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25 anni dalla morte di Craxi – Il feeling di Bettino con il Vallo di Diano

di Giuseppe Geppino D’Amico

Chiamate Gennaro, questa è materia sua”. Di fronte alla grande bellezza del Refettorio della Certosa di San Lorenzo a Padula furono queste le prime parole pronunciate il 13 dicembre del 1981 da Bettino Craxi. Il Segretario Nazionale del P.S.I. era appena arrivato per presiedere la riunione della Direzione Nazionale che per la prima volta nella sua storia si riuniva lontano da Roma. “Gennaro” era il senatore Acquaviva da tutti considerato l’ambasciatore di Craxi in Vaticano, l’uomo che tesserà la tela che porterà al nuovo accordo di revisione dei Patti Lateranensi che sarà sottoscritto dallo stesso Craxi e da Mons. Agostino Casaroli il 18 febbraio 1984.

Nel Refettorio del cenobio cartusiano Craxi scrisse una lunga dichiarazione che poi lesse ai numerosi giornalisti presenti in una saletta attigua. Era una dichiarazione molto attesa perché conteneva la condanna netta di Craxi e del Psi in ordine ai fatti della Polonia dove nella prima mattinata il generale Wojciek Jaruselski aveva proclamato la legge marziale che provocò almeno cento morti e l’internamento di un migliaio di attivisti. “Un paese occupato dal suo esercito” titolerà all’indomani il Corriere della Sera.  A registrare la dichiarazione di Craxi c’erano giornalisti delle più importanti testate venuti a Padula per raccogliere le reazioni del Psi sui fatti di Varsavia. Letta la dichiarazione, Craxi non nascose il suo disappunto di fronte alla insistente richiesta dell’inviato del TG UNO RAI, Paolo Fraiese, che insisteva per rivolgergli delle domande. Craxi accettò controvoglia e dopo avere risposto alle domande di Fraiese rientrò nel Refettorio per dare inizio ai lavori della Direzione ed invitò gli estranei ad uscire con un’espressione in latino: “Extra omnes”. Per comprendere l’importanza di quella riunione basterà ricordare che a Padula venne, oltre alla Direzione Nazionale, la delegazione socialista al governo: 7 Ministri e 15 Sottosegretari. A volere quella riunione nel Vallo di Diano era stato il senatore Enrico Quaranta, all’epoca Sottosegretario al Turismo nel primo governo laico presieduto da Giovanni Spadolini.

A chi gli chiese i motivi che lo avevano indotto a riunire la Direzione Nazionale a Padula Craxi rispose testualmente: “Perché il Partito auspicabile è quello che si esprime nel Vallo di Diano”.

Il giorno dopo, chiusi i lavori, Craxi fece ritorno a Roma e al momento di salire nell’auto guidata dal fedelissimo Nicola Manzi, un giovane compagno del Vallo di Diano, Antonio Marrone, gli disse: “Segretario, torna da Presidente”. Craxi ci pensò un attimo, si girò e scuotendo la testa rispose con un sorriso: “Non è mica facile!”. In realtà, egli tornerà da Presidente del Consiglio nel Vallo di Diano il 17 marzo del 1984, a San Pietro al Tanagro, non per parlare di politica ma per rendere il dovuto omaggio al suo grande amico Enrico Quaranta, deceduto il giorno prima a Napoli a seguito di un delicato intervento chirurgico. Per i Socialisti del Vallo di Diano e per l’intero comprensorio la morte di Enrico Quaranta, avvenuta due anni dopo quella improvvisa dell’Assessore Regionale all’Industria, Gerardo Ritorto, segnerà un’inversione di tendenza rispetto alla grande crescita che si era avuta nel comprensorio. 

Per dovere di cronaca va ricordato che Craxi era stato nel Vallo di Diano la prima volta nel febbraio del 1979, sempre su invito di Enrico Quaranta per visitare il Centro Sportivo Meridionale di San Rufo. Nel settembre dello stesso anno il Vallo-Corriere del Salernitano, mensile vicino ai Socialisti del Vallo di Diano, pubblicava in prima pagina un articolo di Bettino Craxi dal titolo “Ottava Legislatura”. Un fatto è certo: Craxi stimava molto i socialisti del Vallo di Diano come ebbe a confermare all’architetto Paolo Portoghesi, che lo aveva accompagnato nel viaggio in elicottero a San Pietro al Tanagro e che conosceva bene il Vallo di Diano perché stava lavorando alla redazione del progetto urbanistico della Città Vallo di Diano. Infatti, in un successivo intervento in memoria di Enrico Quaranta, Portoghesi scrisse: “Ricordo ancora le espressioni (di Craxi, ndr) di stima e di rimpianto nei confronti di un compagno in cui riconosceva un esempio straordinario di impegno e di capacità animatrici. Proprio in omaggio a queste capacità del resto la Direzione del Partito si era riunita nella sede, del tutto irrituale, della Certosa di Padula, in una memorabile giornata in cui si espresse, con eccezionale evidenza lo spirito di ospitalità che distingue e nobilita queste terre, povere di risorse ma ricchissime di umanità”.

Negli anni successivi in provincia di Salerno il PSI continuerà a crescere (si pensi alle 100.000 preferenze ottenute dall’on Carmelo Conte alle politiche del 1987, che sarà Ministro per le Aree Urbane in vari governi, e all’elezione di Antonio Innamorato al Senato e di Enzo Mattina alla Camera), ma quell’elicottero che si alzò in volo per riportare Craxi a Roma portò via, forse, anche la spinta propulsiva, figlia di una cultura politica residente, che aveva fatto crescere il Vallo di Diano.Ma questa è un’altra storia.

Un’ultima annotazione. Anche i figli di Craxi sono stati in diverse occasioni nel Vallo di Diano: Stefania a Polla per ricordare Gerardo Ritorto; Bobo a Teggiano nel luglio del 2019 per ricordare Antonio Innamorato.

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