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Salerno tra le città più sole d’Italia: il 56% degli abitanti si sente isolato

di Elia Rinaldi

In una città affacciata sul mare, dove il paesaggio richiama l’idea di benessere e convivialità, la solitudine sembra una contraddizione. Eppure a Salerno oltre la metà della popolazione dichiara di sentirsi sola. È quanto emerge da una recente analisi condotta da Unobravo, piattaforma italiana di psicologia online, che ha studiato il fenomeno dell’isolamento urbano in 28 città italiane.

Salerno figura al settimo posto tra i centri urbani con il più alto indice di solitudine. Secondo il report, il 56% dei salernitani ammette di vivere un senso di disconnessione emotiva nella propria città, nonostante la vivibilità generale e le dimensioni contenute del contesto urbano. Il 37% dei nuclei familiari è composto da una sola persona, segno di una struttura sociale sempre più frammentata.

La solitudine non è più un fenomeno limitato agli anziani. I dati indicano che sono soprattutto i giovani tra i 25 e i 34 anni a segnalare maggiore isolamento. La diffusione del lavoro da remoto, che riduce le occasioni di interazione quotidiana, incide sulla percezione di distacco anche nelle fasce più attive della popolazione. A questo si aggiungono dinamiche familiari sempre più fluide: un aumento dei single, un calo dei matrimoni e una crescita dei nuclei monogenitoriali.

A Salerno, come nel resto d’Italia, si assiste a un cambiamento nei modelli relazionali e nelle abitudini di vita. Anche chi ha un partner non è immune dal fenomeno: il 67% degli italiani in coppia riferisce di sentirsi solo nella propria città, a conferma che la solitudine urbana non dipende soltanto dallo stato civile, ma dalla qualità delle relazioni.

L’analisi di Unobravo si è basata su tre parametri principali: le ricerche online legate alla solitudine, la quota di famiglie monocomponente e la percezione diretta espressa in un sondaggio nazionale su 1.527 italiani. Salerno si colloca dietro città come Milano, Genova e Roma, ma davanti ad altre realtà urbane di pari dimensioni.

Il dato che riguarda Salerno è significativo: mostra come il fenomeno della solitudine non risparmi le città del Sud né quelle con una forte identità locale. La vita di quartiere, un tempo elemento distintivo dei centri più piccoli, sembra oggi non bastare più a contrastare l’isolamento.

Per gli esperti, affrontare il problema richiede un approccio integrato: spazi di socialità accessibili, reti di supporto informale, politiche locali attente alla coesione. Secondo Valeria Fiorenza Perris, psicoterapeuta e direttrice clinica di Unobravo, la solitudine è spesso legata a una mancanza di connessioni autentiche. “Non è il numero di persone attorno a determinare il benessere psicologico, ma la qualità dei legami che si riescono a costruire”.

Il fenomeno, in crescita in tutta Italia, pone interrogativi anche su come progettare la città del futuro: non solo in termini di servizi, ma anche di relazioni. E Salerno, al pari di altre realtà, è chiamata a rispondere.

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