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Padula, il 21 settembre la XXI edizione del Premio Internazionale Joe Petrosino

di Giuseppe D’Amico

Presentata a Padula nel corso di un’apposita conferenza stampa la XXI edizione del “Premio Internazionale Joe Petrosino” che si terrà sempre a Padula, presso la Certosa di San Lorenzo, il 21 settembre prossimo.

Presenti all’incontro il Presidente dell’Associazione Internazionale Joe, Petrosino, Pasquale Chirichella, la sindaca di Padula, Michela Cimino con gli assessori Antonio Fortunati e Giuseppe Tierno, l’associazione ANPS di Sala Consilina con il Presidente Vincenzo Porpora, l’Associazione Caduti Vittime di Guerra con il Presidente Provinciale, il comandante della Tenenza Guardia di Finanza di Sala Consilina, Sottotenente Sebastiano D’Amora, il comandante della stazione carabinieri di Padula, maresciallo Passaro, e una numerosa partecipazione degli affiliati all’Associazione Joe Petrosino e della cittadinanza di Padula.

Nel corso del suo intervento il presidente Pasquale Chirichella ha presentato il Premio ed ha annunciato i nomi dei premiati distinti per categoria. Per la categoria magistrati saranno premiati Maria Francesca Mariano (Giudice per le Indagini preliminari), e Carmen Ruggiero (Pubblico Ministero antimafia presso la Procura di Lecce). Entrambe vivono sotto scorta essendo state più volte   destinatarie di minacce da parte della Sacra Corona Unita. Per la categoria testimoni di giustizia saranno premiati i coniugi Antonino Candela e Francesca Inga.

Per la società civile, il riconoscimento sarà attribuito a Don Antonio Coluccia, il “prete antispaccio” che in Puglia anno dopo anno è diventato un simbolo della lotta alla criminalità. Da Specchia, nel Salento, a Pianura in Campania dove ha sollevato un intero paese contro la camorra, fino a Roma: a Grottarossa, dove ha fondato la casa di accoglienza Opera Don Giustino, e a San Basilio, dove ha inaugurato la palestra sociale con l’obiettivo di offrire un’alternativa di vita ai giovani del quartiere. Una palestra dove allenarsi alla boxe ma, soprattutto, dove «prendere a pugni» la malavita, in particolare quella legata alla droga.

Per la categoria forze dell’ordine sarà premiato il luogotenente con carica speciale Francesco Rosario Farina.

Attestati di benemerenza saranno assegnati al Sottotenente Sebastiano D’Amora, comandante della Tenenza della Guardia di Finanza di Sala Consilina ed al Capitano Martino Galgano, comandante del nucleo operativo radiomobile della Compagnia Carabinieri di Sala Consilina.

A conclusione della conferenza stampa è intervenuto il pronipote di Joe Petrosino, Nino Melito Petrosino, che ha ringraziato i presenti e ha posto in rilievo la figura del suo prozio.

Successivamente è stata deposta una corona di alloro di fronte alla chiesa sotto il busto che raffigura Joe Petrosino, in memoria dell’eroe Padulese e di tutte le vittime di mafia.

Prima dell’incontro con la stampa è stata celebrata una Santa Messa nella chiesa dell’Annunziata da don Giuseppe Radesca per ricordare il poliziotto italoamericano in occasione del 164º anniversario della nascita, avvenuta a Padula il 30 agosto del 1860. Quindi, è stata deposta una corona ai piedi del busto del poliziotto eroe collocato proprio di fronte alla Chiesa dell’Annunziata.

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Giuseppe Michele Pasquale Petrosino nasce a Padula il 30 agosto 1860 e all’età di 13 anni emigra negli Stati Uniti con il padre Prospero (che esercitava il mestiere di sarto), la madre, due sorelle e tre fratelli. Dopo avere fatto i mestieri più umili, nel 1883 Giuseppe indossa, primo italiano ad avere tale privilegio, la divisa di agente della polizia di New York. Promosso detective, passa al servizio investigativo e nel 1895 il presidente Rooswelt in persona lo nomina sergente. Nel 1905, con la promozione a tenente, gli viene affidato il comando dell’Italian Branh e, successivamente, dell’Italian Legion, un gruppo di agenti italiani a suo giudizio indispensabili per combattere la Mano Nera (questo il nome con il quale veniva chiamata allora la mafia d’oltreoceano).

Il suo merito maggiore è quello di avere intuito che per sconfiggere la mafia è necessario recidere i legami tra la criminalità americana e quella italiana. A questa intuizione, però, sono in pochi a dare credito per cui nel 1909 decide di venire da solo in Italia per indagare in Sicilia. A Roma viene ricevuto dal presidente del consiglio Giovanni Giolitti che gli regala anche un orologio d’oro.

Prima di portarsi in Sicilia decide in gran segreto di fare una breve tappa a Padula, il paese natale che certamente non aveva dimenticato; nonostante la notizia del suo arrivo dovesse rimanere segreta, Joe trova ad attenderlo circa duemila persone. Il 28 febbraio arriva a Palermo dove inizia subito il suo lavoro investigativo che, purtroppo, terminerà il 12 marzo successivo allorquando quattro colpi di pistola esplosi in piazza Marina, a Palermo, pongono fine all’esistenza del coraggioso poliziotto. Aveva 49 anni.

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