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Polla, grande successo per “Il decalogo della democrazia in Spagna” di José Ortega

Di Geppino D’AmicoFOTO E RIPRESE DI WILLIAMS LAMATTINA

Un incontro di grande valore culturale quello vissuto a Polla dal numeroso pubblico presente ieri, nella ex Chiesa della SS. Trinità, nel centro storico di Polla, in occasione della inaugurazione della mostra “Il decalogo della democrazia in Spagna” dedicata all’artista spagnolo José Garcia Ortega. Sarà visitabile fino al 25 luglio prossimo e ospiterà, soprattutto nel mese di maggio le scolaresche che ne faranno richiesta. Dieci i manifesti esposti nei quali Ortega rappresenta, con il suo inconfondibile stile surrealista, i valori fondanti della democrazia. L’iniziativa è stata promossa dalla Fondazione Albirosa con il patrocinio del Comune di Polla, del Comune di San Giovanni a Piro e della Pro Loco di Polla.

José Garcia Ortega (1930-1990) ha dedicato la sua vita a esplorare e rappresentare temi sociali e politici attraverso la pittura e la scultura. Stabilitosi, per sfuggire alla dittatura, nel piccolo centro di Bosco, frazione di San Giovanni a Piro, Ortega ha trovato ispirazione nella storia e nella cultura locale, che hanno influenzato profondamente la sua produzione artistica. La mostra è una testimonianza potente della transizione democratica spagnola. Ogni opera, con il suo messaggio chiaro e la sua forte componente simbolica, rappresenta un tassello fondamentale per comprendere il valore della libertà, della giustizia e della partecipazione civile. Con il suo stile surrealista, l’artista spagnolo invita lo spettatore a riflettere sulla fragilità e l’importanza della democrazia nel mondo contemporaneo. Le opere esposte sono un potente richiamo alla necessità di difendere e promuovere i valori democratici. Attraverso colori vibranti e immagini evocative, Ortega stimola le coscienze e incoraggia la ribellione contro ogni forma di oppressione. Questi i temi trattati nelle opere esposte: “Sì a esserci ed essere liberi”; “No 36, No 39, No alla guerra civile”; “Sì a tutti”: inclusione e uguaglianza per tutti i cittadini, senza discriminazioni; “No alla violenza di Stato”; “Sì all’amnistia permanente”; “Sì all’unità della Spagna e alle sue nazionalità”; “Sì a votare il tuo partito”; sostegno al diritto di voto e al pluralismo politico; “Sì a organizzare la democrazia dialogando”; “No alla morte”: rifiuto della pena di morte e della violenza; “Sì alla vita”: celebrazione della libertà e dei diritti umani.

Prima del taglio del nastro c’è stato il convegno sul tema “Ortega e il futuro della democrazia” moderato e introdotto da Maurizio D’Amico, Direttore del Museo Civico Insteia Polla e Presidente della Pro Loco Polla. I saluti istituzionali sono stati affidati ad Antonio Federico, presidente della Fondazione Albirosa, a Massimo Loviso (sindaco di Polla), a Giovanni Corleto presidente del Consiglio comunale di Polla e delegato alla cultura) a Pasquale Sorrentino, (assessore del Comune di San Giovanni a Piro e consigliere provinciale con delega al turismo) e a Franco Maldonato, direttore del Polo Museale di San Giovanni a Piro. Nella seconda parte dei lavori, moderati da Antonio Federico (V. intervista), che ha illustrato le finalità della Fondazione da lui creata, hanno preso la parola Massimo Bignardi, docente di storia dell’arte contemporanea all’Università di Siena, il giudice della Corte Costituzionale Stefano Petitti, mentre l’onorevole Vincenzo Mattina, già segretario generale della UIL e parlamentare nazionale ed europeo, assente per impedimenti familiari, ha inviato la relazione sul tema Lavoro e Democrazia che è stata letta ai presenti.

Franco Maldonato (V. intervista) ha illustrato l’attività del Museo di Bosco che custodisce il maggior numero di opere dell’artista spagnolo: “Ortega non può essere musealizzato. Per lui l’arte non è un passatempo o un esercizio retorico, bensì impegno, propaganda di un pensiero ed esercizio di una missione. La vera guida di Ortega è l’Umanesimo. Nei disegni esposti c’è l novità della didascalia che assume il valore di denuncia. Gli artisti hanno la capacità di prevedere il futuro, Ortega è riuscito a dirci che solo attraverso l’arte si va verso la resurrezione”. Nel suo intervento su “Arte e Democrazia” Massimo Bignardi (V. intervista) dopo avere ricordato che “nella patria della Democrazia, quella Ateniese donne non avevano diritto di voto” e che “la parola Democrazia non ricorre nella Costituzione americana e in quella francese” Bignardi ha analizzato le differenze tra Picasso e Ortega e quella esistente tra le opere dello stesso Ortega presenti a Bosco rispetto a quelle che ha lasciato nella città di Matera dove si è adeguato all’arte locale legata alla cartapesta. Ortega sarà legato all’Umanesimo perché la sua arte è testimonianza che poggia sull’uomo.”. Bignardi ha poi concluso sostenendo che “non siamo una società “faber” ma “phone home” (muoviamo le dita per comandare cose che non realizziamo noi ed è triste ricordare le cose attraverso uno smartphone”. Sul tema “Democrazia e Costituzione” è intervenuto il giudice della Corte Costituzionale Stefano Petitti (V. intervista) soffermandosi in articolare sulla storia della Carta, che “è un atto normativo, fondamento e garanzia della Democrazia nel nostro Paese, ed è stata studiata per valorizzare il ruolo del Parlamento e non quello dell’Esecutivo”. Dopo avere ricordato che essa è nata con il contributo di quasi tutti i partiti il presidente Petitti ne ha illustrato i primi articoli per poi ricordare le decisioni di maggiore rilievo prese dalla Consulta per poi concludere evidenziando il valore di simili iniziative, invitando i cittadini a partecipare ed a reclamare i propri diritti”. In chiusura è stato letto l’intervento inviato dall’on. Enzo Mattina, “Lavoro e Democrazia” che pubblichiamo interamente a parte.

GUARDA L’INTERVISTA AL PROFESSORE ANTONIO FEDERICO

GUARDA L’INTERVISTA A FRANCO MALDONATO

GUARDA L’INTERVISTA A MASSIMO BIGNARDI

GUARDA L’INTERVISTA A STEFANO PETITTI

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Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
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