializzare in Consiglio i nomi dei nuovi assessori si dovrà procedere alla convalida degli eletti. Nei giorni scorsi il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Napoli ha chiesto alle Procure delle cinque città capoluogo di circoscrizione (Napoli, Salerno, Caserta, Avellino e Benevento) di consegnare entro il 1° dicembre (cioè entro oggi) i verbali con i risultati elettorali. Risultati che sono noti ma non ancora ufficiali perché pare che in qualche circoscrizione sia stato richiesto il riconteggio dei voti. Ricevuti i verbali, si potrà procedere alla convalida degli eletti e al passaggio delle consegne tra il presidente uscente Vincenzo De Luca e l’eletto Roberto Fico. Si pensa che questo possa avvenire entro il 10 dicembre. Quindi, entro venti giorni il consigliere più votato in assoluto, Giorgio Zinno del PD, potrà convocare la prima seduta consiliare, che potrà tenersi dopo cinque giorni dalla notifica ai consiglieri.

Nella seduta di insediamento il Consiglio dovrà procedere ad una serie di adempimenti, quindi il presidente Roberto Fico potrà comunicare la lista degli assessori, se pronta per quella data. Entro quella data potremmo conoscere anche la decisione del candidato del Centrodestra, il vice ministro degli Esteri Edmondo Cirielli, che dopo la sconfitta potrebbe anche decidere di rinunciare al Consiglio Regionale e tornarsene al ministero. Per ora sono voci, per cui le riportiamo per mero dovere di cronaca. Tornando alla giunta, se non ci saranno intoppi, potremmo trovarla sotto l’albero di Natale; altrimenti, gli assessori, novelli Re Magi, arriveranno a Palazzo Santa Lucia per l’Epifania.

A questo punto la domanda sorge spontanea: riuscirà Fico a mettere d’accordo in tempi brevi i partiti che lo hanno sostenuto e a comunicare i nomi degli assessori già nella prima seduta consiliare? L’unica cosa certa (quasi certa) è che le prime richieste sono già arrivate alle orecchie del presidente Fico attraverso le dichiarazioni di alcuni esponenti, primi fra tutti Clemente Mastella, che ha portato in Regione il figlio Pellegrino e un altro consigliere, e i Socialisti del segretario nazionale Vincenzo Maraio, che ne hanno tre. Senza dimenticare le richieste del PD e quelle del governatore uscente Vincenzo De Luca, che molti osservatori considerano il vero vincitore delle elezioni, potendo contare su un discreto manipolo di consiglieri. Se Mastella e Maraio vogliono un assessore, è difficile che De Luca possa accontentarsi di un solo assessore. Del resto, la civica “A Testa Alta”, da lui creata, ha ottenuto l’8,34% dei voti, superando di tre punti quella di “Fico Presidente” ferma al 5,41%.

Oltre ai salernitani Corrado Matera, Franco Picarone (eletti nella Lista del Partito Democratico) e Luca Cascone (Lista “A Testa Alta”), approdano in Consiglio altri fedelissimi non salernitani: Giovanni Porcelli, l’ex assessore alla Scuola Lucia Fortini, e Loredana Raia, eletta tra i Dem a Napoli. Senza dimenticare i cosiddetti “dialoganti”, fra i quali potrebbe esserci Giovanni Maria Cuofano, eletto con la lista di Fico, ma che all’epoca del suo mandato da sindaco di Nocera Superiore era stato sostenuto anche dagli uomini di De Luca. Tra i nomi che circolano per la nuova giunta sono almeno quattro i salernitani in rampa di lancio: oltre al vicepresidente uscente Fulvio Bonavitacola, alter ego di De Luca negli ultimi dieci anni, circolano i nomi di Corrado Matera, primo degli eletti nella lista ufficiale del PD, di Luca Cascone, “Mister Preferenze” in provincia di Salerno con la lista “A Testa Alta”, e di Andrea Volpe, rieletto con una valanga di voti con la lista Avanti-PSI.

Intanto, mantenendo fede a quanto dichiarato durante la campagna elettorale, (“Certamente non starò zitto e dirò sempre quello che penso”), De Luca ha ripreso a parlare e, a chi – come il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi – esaltava il Campo largo, ha risposto deciso: “C’è molta confusione, gente con la memoria corta: il campo largo lo abbiamo fatto qui cinque anni fa. E quell’alleanza prese un milione e 800mila voti, cioè 500mila voti in più che in questa tornata elettorale. Cinque anni fa sono stato votato dal 70% dei cittadini. I cinquestelle – ha poi aggiunto – non hanno aderito alla coalizione per una loro scelta, non per una mia scelta, perché erano ancora nella fase ideologica e non c’era stata l’innovazione di Conte”. Come dire? “Il Campo largo l’ho inventato io. Punto!”.

Sempre per quanto riguarda i risultati, c’è da dire che ogni partito li legge in base alle proprie esigenze, se non altro per mantenere alto il morale dei propri sostenitori. E qui la storia si ripete: chi ha vinto esulta; chi ha perso giustifica il risultato con il ma sgarrupativo”: ammette la sconfitta “ma” evidenzia il dato numerico, avendo ottenuto più voti rispetto ad una elezione precedente.

Concludiamo con una considerazione che riguarda il Vallo di Diano. Polla e Sassano sono i paesi dove si è registrata la percentuale più alta di votanti (rispettivamente 66% e 65%). Fanalino di coda Padula, dove la percentuale è stata del 30%. I motivi? Sono talmente tanti, distanti e diversi che non basterebbero tre puntate di Con_tatto per analizzarli tutti.

Quindi, ci limitiamo a porre un interrogativo in merito all’impegno dei sindaci e degli amministratori del Vallo di Diano: quanto hanno inciso nel risultato elettorale del proprio comune? Quanti di loro si sono impegnati e quanti hanno preferito non “disturbare” i propri concittadini, lasciandoli liberi di scegliere? Ognuno è libero di porsi la domanda e darsi la risposta, tenendo conto dei risultati usciti dalle urne del proprio paese.

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