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PNRR, l’allarme di Antonio Lombardi: “Al Mezzogiorno appena il 31% delle risorse”

Nuovo grido d’allarme del Presidente nazionale di Federcepicostruzioni Antonio Lombardi sui ritardi del PNRR che rischiano di aggravare i divari territoriali. Priorità-Sud nell’assegnazione degli ultimi 40 miliardi.

L’Ufficio Studi di Federcepicostruzioni ha analizzato le ultime informazioni disponibili sui progetti finanziati dal PNRR. I dati confermano le enormi difficoltà di attuazione degli interventi in tutta la penisola, in modo particolare al Sud, dove però emerge un quadro ancor più allarmante. I Fondi PNRR già assegnati ad oggi, soprattutto nei settori della digitalizzazione, delle infrastrutture, della scuola, dell’università e della ricerca, ammontano complessivamente a 163,1 miliardi di euro. “Di questi -commenta Antonio Lombardi- ben 70,9 (vale a dire oltre il 43,5%) sono stati assegnati alle regioni del Nord, mentre appena il 31,6% (51,5 miliardi) a quelle del Sud. Così si stravolge la mission del PNRR che, giova ricordarlo, aveva tra le sue finalità proprio il sostegno alle aree in ritardo di sviluppo o in maggiore difficoltà. Se l’Italia, all’epoca, riuscì ad ottenere oltre 200 miliardi di euro di finanziamenti, fu solo per i parametri estremamente negativi del Mezzogiorno. Non farne ora un asset di intervento prioritario, significa in qualche modo violare il Piano europeo e trascurare problemi prioritari per il Paese”.

Il quadro che emerge dall’analisi del Centro Studi di Federcepicostruzioni su dati OpenPNRR evidenzia inoltre gravi problemi attuativi soprattutto al Centro e al Sud, dove i pagamenti non vanno oltre, rispettivamente, il 16 e il 17% (la media nazionale è tra il 18% e il 20,3% nelle regioni del Nord). Tra le regioni del Centro è però considerata anche la Sardegna, che registra una delle peggiori performance di spesa. “La redistribuzione delle risorse e le diverse rinegoziazioni fin qui concordate – aggiunge ancora il presidente Lombardi – hanno aggravato la situazione del Mezzogiorno, giacché la rimodulazione ha colpito in particolare quelle misure destinate precipuamente alle regioni più svantaggiate e con le peggiori performance di avanzamento nella spesa. In entrambi i casi, è stato in particolare il Sud a pagarne lo scotto”.

Forte preoccupazione emerge anche dall’analisi dei cosiddetti progetti “non territorializzabili”, ancora in fase di approfondimento da parte del Centro Studi di Federcepicostruzioni, per i quali si prevedono linee di intervento (come l’infrastrutturazione tecnologica delle stazioni ferroviarie) sostanzialmente irrealizzabili in quasi tutte le regioni del Sud. Partendo da tali premesse Federcepicostruzioni lancia un appello ai Governatori del Mezzogiorno e alla deputazione parlamentare (nazionale ed europea) del Sud Italia, affinché si definisca un “Piano Mezzogiorno” nella distribuzione dei residui 40 miliardi circa del PNRR. “Se non sarà così – conclude il presidente di Federcepicostruzioni – stravolgendo obiettivi e finalità dell’Unione europea, nei prossimi anni si aggraverà ulteriormente il divario tra nord e sud Italia”.

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