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Capri capitale mondiale dell’ipertensione polmonare, da oggi il meeting organizzato dal prof. Michele D’Alto

Esperti internazionali a confronto da oggi al 10 maggio al Centro Congressi di Capri, dove si svolge il “7th Focus on Pulmonary Hypertension”, meeting internazionale sull’ipertensione polmonare organizzato dal prof Michele D’Alto, cardiologo, responsabile del Centro per la diagnosi e cura dell’ipertensione polmonare del Monaldi di Napoli. Quello del Monaldi è da tempo un centro di riferimento internazionale per l’Ipertensione polmonare e da 4 anni è stato accreditato dall’European Rare Network (ERN), la Rete Europea per le malattie rare. Partecipano al meeting circa 180 esperti internazionali provenienti da tutto il mondo tra i quali Rosenkranz (Germania), Naeije (Belgio), McLaughlin (USA), Escribano (Spagna), Sitbon (Francia), Gatzoulis (UK).

Ne abbiamo parlato con il Prof. Michele D’Alto, originario di Monte San Giacomo.

Cos’è l’ipertensione polmonare?

È l’aumento della pressione nelle arterie polmonari. Una delle forme più rare e forse la più grave è la cosiddetta “ipertensione arteriosa polmonare”, che colpisce una persona su 20.000. Si stima che in Italia vi siano circa 3.000 persone affette da ipertensione arteriosa polmonare. A Capri si parlerà prevalentemente di questa forma.

Cosa succede al paziente con ipertensione arteriosa polmonare?

Le arterie polmonari più piccole, quelle di circa un decimo di millimetro, per cause non note si restringono ed il ventricolo destro non riesce a pompare il sangue nel circolo polmonare. La malattia, quindi, nasce nelle arterie polmonari ma ha ripercussioni molto gravi sul cuore. Il paziente può presentare uno scompenso cardiaco intrattabile.

Come si può sospettare l’ipertensione arteriosa polmonare?

La diagnosi non è facile e spesso viene fatta a oltre i 2 anni dall’insorgenza dei primi sintomi. Questo è inaccettabile. Accade perché i sintomi sono poco specifici, subdoli: stanchezza, facile affaticabilità, affanno, palpitazioni, lieve gonfiore alle gambe. In realtà sono sintomi comuni a molte malattie cardiologiche e pneumologiche. Il medico deve sospettare questa condizione ed avviare una serie di indagini.

Dove si cura l’ipertensione arteriosa polmonare?

La malattia era incurabile fino a un paio di decenni fa. Ora abbiamo a disposizione 11 farmaci per curarla. Ed esistono centri di riferimento in diverse regioni d’Italia. Il nostro, quello del Monaldi, è uno dei più grandi ed attivi. Siamo tra i primi 10 d’Europa. In Campania siamo stati i primi a dotarci di un Percorso diagnostico, terapeutico ed assistenziale (PDTA) sull’ipertensione arteriosa polmonare.

I centri italiani, poi, sono organizzati in un modello “hub-and-spoke”, cioè una rete di stretta collaborazione tra centri più esperti e quelli meno esperti. Il gruppo di lavoro “Italian Pulmonary Hypertension NETwork” (IPHNET) ha cambiato l’approccio alla malattia in Italia e rappresenta un modello internazionale di lavoro e di ricerca. Per quanto ci riguarda, la sensibilità al problema della direttrice generale dell’Ospedale dei Colli, la dr.ssa Iervolino, il costante lavoro svolto con il prof Sarubbi e la professoressa Russo, responsabili dei reparti dei Cardiopatici congeniti adulti e della Cardiologia Pediatrica, l’attenzione alle malattie rare del coordinatore campano, il prof Limongelli, hanno aiutato molto la crescita del nostro Centro.

Quali sono le novità più importanti di cui si parlerà a Capri?

Si affronteranno i temi della diagnosi e della terapia attraverso la presentazione di casi clinici. Si parlerà di ricerca, di nuovi farmaci. Abbiamo grandi novità: il sotatercept, un farmaco biologico con azione antiproliferativa che ha un meccanismo davvero innovativo. Usando una metafora possiamo dire che entra nel “software” delle cellule endoteliali bloccandone i meccanismi di proliferazione. Al Monaldi abbiamo contribuito agli studi sperimentali su tale farmaco ed ormai abbiamo un’ampia casistica di pazienti in trattamento attivo. Abbiamo altri promettenti farmaci in via di sviluppo, come il seralutinib, ai cui studi stiamo dando un grande contributo. Ma parleremo anche di intelligenza artificiale: come può essere applicata alla Cardiologia e nell’ specifico all’ipertensione polmonare? E poi si parlerà delle fasce estreme di età, quelle più deboli: i bambini e gli anziani. Come curarli?

Cosa la rende orgoglioso del suo lavoro?

Il rapporto con i pazienti, il rapporto con i care-giver, con le associazioni. L’abbraccio di un paziente malato vale più di qualsiasi riconoscimento. E il fatto che i lavori scientifici e le sperimentazioni dei centri italiani, e del centro del Monaldi in particolare, sono largamente citati dalle linee guida. Questo è un grande riconoscimento al nostro lavoro, significa aver contribuito in maniera decisiva a stabilire un percorso di cura. Mi rende orgoglioso la nostra attività. Insieme ai miei storici collaboratori, il dr Romeo e la dottoressa Argiento, lavorano tanti giovani medici. E i giovani saranno il fulcro di questo congresso. Si discuterà tanto. E per loro sarà un momento di confronto con decine di esperti provenienti da tutto il mondo.

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