I Cammini Bizantini approdano alla Bit di Milano. La fitta rete di sentieri e percorsi che unisce il Cilento, Vallo di Diano e Golfo di Policastro arriva nel tempio della promozione turistica italiana. Merito dell’apprezzamento che detti percorsi, nati proprio nel Valdiano, sta suscitando nelle “alte sfere” della Regione Campania. Che, per iniziativa dell’assessore al Turismo Felice Casucci, ha voluto presentarli ufficialmente a Milano nei giorni scorsi.
MARIA PAGANO MARIA PAGANO
Espone i Cammini Bizantini alla BIT 2025 di Milano
L’onere e l’onore esporli è toccato a Maria Pagano, guida turistica di San Rufo, esperta delle numerose emergenze ambientali e paesaggistiche di questa parte della provincia di Salerno.
Abbiamo registrato grande interesse per i Cammini Bizantini. C’è grande curiosità verso i nostri territori.
MARIA PAGANO, guida dei Cammini Bizantini
Maria ha sposato il progetto nato per iniziativa di Settimio Rienzo nel 2019 che si è avvalso della consulenza storica di Antonio Tortorella, docente di Sala Consilina tra i massimi esperti di storia bizantina nel sud Italia. “San Nilo, cui si ispira il primo e ad oggi più importante dei nostri sentieri, fu un monaco italo greco scappando da Rossano Calabro nel Cilento” spiega Maria “prese i voti San Nazzario di Palinuro. Lo scorso anno lo hanno percorso 1000 camminatori, che hanno manifestato sempre soddisfazione e gradimento alti per i luoghi visitati”.
La rete di sentieri, tracciata con l’aiuto di Carlo Palumbo, porta i camminatori in piccole comunità isolate ma ricche di storia, tradizioni e scenari di conoscere ed apprezzare. Ora anche le istituzioni ci credono, come nel caso della Comunità montana Vallo di Diano e Gruppo di Azione Locale che hanno recentemente unito gli sforzi per dotare i sentieri Valdianesi di una opportuna segnaletica stradale.
ARNALDO IUDICI
alla guida di un gruppo di escursionistiMARIA PAGANO
al centro in maglia gialla insieme ai Camminatori
I numeri dunque iniziano ad essere interessanti. Ma la risposta più importante è un’altra. “Questo genere di turismo è agli antipodi del mordi e fuggi che poco porta ai territori” spiega Maria Pagano “le persone non sono solo visitatori ma restano 8 giorni ed in ogni paese in cui si arriva bisogna pernottare. È un genere di turismo che si fonda sull’ospitalità rurale. Un contributo vero ed importante all’economia perché non avviene in località turistiche rinomate (tranne per Sapri, paese di partenza, e Palinuro, paese di arrivo). Il pernottamento avviene in strutture che altrimenti resterebbero chiuse: si sviluppa turismo dove non c’è mai stato. Con importanti e innegabili risvolti sociali, soprattutto nei paesi a rischio spopolamento. Il camminatore ne ottiene benessere fisico, per l’attività fisica svolta, e sociale, perché si sente parte attiva di un progetto di sviluppo locale“.