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“Roscigno Vecchia è viva”: successo per il libro di Chiara Francini “Le querce non fanno limoni”

Di Geppino D’AmicoFoto Gianluigi Casella

Nuovo appuntamento culturale a Roscigno Vecchia nell’ambito della manifestazione “Roscigno Vecchia è viva”. E continua a raccontarsi, sera dopo sera, con la voce di chi sa ancora credere nella forza delle idee. La manifestazione è organizzata dalla Banca Monte Pruno in collaborazione con il Comune e la Pro Loco Roscigno Vecchia. Protagonista della serata Chiara Francini, attrice, scrittrice e volto amato della cultura italiana contemporanea che ha presentato il suo ultimo romanzo “Le querce non fanno limoni” .

Intervenendo dal palco il sindaco di Roscigno, Pino Palmieri, ha ricordato che il comune è impegnato insieme alla Banca a rilanciare il vecchio borgo. Per farlo bisogna spendere bene i soldi disponibili e c’è bisogno di giustizia sociale”. Il direttore generale della Banca Monte Pruno, Cono Federico, ha romarcato quanto già annunciato in precedenti occasioni: “La Banca c’è e a maggior ragione c’è a Roscigno dove la storia ha avuto inizio e dove la storia continua”. Da parte sua Roberto Vargi di DLive Media ha ricordato la nascita dell’Associazione presso l’Università di Salerno e la lunga collaborazione con la Monte Pruno che ha dato vita ad una collaborazione importante che lo scorso anno si è maggiormente cementata con la realizzazione del docufilm “I segreti dei luoghi perduti”. Ha coordinato gli interventi Chiara di Miele. Ma perché “Le querce non fanno limoni”? E’ un detto popolare toscano raccontato all’autrice dalla madre e significa che ognuno dovrebbe agire secondo la propria natura e le proprie capacità, senza cercare di essere qualcosa che non è. In altre parole, non si può pretendere da una persona (o da una cosa) qualcosa che non rientra nelle sue caratteristiche intrinseche

Un motto che ricorda il nostro “Non si può estrarre del sangue da una rapa” o ancora quello indigeno “E’ fallita la fabbrica dei metri e nessuno si misura più”. In pratica, è  un invito a essere autentici e ad accettare le proprie qualità e limiti. Non bisogna cercare di imitare o essere qualcun altro, ma valorizzare ciò che si è. L’ultimo volume della Francini, che ha al suo attivo precedenti pubblicazioni,  è un romanzo epico, intimo e corale che attraversa cinquant’anni di storia italiana, tra la seconda guerra mondiale e gli anni di piombo. Una storia di Resistenza, di passioni, di famiglie scucite e ricucite, di lotte che lasciano cicatrici, ma anche la forza di stare in piedi. Protagonista è Delia, ex partigiana, donna indimenticabile che affronta la guerra, l’amore e la perdita costruendo – pietra su pietra, voce dopo voce – un luogo reale e simbolico: il Cantuccio, rifugio concreto e ideale, spazio di condivisione, speranza e memoria. Attorno a lei e dopo di lei si muovono Irma, Mauro, Angela, Carlo, Sandro, Lettèria, Gigione e molti altri, personaggi vividi che si intrecciano in una narrazione tessuta come un arazzo di voci, dialetti, cicatrici e sogni. Ambientato tra Firenze e Campi Bisenzio, “Le querce non fanno limoni” dà corpo alla Storia con la “S” maiuscola – le torture a Villa Triste, la Liberazione, la strage di piazza Fontana, le contraddizioni della sinistra extraparlamentare – ma la filtra attraverso i gesti quotidiani, i silenzi, le pentole sul fuoco, le parole non dette.

Ogni pagina è intrisa di una lingua viva che alterna lirismo e parlato popolare, una lingua che canta, piange, resiste. È un romanzo sull’eredità – politica, affettiva, ideologica. Sul modo in cui la memoria passa, si nasconde, si rivela. E sul coraggio di non farsi travolgere dal passato, ma di comprenderlo per poter andare avanti. Non a caso nel suo intervento Chiara Francini (V. intervista) ha ricordato la celeberrima frase di Piero Calamandrei tratta dal discorso del 1955 sulla Costituzione rivolto ai giovani: “Se volete sapere dove è nata la Costituzione, dovete guardare non solo ai luoghi istituzionali, ma soprattutto ai luoghi della Resistenza, come le montagne, le carceri e i campi, dove sono morti gli italiani per la libertà”.

In altre parole, il messaggio di Calamandrei è che la Costituzione non è solo un insieme di articoli, ma il risultato di una lotta per la libertà e la democrazia, combattuta da persone comuni in condizioni estreme. Per comprendere appieno il valore della Costituzione, è necessario conoscere la storia di chi l’ha resa possibile, andando oltre i libri e i palazzi del potere. Ma oltre  al periodo della Resistenza il volume affronta anche il periodo contemporaneo che inizia nel 1973 con gli anni di piombo a cui l’Italia ha saputo opporsi con il sacrificio di Uomini dello Stato, politici e giornalisti che hanno pagato con la vita l’impegno per la difesa delle Istituzioni democratiche. Certamente “Le querce non fanno limoni” è un romanzo storico, ma è anche un romanzo dell’esistenza, un romanzo che si interroga su cosa voglia dire resistere: all’ingiustizia, al disincanto, al dolore, al tempo.

E lo fa con una scrittura insieme colta e piena di umanità, che accoglie ogni personaggio come fosse una storia vera, da proteggere. Perché una vita felice significa aver combattuto. A conclusione della serata l’intervento del presidente della Banca Monte Pruno, Michele Albanese (V. intervista) il quale si è detto particolarmente soddisfatto dei risultati di questo progetto annunciando che l’anno prossimo sarà ripetuto in altre località delle zone interne, a cominciare dalle Grotte di Castelcivita.

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Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
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