Di Geppino D’Amico
Polla e l’integrazione: un binomio possibile. Una testimonianza in tal senso la si è avuta sabato scorso nel corso dell’evento “Il gusto dell’Integrazione. Cibi e Religioni ”, svoltosi sulla scalinata antistante il Santuario francescano di Sant’Antonio con la presenza di numerosi cittadini provenienti anche da altri paesi. La manifestazione, organizzata dal Comune di Polla e dalle Cooperative sociali Il Sentiero e Tertium Millennium di Teggiano, è stata inserita nel fitto calendario di appuntamenti che l’Associazione culturale “Sant’Antuniello”, presieduta da Rosario Salvitelli, ha messo in campo in occasione della solennità di Sant’Antonio di Padova.
Protagonisti della manifestazione i giovani migranti ospiti dei Progetti SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione) attivi già da diversi anni a Polla che ospita 36 minori non accompagnati, alcuni dei quali studiano, altri si sono già inseriti nel mondo del lavoro.

Sul palco si sono alternate Maria Botta, operatrice legale del progetto SAI Ordinari di Polla (Tertium Millennium) con Gajendra e ancora Rosa Petraglia, psicologa e referente del progetto SAI dei MSNA di Padula (Il Sentiero) con Fofana e Ibrahima .

Circa dieci ragazzi del progetto SAI MSNA attivo a Polla (presso la struttura Padre Damasceno e la Comunità alloggio “La Girandola”,) si sono esibiti in musiche, danze e canti africani, frutto del laboratorio di musicoterapia realizzato dall’ Associazione Campus APS nell’ambito del progetto Metalli Preziosi 2023.

I giovani ospiti in un italiano già a buon punto hanno parlato della loro esperienza, della propria religione (induista e musulmana)ed hanno illustrato i piatti tipici (Samosa – India); Puff Puff -Nigeria; e Chepe- Gambia) che i presenti hanno potuto assaggiare al termine della manifestazione dimostrando un particolare gradimento. A rappresentare la cucina pollese la tradizionale pasta e fagioli preparata dall’Associazione Sant’Antuniello.

Merita di essere ricordata la testimonianza di Fofana che ha spiegato l’importanza della preghiera: “Noi preghiamo cinque volte al giorno. L’Islam ci insegna a rispettare il prossimo”. In precedenza sono intervenuti, coordinati dalla giornalista Stefania Marino, il sindaco di Polla, Massimo Loviso; il padre guardiano del Convento, fr. Marco Della Rocca; i presidenti della Cooperative Sociali “Tertium Millennium” e “Il Sentiero”, Antonio Calandriello e Fiore Marotta.

Nel suo intervento il sindaco Massimo Loviso (V. intervista), dopo avere elogiato l’impegno e l’attività nel sociale dell’Associazione Sant’Antuniello, inserita nell’elenco del Patrimonio Immateriale regionale da salvaguardare, ha ricordato che “in tema di accoglienza Polla vanta una lunga tradizione. I primi marocchini sono arrivati negli anni ’70 e molti si sono inseriti nel tessuto sociale. Il discorso continua oggi con gli stessi risultati e se continueremo a collaborare otterremo i frutti sperati”.
GUARDA L’INTERVISTA AL SINDACO MASSIMO LOVISO
L’accoglienza Francescana è stata al centro dell’intervento del guardiano del Converto, fr. Marco Della Rocca: “Siamo tutti fratelli; siamo una fraternità. Qui arrivano tutti e accogliamo tutti, Cristiani e non. Noi che viviamo in questo straordinario luogo di culto siamo fortunati per cui siamo tutti sono benvenuti”.
Da parte sua Antonello Calandriello ha affermato: “Siamo molto grati alla comunità di Polla per aver voluto condividere con noi questa giornata che contribuisce a rafforzare il progetto Sai che nel 2024 ha compiuto 10 anni. Musica, cibo e sport sono i tre campi sui quali lavoriamo per favorire l’integrazione”. Per Fiore Marotta “Polla ancora una volta dimostra il proprio impegno e la propria disponibilità nell’offrire accoglienza e solidarietà. Questa iniziativa si pone a pochi giorni dalla Giornata mondiale del Rifugiato che vedrà la settimana prossima anche iniziative nel Vallo di Diano, segno di un territorio che è consapevole del valore dell’accoglienza”.
La relazione sul tema della manifestazione è stata affidata al giornalista Rocco Catalano (V. intervista) il quale ha proposto un lungo excursus sul cibo e sul rapporto che nel corso dei secoli ha avuto nelle società di tutti continenti: “Cibo, Cultura e Comunità rappresentano un concetto inscindibile che, purtroppo, si sta perdendo e in tal modo rischiamo di perdere la nostra memoria collettiva. La tavola non è più il luogo di incontro tra familiari e amici. I nostri paesi hanno avuto culture diverse e il cibo ha contribuito ad unirle. Anche per i ragazzi che sono qui ospitati il cibo è l’unico legame che hanno con la loro terra e la manifestazione di oggi conferma che il cibo unisce tutte le culture”.
GUARDA L’INTERVISTA AL GIORNALISTA ROCCO CATALANO