Di Giuseppe Geppino D’Amico

Se è vero che Padula è conosciuta per la Certosa di San Lorenzo, ricca di elementi artistici e architettonici di rara bellezza (dal 1998 Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco), è pur vero che il paese è ricco di chiese, strade, statue ed edicole votive realizzate anche in pietra locale che testimoniano oltre 1100 anni di vita. Non sarebbe giusto, quindi, trascurare il contesto nel quale il cenobio certosino è stato edificato e, quindi, altri siti religiosi, le Chiese costruite in paese ma soprattutto quelli rupestri, meno conosciuti ma altrettanto ricchi di arte e di spiritualità ma lontani dal centro abitato. Peraltro, sono testimonianze del Cristianesimo più antiche rispetto al cenobio cartusiano. Primo fra gli altri il Battistero di San Giovanni in Fonte (Unico realizzato su acqua sorgente in loco) e la Chiesa attigua, al confine con Sala Consilina, elevata a sede di Diocesi nel IV secolo dopo Cristo da Papa Marcello; il Santuario del Monte Romito, intitolato alla Beata Vergine Maria; la Chiesa di San Nicola de’ Domnis , costruita tra il VI e VIII secolo sul colle di Padula, ritenuta una delle più antiche di tutto il Vallo di Diano; la Cappella di San Sepolcro , situata in un contesto molto importante dal punto di vista storico-archeologico, che è quello relativo all’antica Cosilinum. Ultimo, ma certamente non ultimo, l’Eremo di San Michele alle Grottelle, inserito dal FAI nei “Luoghi del cuore”, e del quale oggi vogliamo occuparci.
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Per don Giuseppe Radesca, titolare della Parrocchia di San Michele Arcangelo, l’Eremo di San Michele alle Grottelle “è un luogo dove i nostri padri hanno trasformato il paganesimo in Cristianesimo”, come avvenuto per il Battistero di San Giovanni in Fonte dove il culto cristiano si sovrappose al culto di Leucotea. L’Eremo di Padula si trova lungo il fianco est della collina di San Sepolcro, ad un’altezza di circa 750 metri sul livello del mare. Come annunciato dal parroco nel corso delle celebrazione eucaristica del 29 settembre u.s. farà parte dei siti religiosi del Giubileo 2025 indetto da Papa Francesco. Poco si sa sulle origini dell’Eremo ma si è certi che questa cavità venisse già utilizzata per praticare culti pagani, in particolare vi si venerava il dio Attis, antichissima divinità frigia che si diffuse dapprima in Grecia e successivamente in Italia, prima a Roma e poi nelle province fino al sec. 5° d.C. Il suo mito e il suo culto erano strettamente associati a quelli di Cibele. Il culto per San Michele, Patrono di Padula, vi si diffuse in età Costantiniana, quando la fede cristiana poté esprimersi liberamente. La chiesa fu dedicata a San Michele Arcangelo e a San Giacomo, come rilevabile dall’edicola e dalla statua che è possibile ammirare nella grotta. Nell’XI secolo il piccolo santuario era di pertinenza del monastero di San Nicola al Torone i cui beni (l’eremo e tutti i territori dell’Abazia) saranno acquisiti nel 1538 dalla Certosa di San Lorenzo. Attualmente rientra nella parrocchia di San Michele Arcangelo.
La grotta è preceduta da un atrio e la sacrestia è stata realizzata all’ingresso della grotta. Nella concavità rocciosa a sinistra si notano resti di affreschi del XV secolo che raffigurano l’incoronazione di Maria, Regina del cielo e della terra, e la stessa Maria in posizione orizzontale. La chiesa è costituita da un’articolata cavità rocciosa che scende a strapiombo sul fianco del colle; un cancello immette in uno spazio terrazzato, dove a sinistra sulla roccia sono cospicui i resti di affreschi databili alla fine del sec. XIV, raffiguranti la Vergine col Bambino e alcuni Santi. Sul lato sinistro della grotta, vicino all’ingresso vi è la tomba marmorea di Bernardino Brancaccio, già abate del vicino Convento di San Nicola al Torone, dalla cui Abbazia il santuario dipendeva almeno fino al XI secolo. A seguire una statua di San Michele.

Al centro è collocato l’altare con affreschi fatti realizzare dai certosini (ben visibili il simbolo dell’Ordine -CAR- e l’anno in cui l’altare fu realizzato(1693). È sormontato da un arco e da una larga cornice. In fondo alla grotta è presente un’edicola databile intorno al XV secolo.

Al centro dell’edicola è raffigurato San Giacomo di Compostela con la sua conchiglia. È un affresco importante perché testimonia un culto particolarmente sentito e praticato. Quello di Compostela, infatti, già nel Medioevo era uno dei cammini più importanti. I riquadri laterali illustrano uno dei suoi miracoli più noti: ricordano le varie fasi della vicenda di un bambino sottratto ai genitori mentre erano in pellegrinaggio verso Campostela che fu impiccato ma risuscitato dal Santo. Ai lati dell’Edicola, a sinistra di chi osserva, è ben visibile Santo Stefano; a destra San Lorenzo con l’immancabile graticola. Questo dimostra che il culto per il Santo era praticato già prima della fondazione della Certosa che porta il suo nome. Non va dimenticato che i due Santi furono i primi Diaconi della Chiesa cattolica.


Nei due lati interni sono raffigurati i dodici apostoli. Di straordinario valore simbolico il Padre Eterno che si trova in alto al centro; più in basso ai due lati un angelo e la Vergine. Tra il Padre Eterno e la Vergine (in basso a destra) è ben visibile un bambino che rappresenta il pensiero creante del Padre Eterno. Questa simbologia riporta al precedente affresco dedicato alla Madonna con un interrogativo: il volto della Vergine è un volto dormiente o è quello di una puerpera? Sembrerebbe più attendibile la seconda ipotesi anche perché “Maria Puerpera” è una iconografia già presente nel Medioevo, anche se piuttosto rara. Sulla destra sono ben visibili gli affreschi del ciclo di Santa Caterina d’Alessandria, San Benedetto e una Madonna. La zona esterna della nicchia presenta in alto una cornice curva con tre riquadri che raffigurano l’Annunciazione e l’Eterno. Negli affreschi dell’Eremo c’è tutta la spiritualità dei Benedettini e dei Certosini. Sono affreschi di straordinaria bellezza e di grande forza comunicativa.
Gli affreschi, quelli non distrutti dall’incuria degli anni, sono stati riportati all’antico splendore dal restauratore Luigi Parascandalo di Buonabitacolo grazie a un finanziamento concesso dall’Assessorato al Turismo della Regione Campania all’epoca diretto da Corrado Matera. Presenti alla cerimonia di inaugurazione, nel giugno del 2023, il Vescovo di Teggiano, Mons. Antonio De Luca, lo stesso Corrado Matera, il parroco don Giuseppe Radesca e il sindaco di Padula, Michela Cimino. Per chi volesse visitare l’Eremo è necessario prenotare contattando via mail il gruppo Padula Sacra: info@padulasacra.it oppure telefonando al numero +39 339 549 2864.