Di Geppino D’Amico
Il dialetto teggianese approda ufficialmente all’università di Salerno grazie al volume “Campania dialettale. Studi sul repertorio linguistico di oggi” (Franco Cesati Editore”) grazie ad un saggio di Vincenzo Andriuolo su “Fenomeni vocalici del dialetto di Teggiano”. Il volume è uno dei libri di testo del Corso di Laurea Magistrale in Filologia Moderna presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Salerno. I saggi inseriti nel volume sono il frutto di un seminario organizzato dal Laboratorio di Lessico e Grammatica dell’Italiano dell’Università di Salerno per arricchire il quadro descrittivo dei dialetti della Campania, offrendo, nel loro insieme, un contributo all’osservazione delle dinamiche linguistiche della regione.

“L’idea di una raccolta di saggi sulla Campania dialettale -ha scritto nella prefazione Carolina Stromboli– nasce a margine del corso di Dialettologia italiana, istituito, a partire dall’anno accademico 2019-2020, presso il corso di laurea magistrale in Filologia moderna dell’Università di Salerno. Grazie alle osservazioni e alle discussioni sui dialetti campani durante le lezioni, allo scambio continuo e proficuo con studenti provenienti da diverse località della regione in particolare dalle province di Salerno e Avellino, ma anche dall’area vesuviana, in provincia di Napoli, e dal Sannio), alle tesine redatte dagli studenti e alle numerose tesi di laurea di argomento dialettologico, il corso è diventato, per chi scrive, un punto di osservazione privilegiato su un’area di grande interesse sul piano linguistico, e su cui, nonostante numerosi e importanti studi degli ultimi anni ancora molto resta da fare.

Il volume aspira dunque ad arricchire il quadro descrittivo dei dialetti campani e i saggi qui raccolti costituiscono, nel loro insieme, un contributo all’osservazione delle dinamiche linguistiche della regione. Il volume si apre con il saggio di Simone Padalino e Giovanni Abete, che tornano a indagare il dialetto di Acerno (SA) un secolo dopo l’inchiesta condotta da Gerhard Rohlfs per l’AIS, mostrando come il dialetto attuale sia molto diverso da quello fotografato dal linguista tedesco e offrendo un interessante spaccato di storia linguistica campana. Segue il saggio dello studioso teggianese Vincenzo Andriuolo, che descrive il vocalismo tonico del dialetto di Teggiano (SA), nel Vallo di Diano; anche Teggiano è punto AIS, e anche in questo caso l’inchiesta odierna mostra delle differenze rispetto alla situazione rappresentata nell’AIS. I tre saggi successivi nascono da altrettante tesi di laurea magistrale in Dialettologia italiana: il contributo di Alessandro Bianco propone un etnotesto sulla macellazione del maiale a Gesualdo (AV), accompagnato da un piccolo glossario, mentre i lavori di Maddalena D’Angelo e di Federica Galluccio, sulla base di una serie di etnotesti raccolti tramite interviste a parlanti dialettofoni, descrivono i dialetti rispettivamente di Roccadaspide (SA) e Atripalda (AV).

Chiudono il volume la riflessione di Valentina Retaro sul rapporto tra dinamiche linguistiche e spazio geografico nell’area nord-vesuviana e la nota di Carolina Stromboli sulle scritture del dialetto da parte degli studenti”. A completamento del volume una ricca bibliografia. “Con questa ricerca -afferma Andriuolo- ho inteso verificare, in primo luogo, se persista a Teggiano un sistema di vocalismo tonico di tipo “marginale” che presenti, cioè, in contesto non metafonetico, la confluenza degli esiti di I E E in /e/, e di O in //, assumendo come punto di partenza i dati del 2015 che presentavano taluni elementi di non omogeneità tra le diverse frazioni del paese; in secondo luogo, l’esistenza e la natura di processi di tipo metafonetico e la loro coerenza con il medesimo sistema; infine, la persistenza di altri fenomeni vocalici, sia tonici che atoni, che caratterizzano in maniera peculiare il dialetto di Teggiano”. Un lavoro indubbiamente impegnativo. Sono stati intervistati diversi “parlanti” locali: una donna di 85 anni (istruzione elementare), nata e vissuta sempre a Teggiano nella frazione di Pantano; un uomo di 65 anni (istruzione superiore), nato a Teggiano, nella frazione di Prato Perillo ma vissuto per ragioni di lavoro anche fuori; un uomo di 60 anni (istruzione media inferiore), nato e vissuto a Teggiano centro; e ancora un uomo di 63 anni istruzione media inferiore), nato e vissuto nella frazione di Piedimonte di Teggiano. Le interviste sono state effettuate facendo tradurre alcuni termini dialettali, sollecitando un dialogo indirizzato mediante uso degli stessi termini su un qualche argomento congeniale alla persona intervistata. Sono state inoltre prese in considerazione e analizzate tre recentissime raccolte di poesie in vernacolo di parlanti locali, intervistando gli autori – tutti ultrasessantenni – anche allo scopo di accertare il valore fonetico dei segni diacritici utilizzati sulle vocali toniche medie.

Vincenzo Andriuolo non è un neofita degli studi sul dialetto teggianese avendo al suo attivo numerose pubblicazioni sull’argomento. Già direttore amministrativo delle Aziende Ospedaliere “San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona” di Salerno e “San Carlo di Potenza”, è presidente e uno dei fondatori dell’ Associazione “More Dianense”, nata proprio per promuovere lo studio, la salvaguardia e la conservazione della cultura di Teggiano e della “sua lingua”. Tra le sue pubblicazioni si ricordano “Il dialetto romanzo di Teggiano. Fonetica, morfologia, sintassi e vocabolario di base” e la riproposizione con un ampio studio introduttivo dei “Frisèddi ri carajèsima. La poesia satirica in vernacolo teggianese di Gaetano D’Elia”, pubblicati nella seconda metà dell’800.

Negli anni scorsi ha tenuto agli alunni dell’Istituto Comprensivo di Teggiano un corso di aggiornamento sul tema “La lingua di Diano, veicolo della cultura degli avi”. Il progetto è stato reso possibile grazie alla sensibilità della Dirigente Scolastica, Maria D’ Alessio, e di alcune docenti (Michelina Di Mieri, Giusy Lo Buglio , Elisa Mangieri, Angela Morello). Nel gennaio scorso insieme ad altri studiosi del dialetto, su invito del consigliere regionale Corrado Matera, Vincenzo Andriuolo è stato audito a Napoli , dinanzi alla VI Commissione Consiliare Permanente Istruzione, Cultura, Ricerca Scientifica e Politiche Sociali a sostegno del disegno di legge regionale sulla “Salvaguardia, valorizzazione e promozione dei dialetti della Regione Campania”, frutto di due analoghe proposte presentate dai consiglieri Corrado Matera, Tommaso Pellegrino e Vincenzo Santangelo.