Search

Addio a Pamela Satrina, fotoreporter e compagna di vita del giornalista Lamberti Sorrentino

Di Giuseppe Geppino D’Amico

Si è spenta all’età di 83 anni a Sutri, piccolo centro della Tuscia in provincia di Viterbo, Pamela Satrina, vedova del giornalista Lamberti Sorrentino, storico inviato di guerra e amico di Indro Montanelli, originario di Sala Consilina, dove era nato e dove è sepolto. I funerali si svolgeranno sabato a Sutri, alla presenza del figlio Tancredi Sorrentino e di alcuni familiari di Sala Consilina.

Pamela Satrina aveva conosciuto Lamberti Sorrentino all’età di 17 anni a Roma e aveva iniziato a vivere con il giornalista salese nel 1966, all’età di 24 anni, prima a Capri (fino al 1990) e poi a Sutri. Appassionata di fotografia – aveva seguito un corso quando viveva ancora negli Stati Uniti – la Satrina aveva iniziato a lavorare come fotoreporter quasi per caso, quando Lamberti Sorrentino l’aveva invitata a seguirlo in Oriente per un reportage (Vietnam, Hong Kong, Cina e USA i Paesi nei quali aveva lavorato insieme al marito). Il suo primo servizio lo realizzò nel 1967 in Vietnam, a Saigon, per il settimanale Tempo.

Pamela Satrina a Sala Consilina

Durante un viaggio in Argentina con Lamberti, ebbe l’occasione di conoscere il grande poeta e scrittore Jorge Luis Borges. Per una foto scattata a un edificio – che si rivelò essere una caserma militare – furono arrestati per alcune ore, decidendo poi di spostarsi in Brasile. Da allora Pamela ha girato il mondo accanto al marito, prima di stabilirsi definitivamente a Sutri, dove si è spenta nei giorni scorsi.

L’ultima visita di Pamela Satrina a Sala Consilina risale a una delle prime edizioni del Premio di Giornalismo dedicato a Lamberti Sorrentino e riservato agli inviati di guerra, organizzato dall’Amministrazione Provinciale di Salerno, presieduta da Alfonso Andria, su proposta dell’Assessore Angelo Paladino.

*****

Lamberti Sorrentino è stato un giornalista e critico letterario italiano. Nato a Sala Consilina il 16 novembre 1899, fu volontario durante la Prima Guerra Mondiale e partecipò alla presa della città di Fiume come seguace di D’Annunzio, con il quale ebbe anche diversi contrasti. La sua carriera giornalistica cominciò come corrispondente per il quotidiano Roma, dove scrisse articoli di critica letteraria. Nel 1923 si trasferì in Brasile, a San Paolo, dove fu coinvolto nell’ondata rivoluzionaria. Condannato a morte dopo la repressione del movimento, si rifugiò in Argentina, dove cominciò a scrivere per il quotidiano La Nación, raccontando la “grande avventura” delle Pampas. Come raccontò Indro Montanelli, era soprannominato il pampero. Collaborò con La Patria degli Italiani e divenne poi redattore capo de Il Mattino d’Italia. Successivamente fu inviato speciale per importanti reportage in Italia e all’estero per i settimanali Tempo ed Epoca.

Al rientro in Italia cominciò un’attività giornalistica regolare per il regime, seguendo come corrispondente le guerre in Etiopia, Spagna e Albania. In Africa Orientale fondò il Corriere Sudetiopico. In Spagna fu responsabile dei servizi giornalistici italiani, scrivendo anche per la radio. Dalla fine degli anni Trenta collaborò con Il Telegrafo, Il Tempo e l’omonima rivista della Mondadori, diretta da Indro Montanelli. Fu tra i primi giornalisti a recarsi di persona nelle retrovie e sui campi di battaglia durante le campagne d’Africa e Russia nella Seconda Guerra Mondiale. Fu anche il primo a prevedere la sconfitta dei tedeschi e i cambiamenti futuri dell’URSS. Di ritorno dalla Russia, fu catturato dalla Gestapo e detenuto nel campo di concentramento di Mauthausen, da cui fu liberato dagli americani nel 1945.

Amico del genero di Mussolini, Galeazzo Ciano, che lo cita nei suoi Diari, Lamberti Sorrentino è considerato l’ideatore del “fototesto”, forma espressiva in cui ciò che l’articolo non dice viene raccontato dalle immagini. Ebbe anche esperienze come attore nel film Domani è un altro giorno con Anna Maria Ferrero e Arnoldo Foà, e fu corrispondente RAI dal Canada dal 1960 al 1961. Morì il 9 maggio 1993 e, come da suo volere, fu sepolto a Sala Consilina. Che non lo ha dimenticato: oltre al premio di giornalismo a lui intitolato – che ha visto tra i premiati nomi illustri come Ettore Mo, Mimmo Candito, Vittorio dell’Uva, Monica Maggioni, Tiziana Ferrario, Carmen Lasorella – la città gli ha dedicato una via e una associazione di giornalisti che porta avanti la sua memoria.

Tra i suoi libri più noti: Io, soldato d’Europa, Che Guevara è morto a Cuba, Sognare a Mauthausen, Isba e Steppa, Questa Spagna, L’America Latina è un continente povero, Pechino contro Mosca, Da Bel Ami a Lili Marlene.

Condividi l'articolo:
Write a response

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Close
Magazine quotidiano online
Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
Close