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Sarà proiettato questa sera in Piemonte il film “Sui passi di Pier Giorgio Frassati”

Di Geppino D’Amico

Sarà presentato questa sera in anteprima nazionale a Candelo, in provincia di Biella, il film documentario “Sui passi di Pier Giorgio”, diretto da Manuele Cecconello e prodotto dalla Diocesi di Biella e dalla Parrocchia di Pollone con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione Crb e Fondazione Crt. Il film racconta il legame profondo tra Pier Giorgio e il territorio biellese, tra Villa Ametis, Oropa e i sentieri della sua giovinezza. Il lavoro, ambientato in gran parte lungo il Sentiero Frassati internazionale dell’Italia, a Pollone, è un ritratto poetico e spirituale di Pier Giorgio Frassati, il giovane santo che visse la fede con la forza contagiosa della montagna. 

Antonello Sica

A parlare del rapporto con la montagna, nei suoi aspetti più spirituali, nel film documentario di Manuele Cecconello sono inseriti, tra gli altri, gli interventi di Antonello Sica (ideatore dei “Sentieri Frassati” e, in particolare, del primo sentiero, realizzato nel Vallo di Diano e inaugurato il 23 giugno del 1996, lungo un suggestivo e impegnativo al tempo stesso che  parte dal Battistero di San Giovanni in Fonte, nel comune di Padula, per concludersi dopo diversi chilometri nella parte alta di Sala Consilina); Giuseppe Notarstefano (presidente dell’Azione Cattolica Italiana), Roberto Falciola  (vicepostulatore della causa di canonizzazione) e don Luca Bertarelli (parroco di Pollone). Ricche e vivaci le testimonianze corali, come quelle dei ragazzi dell’oratorio di Pollone e di alcuni soci della Giovane Montagna di Torino. Del film documentario “Sui passi di Pier Giorgio” si sta preparando anche una versione internazionale in inglese, con voice over maschile e femminile, e  l’auspicio è che essa possa presto divenire un ulteriore e importante strumento per stimolare la realizzazione di una rete anche internazionale di “Sentieri Frassati”. 

Pier Giorgio Frassati nacque nel 1901 a Torino da una famiglia della borghesia  piemontese: la madre, Adelaide Ametis, era un’affermata pittrice, mentre suo padre era Alfredo Frassati, noto giornalista e direttore del quotidiano “La Stampa”, Senatore del Regno d’Italia nel 1913. Una poliomielite fulminante, contratta nelle case dove si recava a prestare il suo aiuto ai poveri, lo condusse alla morte dopo un’agonia di sei giorni, nella sua casa di Torino, la mattina del 4 luglio 1925. Fu beatificato il 20 maggio 1990 da Papa Giovanni Paolo II. Da allora i suoi resti mortali sono conservati, miracolosamente incorrotti, a Torino nella cattedrale di San Giovanni Battista. E’ stato canonizzato da Papa Leone XIV in Piazza San Pietro insieme ad un altro giovane, Carlo Acutis.

Pier Giorgio Frassati è conosciuto nel Vallo di Diano fin dagli anni ’30 del secolo scorso per via di un quadro custodito a Sala Consilina nella Parrocchia di San Pietro. L’opera, su tela, è tratta da un quadro di Alberto Falchetti e fu donata dalla madre di Pier Giorgio Frassati al parroco don Giovanni Siciliano, che al giovane aveva intitolato un Circolo di Azione Cattolica. Un altro esemplare del quadro è custodito nella parrocchia del Sacro Cuore di Prato Perillo. La notizia dell’uscita del film, nelle sale ha avuto ampio rilievo sugli organi di informazione.

In un’intervista rilasciata alla giornalista del quotidiano “La Stampa”, Simona Romagnoli,  il regista Manuele Cecconello ha illustrato le motivazioni del film del quale ha scritto anche la scenografia: “Anni fa mi ero interessato alla sua figura e avevo condiviso con don Luca Bertarelli l’idea di raccontarlo partendo dai luoghi della sua giovinezza. Esiste da tempo un flusso di persone, ricche di spiritualità e di altezza di pensiero, che giunge nel Biellese sulle tracce di Frassati. Collegando simbolicamente Villa Ametis al Santuario di Oropa, il film restituisce tutta la bellezza del territorio biellese, rimarcando il parallelismo tra l’ascensione fisica e quella spirituale…Pier Giorgio non viveva la montagna come esperienza agonistica o adrenalinica, ma piuttosto come fatica fisica connessa alla fatica spirituale: salire in alto per arrivare in luoghi che non puoi raggiungere altrimenti. Andava in montagna per entrare in comunione con il creato, inteso come l’ambiente naturale, gli altri e anche se stesso. Una valenza spirituale più ampia nella quale mi sono ritrovato”.

In merito all’attualità del messaggio di Pier Giorgio Frassati il regista Ceccanello si è così espresso: “Il punto è proprio questo: non occorre guardarlo come un santo inarrivabile. La canonizzazione non lo mette su un piedistallo, ma ci ricorda che la santità si costruisce qui, nella fatica quotidiana. È una prossimità, non un mito. Pier Giorgio ti fa sentire che quella strada la puoi percorrere anche tu. Non servono miracoli straordinari, ma piccoli miracoli quotidiani”. L’auspicio è che il film possa essere proiettato anche nel Vallo di Diano.

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