Search

Con-Tatto (VIDEO) – Politica, da Roma a Pertosa “mala tempora currunt”. E non c’è pace nemmeno per i… carciofi!

Mala tempora currunt. La locuzione latina, attribuita a Cicerone, fotografa al meglio l’attuale situazione politica. Si parte da Roma per arrivare a Pertosa passando da Napoli e Salerno. A Roma si polemizza sulla sentenza di condanna del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove; a Napoli si discute sulla ricandidatura di Vincenzo De Luca; a Salerno i partiti si interrogano sul dopo Alfieri alla Provincia e al comune di Capaccio. E Nel Vallo di Diano? La polemica investe il carciofo bianco di Pertosa, prodotto eccellente, che a qualcuno non piace.

GUARDA IL VIDEO CON LA NUOVA PUNTATA DI CON-TATTO

VIDEO – CLICK SUL PLAYER PER VEDERE

Come era facile prevedere la sentenza di condanna di Delmastro Delle Vedove a 8 mesi (pena sospesa) ha avviato un durissimo scontro tra i partiti di maggioranza, che difendono il sottosegretario, e i partiti di opposizione che gli chiedono di dimettersi. L’interessato ha parlato di sentenza politica in quanto, pur avendo la Procura chiesto l’assoluzione, sarebbe stato condannato “perché nel Collegio c’era una forte presenza di giudici di Sinistra”. Alla richiesta di dimissioni avanzata da Bonelli, che con la sua denuncia aveva dato il via al processo, dalla Schlein, e dai 5Stelle la maggioranza, risponde facendo quadrato intorno al sottosegretario. La stessa Giorgia Meloni ha espresso sconcerto definendo la sentenza “un caso politico”. Ad esprimere sconcerto, ma per motivi opposti, è anche la Giunta dell’Associazione Nazionale Magistrati in quanto “ancora una volta il potere esecutivo attacca un giudice per delegittimare una sentenza”. È facile prevedere che la polemica è destinata a continuare e il livello potrebbe ulteriormente aumentare nel caso in cui a marzo dovesse arrivare il rinvio a giudizio anche per Daniela Santanché, accusata di truffa all’Inps e, quindi, allo Stato che rappresenta in quanto ministra.

Da Roma a Napoli dove continua la telenovela sulla ricandidatura di Vincenzo De Luca. Venerdì scorso la Corte Costituzionale ha fissato per il 9 aprile la discussione del ricorso del governo nazionale contro la legge regionale della Campania sul terzo mandato. Nel frattempo De Luca continua a polemizzare con tutti, Governo, Centrodestra e Centrosinistra. Anche giovedì scorso durante l’inaugurazione dell’Anno Giudiziario del TAR, il Governatore non ha perso l’occasione per attaccare: “In quattro Regioni d’Italia è stata approvata la stessa legge elettorale e una sola, la Campania, vede impugnata la propria in maniera -a suo dire- del tutto illegittima”. Per De Luca “siamo a una concezione del diritto che Sabino Cassese definirebbe “islamica”: il diritto che si può allungare, allargare, restringere a seconda delle convenienze. Siamo entrati nella stagione della post democrazia. È saltato l’equilibrio dei poteri tra giustizia ed esecutivo ed è saltata la rappresentanza che ha caratterizzato la democrazia”. Quindi, l’ennesimo attacco al PD: “Abbiamo rappresentanti che non rappresentano neanche loro stessi”. Fin qui De Luca. Ora che la data è stata fissata l’auspicio è che i partiti abbassino i toni parlando agli elettori di programmi e non di poltrone.  Nel frattempo entrambi gli schieramenti sfogliano la margherita per scegliere il candidato alla presidenza. Il Centrodestra deve ancora scegliere fra i tre candidati espressi da Fratelli d’Italia (Edmondo Cirielli), Forza Italia (Fulvio Martusciello) e Lega (Gianpiero Zinzi). Nel Centrosinistra il tavolo convocato dal commissario PD Antonio Misiani è saltato e non si sa quando si riunirà. Probabilmente entrambi gli schieramenti aspetteranno la decisione della Consulta prima di decidere.

Da Napoli a Salerno, dove sono due gli argomenti in discussione. Il primo riguarda la vicenda scaturita dall’arresto del sindaco di Capaccio-Paestum, Franco Alfieri, per presunti appalti truccati nella pubblica amministrazione. I partiti di centrodestra, da subito ne avevano chiesto le dimissioni con conseguente ritorno alle urne per il comune di Capaccio-Paestum e, di conseguenza, l’elezione di un nuovo presidente alla Provincia. Dopo una lunga resistenza Alfieri ha formalizzato le dimissioni giovedì scorso, seguito da altri 15 consiglieri. Di conseguenza venerdì il prefetto di Salerno ha sciolto il Consiglio Comunale di Capaccio nominando un Commissario che traghetterà il Comune verso le elezioni che potranno svolgersi in primavera. Il secondo argomento riguarda il futuro della Provincia che, a seguito della decadenza di Alfieri, dovrà eleggere un nuovo presidente. Nelle more a guidare l’Ente sarà ancora il vice presidente Giovanni Guzzo.

E nel Vallo di Diano? Non c’è pace nemmeno per i carciofi! In particolare per il carciofo bianco di Pertosa e non perché, almeno in tavola, sia un prodotto indigesto. Il motivo, manco a dirlo, è politico. Su sollecitazione del consigliere del Consorzio di Bonifica del Vallo di Diano, Francesco Bellomo, il senatore di Fratelli d’Italia, Antonio Iannone, ha rivolto una interrogazione al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, anche lui “Fratello d’Italia”. Questi i fatti: il comune di Pertosa è destinatario di un finanziamento da cinque milioni concesso dal Ministero al Consorzio di Bonifica del Vallo di Diano e poi attribuito al Comune di Pertosa per migliorare la coltivazione del carciofo bianco, eccellente prodotto del territorio. Per Iannone cinque milioni sono troppi e su questo ha “interrogato” il ministro Lollobrigida, chiedendogli di verificare che “i dati riportati nel progetto presentato dal Consorzio di Bonifica rispecchino la realtà delle produzioni di carciofo, che oggi -sostiene Iannone-  relega Pertosa tra i comuni dove la produzione in termini di ettari è la più bassa tra quelli della stessa area”. In attesa della risposta del Ministro Lollobrigida, resta la polemica anche su un prodotto di eccellenza del territorio.  Infatti, il sindaco di Pertosa, Domenico Barba, respinge le accuse e difende a spada tratta il finanziamento per il carciofo bianco, molto più gradito al naturale su una tavola imbandita che cartaceo sulla scrivania di un ministro.

Morale della favola? Dalla capitale d’Italia a un piccolo centro di 650 abitanti come Pertosa la polemica politica non si ferma nemmeno di fronte alla bontà di un eccellente prodotto di nicchia come il carciofo bianco per cui, tornando a Cicerone, osiamo dire “O tempora, o mores”.

Condividi l'articolo:
Write a response

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Close
Magazine quotidiano online
Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
Close