di Elia Rinaldi
Una serata che ha trasformato l’antico Palazzo Morone di Caggiano in un laboratorio dell’anima, dove dieci performer provenienti da tutta Italia hanno dato vita a “Edipo. L’insaziabilità dei corpi”, spettacolo conclusivo di un intenso workshop internazionale sulle arti performative.

L’evento, realizzato grazie alla collaborazione tra Teatro delle Bambole, Fondazione Morra – Archivio Vettor Pisani, Museo Hermann Nitsch, Comune di Caggiano e Casa del Contemporaneo, rappresenta un tassello importante del progetto culturale “Atlantide nuova Atlantide” ideato da Giuseppe Morra.

Al centro dell’esperienza artistica la figura di Andrea Cramarossa, poeta, regista e attore che ha guidato il gruppo di partecipanti attraverso un percorso di ricerca innovativo. Cramarossa, anima del Teatro delle Bambole e fondatore della Scuola edipica delle arti performative, ha sviluppato negli anni un approccio rivoluzionario al teatro, basato sull’utilizzo consapevole del suono e della voce come strumenti di espressione drammatica.
Il lavoro presentato ieri sera affonda le radici in una metodologia che fonde gli studi di Gisela Rhomert sul suono con l’esperienza visionaria del Teatro delle Orge e dei Misteri di Hermann Nitsch. Il risultato è una forma teatrale che supera i confini tradizionali della rappresentazione, creando un’esperienza totalizzante che coinvolge tutti i sensi.
I dieci performer – Alessia Amoruso, Ambra Amoruso, Chiara Bianchi, Emilia Brescia, Federico Gobbi, Mila Granozio, Fabio Guarucci, Antonio Pauletta, Maurizio Sarni e Giuseppe Stringato – hanno trasformato lo spazio scenico in un universo polifonico dove i corpi diventano strumenti musicali, veicoli di significati che vanno oltre la parola.
L’ispirazione teorica dell’opera attinge dalla filosofia teatrale di Antonin Artaud, il grande drammaturgo francese che teorizzò il “teatro della crudeltà”. La visione artaudiana, che prevedeva la dissociazione dell’attore dal proprio corpo per raggiungere una verità espressiva più profonda, trova in questa performance una declinazione contemporanea attraverso l’uso della ritmica corporea e della mistica dei colori.
La figura di Hermann Nitsch emerge come ulteriore punto di riferimento fondamentale. L’artista austriaco ha rivoluzionato il concetto stesso di teatro con il suo “Das Orgien Mysterien Theater”, una forma espressiva che elimina completamente l’uso della parola per concentrarsi su un coinvolgimento sensoriale totale. La sua ricerca, che esplora i confini tra spiritualità apollinea e istinti dionisiaci, ha influenzato profondamente l’approccio metodologico del workshop.
L’evento di Caggiano si inserisce in un contesto culturale più ampio che vede il teatro contemporaneo alla ricerca di nuovi linguaggi espressivi, capaci di rispondere alle esigenze comunicative della società attuale. La performance ha dimostrato come sia possibile creare un ponte tra tradizione teatrale e sperimentazione, offrendo al pubblico un’esperienza artistica che va oltre l’intrattenimento per diventare momento di riflessione esistenziale.
La scelta di Palazzo Morone come location non è casuale: l’architettura storica ha fatto da contrappunto alle sperimentazioni contemporanee, creando un dialogo suggestivo tra passato e presente, tra tradizione e innovazione. Il pubblico presente ha potuto assistere a una forma di teatro che sfida le convenzioni, proponendo un modello artistico dove il corpo diventa il vero protagonista della narrazione scenica.