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Scala obbrobrio nella Certosa di Padula “da smontare e rimontare”, Paladino scrive a Osanna: “Sconcertato”

Di Giuseppe Geppino D’Amico

Massimo Osanna

Quando la settimana scorsa il Presidente dell’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino, Angelo Paladino, ebbe tra le mani la lettera con la quale il Direttore nazionale dei Musei, Massimo Osanna, comunicava che la ormai famosa scala della discordia che fa “brutta” mostra di sé su un muro esterno della Certosa di San Lorenzo sarebbe stata smontata ma poi rimontata in occasione di manifestazioni importanti, pronunciò due sole parole: “Sono sconcertato”. E il suo sconcerto lo ha messo nero su bianco in una nota inviata allo stesso Osanna, alla Segreteria del Ministero della Cultura e alla Direzione Generale dei Musei. Dalla sconcerto alla speranza. “Spero che la scala “obbrobrio”, da Lei stesso considerata tale, venga presto rimossa e non più rimontata. In un monumento come la Certosa, inserito dall’UNESCO nel patrimonio dell’Umanità, le cose ritenute “obbrobrio”, ovvero vergogna, collaudate o non collaudate, vengono rimosse senza alcun ripensamento, anche perché esistono già altre scale “di sicurezza” che portano alla passeggiata coperta”.

Angelo Paladino

L’auspicio di Paladino è che “il Nostro Cenobio ritorni ad essere “la Reggia del silenzio e della bellezza”, come, ultimamente, l’ha definita la Prof.ssa Livia Pomodoro, riemergendo dallo stato di abbandono e di degrado nel quale si trova e riacquistando la dignità che merita, con una gestione autonoma, anch’essa promessa da Sangiuliano in Sua presenza, con personale e risorse economiche adeguati. Spero che la Certosa richiami visitatori da tutto il mondo, che possano apprezzarne la straordinaria unicità, facendo registrare numeri adeguati e non quelli attuali, certamente insufficienti.  Spero che le risorse per l’autonomia gestionale provengano, innanzitutto, da un Ministero e da una Direzione Generale dei Musei Italiani, non più distratti, dai visitatori non più esigui e da una fruizione e valorizzazione coerenti e consoni alla rilevanza ed al prestigio del Monumento, e non da una destinazione discutibile, impropria e non certamente sostenibile, “cosiddetta innovativa”, legata ad eventi privati, di basso rango ed effimeri, come è avvenuto negli ultimi tempi (sagre, feste danzanti, pranzi, matrimoni, etc.) che compromettono il decoro e la tutela del Sito,  mettendo in discussione, conseguentemente, lo stesso riconoscimento ottenuto dall’UNESCO”.

Per Paladino la Certosa deve essere, di nuovo, sede di mostre ed eventi culturali di rilievo nazionale, così come è avvenuto, nel passato, con i concerti del Maestro Severino Gazzelloni, di Katia Ricciarelli, di Raina Kabaiwaska e con le mostre (In particolare “Paestum e la memoria moderna del Dorico” che dopo Padula fi presentata a New York e la mostra sulla Transavanguardia, curata da Achille Bonito Oliva). Con iniziative di rilievo la Certosa può finalmente diventare un grande attrattore turistico della Campania e del Vallo di Diano, valorizzando essenzialmente la Sua storia, le sue emergenze artistiche, monumentali e paesaggistiche.

La “Scala Obbrobrio” della Certosa di Padula

Agli Amministratori locali, al Parco Nazionale, alla Regione Campania e a tutte le forze politiche, in special modo quelle governative, consapevoli del grande patrimonio rappresentato dalla Certosa, Paladino chiede “di uscire dall’attuale preoccupante silenzio e dal torpore apatico e facciano sentire la loro voce, a tutela dello sviluppo del territorio e degli interessi culturali ed economici dei cittadini. Spero che a ciò possa fornire un valido contributo la costituenda Associazione Rete Certosa Bene Comune. Spero, innanzitutto, che Lei, signor Direttore Osanna mantenga le promesse fatte e che il neo-Ministro Giuli condivida la esigenza di conferire alla Certosa di San Lorenzo l’agognata autonomia gestionale, magari annunciandola in una prossima Sua visita a Padula. Spero”.

Fin qui Paladino. La domanda nasce spontanea: Si muoverà la Politica?

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