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Salernitana, Ultras, seggiolini e ipocrisie: la trave è nel Palazzo

Di Giancarmine Vicinanza

I seggiolini divelti allo stadio Arechi di Salerno sono la pagliuzza. La trave, invece, sta nell’occhio della Lega Calcio e della FIGC che hanno riscritto le regole in corsa, calpestando ogni principio di equità sportiva. La reazione scomposta degli ultras granata è da condannare, ma se guardiamo oltre i seggiolini che giacciono sull’erba del principe degli stadi, c’è un sistema che ha perso credibilità. “È morta la giustizia” diceva Alberto Sordi ne Il Marchese del Grillo. Un pó quello che è capitato con la modifica delle regole dei playout avvenute a campionato concluso, rimandando tutto di un mese e consentendo alla Sampdoria di sostituire il Brescia nello spareggio salvezza.

Un’operazione di alchimia regolamentare che è di una violenza più subdola del becero lancio di qualche seggiolino divelto che non ha colpito e non ha ferito nessuno. Il campionato aveva emesso il verdetto. Brescia salvo. Salernitana ai play out con il Frosinone e Samp in C. Poi con la bacchetta magica il Brescia è stato retrocesso d’ufficio, il Frosinone salvato automaticamente, la Sampdoria ripescata dal limbo per giocarsi la Serie B contro i Granata. Se il Brescia doveva essere retrocesso per irregolarità amministrative la soluzione logica era cristallina: Salernitana-Frosinone avrebbero dovuto giocare il playout regolare, la perdente sarebbe stata salvata. Invece no.

salernitana

Per capire la gravità dell’azione è come se durante una partita di calcio l’arbitro decidesse di cambiare le regole in corsa. Il paradosso raggiunge poi l’apice con la Sampdoria che naviga in un mare di debiti: ha chiuso il bilancio 2024 con un conto in profondo rosso, pare almeno 40 milioni. Il piano concordatario della Sampdoria, sud iudice del Tribunale di Genova, è un castello di carte subordinato alla promozione in A, figuriamoci con una retrocessione in Serie C che avrebbe reso il piano insostenibile. I seggiolini si possono riparare in qualche giorno. La credibilità del calcio italiano presenta un vulnus nella sua credibilità. E mentre le telecamere di Dazn e delle varie tv seguono il dito senza scorgere la luna, tanti si sono fermati al lancio dei seggiolini, ma non si sono accorti che, intanto, “è morta la giustizia”. Il calcio italiano merita di meglio.

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I tifosi della Salernitana, al di là dei seggiolini, hanno ragioni da vendere per sentirsi traditi anche alla luce delle sviste arbitrali e di quelle della sala var che hanno compromesso il primo tempo della finale di ritorno. La trave sta nelle regole del gioco che vengono cambiate a partita in corso. A quel punto finisce lo sport e inizia il teatro.

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