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Bronchiolite, vaccinazioni gratis anche il Campania

di Giuseppe D’Amico

Ordine più contrordine uguale disordine. Si può sintetizzare così la decisione del Ministero della Salute di ritirare il provvedimento con il quale mercoledì scorso aveva stabilito che l’anticorpo monoclonale Nirsevimab-Beyfortus utilizzato per la cura della bronchiolite in età pediatrica non doveva essere somministrato gratuitamente a carico del Servizio sanitario nazionale nelle sei regioni soggette ai piani di rientro perché il farmaco non rientra nei livelli essenziali di assistenza (LEA). Quindi, in base alla disposizione ministeriale le sei regioni avrebbero dovuto “garantire la somministrazione dell’anticorpo monoclonale Nirsevimab solo a condizione che la copertura finanziaria sia garantita con risorse a carico dei bilanci autonomi regionali aggiuntive rispetto al Fondo sanitario regionale”. A darne notizia il Corriere del Mezzogiorno nelle edizioni Campania e Puglia.

Va precisato che il Virus Respiratorio Sinciziale causa un’infezione delle vie respiratorie in più del 60% dei bambini nel primo anno di vita ed in quasi tutti entro il secondo anno di vita. L’infezione può essere molto grave e, infatti, il 4% dei bambini colpiti che hanno meno di un anno richiede il ricovero in ospedale e tra questi uno su cinque deve essere ricoverato in Terapia Intensiva. A questo si deve aggiungere che circa il 40% dei bambini che hanno avuto una bronchiolite da VRS sviluppa negli anni successivi un broncospasmo ricorrente e/o asma bronchiale.

Immediate le proteste e l’indignazione delle regioni penalizzate che hanno chiesto al Ministero di rivedere il provvedimento. Cosa che è avvenuta nel primo pomeriggio di ieri quando dal Ministero hanno fatto sapere il vaccino anti-bronchiolite sarà distribuito gratuitamente in tutte le regioni italiane, comprese quelle che si misurano con i piani di rientro: “Abbiamo avviato” si legge in una nota del Ministero i contatti con l’Aifa al fine di rendere disponibile in tutte le Regioni, a carico del Servizio sanitario nazionale e dunque senza oneri per i cittadini, l’anticorpo monoclonale Nirsevimab contro il virus respiratorio sinciziale nei bambini, che può evolvere in casi di bronchiolite anche gravi”.

Naturalmente, non sono mancate le proteste dei partiti di opposizione che criticano aspramente la decisione considerata “inaccettabile e discriminatoria”.

Per il presidente della commissione Bilancio della Regione Puglia, Fabiano Amati, “La lettera dice cose impossibili da credere. Dice che un innovativo anticorpo monoclonale contro la bronchiolite, causata dal virus respiratorio sinciziale (VRS), non può essere somministrato gratuitamente ai neonati e bambini di Puglia, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria e Sicilia, mentre può essere tranquillamente somministrato ai neonati e bambini di tutte le altre regioni. Un’assurdità solo a pensarla ma impressionante a vederla scritta su una carta intestata del Ministero”.

In Campania il deputato del PD, Piero De Luca, ha annunciato una interrogazione al ministro della Salute e ha accusato il Governo di negare pari cure sanitarie su tutto il territorio nazionale in quanto “questa disposizione crea bimbi di serie A» (al Nord) e bimbi di serie B (al Sud)”.

Non poteva mancare un richiamo alla legge Calderoli sull’Autonomia differenziata. Lo ha fatto il capogruppo alla Camera di Italia Viva, Davide Faraone, il quale ha dichiarato che “casi come questi diventeranno la norma senza l’abolizione della legge sull’Autonomia differenziata che amplifica pericolosamente le diseguaglianze territoriali e dei diritti”.

Il provvedimento è rientrato, le polemiche sono destinate a continuare.

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