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Il punto di Confartigianato sulla crisi della moda

L’analisi degli ultimi dati conferma il perdurare della crisi nel settore della moda. A novembre 2024, le esportazioni di tessili, abbigliamento e articoli in pelle hanno registrato un calo del 9% rispetto allo stesso mese del 2023, mentre il bilancio dei primi undici mesi dell’anno evidenzia una contrazione del 4,7% su base annua. La diminuzione è stata più marcata sui mercati extra UE (-7,1%), con Svizzera (-48,7%) e Russia (-9,2%) tra i peggiori, rispetto a un più contenuto -1,8% nei Paesi UE.

Produzione e occupazione in calo

Nonostante i segnali positivi registrati in autunno (+1,1% a ottobre e +2,5% a novembre su base mensile), la produzione complessiva del comparto ha segnato un calo annuo del 2,7% a novembre e una contrazione del 9,9% nei primi undici mesi del 2024. Il settore della pelle ha sofferto le perdite più gravi: -16,6% nella produzione, con le calzature in calo del 18,2% e le borse del 22,8%.

L’occupazione non fa eccezione: nei primi tre trimestri del 2024, il numero di lavoratori impiegati nel settore moda è diminuito del 2,1% rispetto all’anno precedente. Le previsioni per il primo trimestre del 2025 indicano un ulteriore calo delle assunzioni (-22,1%), passando da 35.480 ingressi del 2024 a 27.450 previsti.

La crisi delle imprese e la selezione naturale del mercato

Tra il 2019 e il 2024, il settore ha perso 15.381 aziende (-16,2%), con un ritmo di oltre 8 chiusure al giorno. Le imprese artigiane, che rappresentano il cuore del comparto, hanno subito una riduzione analoga (-15,9%), passando da 48.178 a 40.515. La pandemia, la crisi energetica e le tensioni geopolitiche hanno contribuito a una selezione drastica che ha impoverito il patrimonio di competenze e know-how.

Italia ancora leader in Europa

Nonostante la crisi, l’Italia si conferma leader del settore moda nell’UE, con 80 mila imprese e 438 mila addetti, pari al 27,8% dell’occupazione europea nel settore. I distretti italiani rappresentano un’eccellenza, con la Toscana al secondo posto in Europa per occupati, seguita da Lombardia, Veneto e Campania. In particolare, la Toscana guida il comparto degli articoli in pelle, posizionandosi davanti a regioni come Norte in Portogallo.

Le sfide future: sostenibilità e innovazione

Le imprese italiane della moda sono chiamate a trasformarsi, puntando sull’integrazione tra artigianato, innovazione e sostenibilità, in linea con la Strategia europea per prodotti tessili circolari. L’obiettivo è rispondere a una domanda sempre più orientata verso prodotti durevoli e a basso impatto ambientale.

Monitoraggio continuo

La crisi della moda è monitorata costantemente da Confartigianato, che nel suo 19° Rapporto annuale ha sottolineato come il settore stia perdendo circa 9 milioni di euro al giorno di ricavi. Un quadro che, nonostante le difficoltà, evidenzia l’importanza di investire in strategie di rilancio per preservare una delle eccellenze italiane.

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