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Sant’Arsenio si stringe attorno alla Panchina Rossa: una comunità unita contro la violenza sulle donne

Anche quest’anno la comunità di Sant’Arsenio ha voluto far sentire la propria voce in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne. L’iniziativa, svoltasi ieri pomeriggio presso la Panchina Rossa di Piazza Europa, ha richiamato alcune cittadine ed alcuni cittadini per un momento di riflessione condivisa.

La Panchina Rossa, simbolo ormai consolidato di memoria e impegno civile, è stata circondata da scarpe rosse, petali e una candela accesa, elementi evocativi che hanno dato vita a un’atmosfera di raccolta e consapevolezza. L’incontro, annunciato dalla locandina ufficiale dell’evento, ha ribadito un messaggio chiaro: “Ogni singolo gesto conta: le parole che diciamo, le azioni che compiamo e la cultura che coltiviamo.”

A portare il saluto dell’amministrazione comunale è stata Annamaria Mazzariello, consigliere comunale di Sant’Arsenio, che ha ribadito con forza la necessità di non voltarsi dall’altra parte: “25 novembre siamo qui riunite per dire forte e chiaro: No alla violenza in tutte le sue forme, fisica, sessuale, psicologica ed economica. Dobbiamo rompere il silenzio e sostenere le vittime, e questo lo possiamo fare con un cambiamento culturale e con il supporto delle associazioni esistenti sul territorio: il Centro Antiviolenza Aretusa del Consorzio Sociale S10, Differenza Donna, che aiutano tante donne a restituirle una vita libera dalla violenza.”

Parole che hanno sottolineato l’importanza di una rete territoriale capace di accogliere, proteggere e accompagnare chi è vittima di abusi.

Significativo anche l’intervento di Don Martino Romano, parroco della Parrocchia di Santa Maria Maggiore, che ha invitato i presenti a non fermarsi alla commemorazione: “Ricordo, preghiera, impegno: non basta ricordare e pregare per le donne vittime di violenza. È necessario impegnarsi affinché non ci siano mai più fatti spiacevoli dove la violenza, di qualsiasi genere, venga perpetrata ai danni dell’essere umano. Si tratta di ridare la dignità di persona ad ogni uomo e ad ogni donna. Per questo è necessario il richiamo alla responsabilità civile affinché recuperi tutti i valori necessari per costruire una società migliore e, per noi che crediamo, l’annuncio del Vangelo quale norma e regola di vita.”

Un invito alla responsabilità personale e collettiva, affinché la cultura del rispetto diventi fondamento della convivenza civile.

Tra le promotrici dell’iniziativa è intervenuta anche Marilena Di Ruberto, che ha ricordato come i dati sulle vittime di violenza mostrino un quadro ancora preoccupante: “Ci ritroviamo nuovamente vicino a questa panchina, in data 25 novembre. A malincuore dobbiamo constatare che i numeri delle vittime non sono diminuiti, anzi le cronache ci dicono che superano quelli degli altri anni. Bisogna fare una riflessione: qualcosa non sta funzionando. Noi, nel nostro piccolo, cosa possiamo fare? ‘Fare rumore’, non stare in silenzio davanti a situazioni che chiaramente non evolveranno in modo positivo.”

Il suo intervento è stato un accorato appello affinché ognuno si senta parte attiva del cambiamento e non semplice spettatore.

Nel momento di raccoglimento, Vito Capaccio ha condiviso con i presenti una sua composizione dedicata al tema della violenza di genere. Un gesto che, come spesso accade nelle ricorrenze più sentite dalla comunità, ha dato ulteriore profondità emotiva all’incontro.

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