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Gennaro Mucciolo, l’ultimo messaggio con il garofano nel cuore

di Giuseppe D’Amico

Si è spento con il garofano nel cuore. Si può sintetizzare così la lettera postuma che, attraverso un manifesto pubblico con il simbolo del garofano rosso in bella vista, Gennaro Mucciolo ha voluto indirizzare ai cittadini della sua Castel San Lorenzo (vedi manifesto). È una importante testimonianza di amore e di riconoscenza che Gennaro Mucciolo ha voluto offrire al paese ed i suoi abitanti in un epoca in cui troppo spesso la “riconoscenza è il sentimento della vigilia”. Invece, Gennaro Mucciolo ha voluto ringraziare anche ora che non c’è più i suoi concittadini e quel paese che, scherzando con il senatore Enrico Quaranta e con altri compagni socialisti, amava definire Chateau Saint Laurent perché -affermava scherzando- “l’utilizzo del termine francese fa tanta agiatezza”.

Nel dare la notizia della sua scomparsa avevamo anche riportato le testimonianza di alcuni esponenti del PSI di ieri e di oggi, tra i quali l’attuale segretario nazionale del PSI, Enzo Maraio. Oggi, cordoglio per la sua scomparsa è stato espresso anche dal presidente del consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero: “Abbiamo lavorato fianco a fianco durante il periodo della sua vicepresidenza del consiglio regionale della Campania. Lo ricorderò come uno degli ultimi baluardi del Psi, amico di numerose battaglie e di campagne elettorali fra le più appassionate della mia carriera”. Anche l’europarlamentare di Forza Italia, e coordinatore regionale, Fulvio Martusciello ricorda Mucciolo: “È stato un vero socialista di cui abbiamo avuto modo di apprezzare l’equilibrio e il comportamento sempre leale. Alla sua famiglia le nostre sentite condoglianze”.

Anche l’on. Bobo Craxi, figlio di quel Bettino Craxi di cui Gennaro Mucciolo era stato amico e sostenitore, ha voluto partecipare ai familiari il suo cordoglio e ricordare la profonda amicizia che legava Gennaro Mucciolo a Bettino Craxi.

Del resto, non va dimenticato che nel 1978 Gennaro Mucciolo era  presente come delegato  al congresso di Torino quando venne approvata la proposta del segretario Bettino Craxi di aggiungere un garofano rosso a libro, falce e martello e sole, che vennero rimpiccioliti. Il garofano rosso era uno storico simbolo socialista e inoltre omaggiava la rivoluzione dei garofani in Portogallo del 25 aprile 1974 ma era anche il simbolo socialista del 1° maggio, festa dei lavoratori.

Nel settembre del 1978 il simbolo del Partito socialista italiano vede ridimensionati falce, martello, libro e sole nascente, i segni che lo avevano caratterizzato fin dall’Assemblea costituente (e in realtà fin dal 1919); l’elemento di identificazione e riconoscimento principale diventò il garofano, ben visibile nel nuovo emblema. Artefice di quella trasformazione, voluta da Bettino Craxi in persona, due anni dopo la sua elezione alla segreteria del Psi, è stato il visual designer Ettore Vitale. Fu poi Filippo Panseca a farne l’emblema della manifestazioni del Psi.

Forse proprio perché testimone di quegli anni e di quelle battaglie, anche quando non è stato più impegnato attivamente in politica Gennaro Mucciolo quel garofano rosso lo ha custodito nel suo cuore ed ha chiesto ai suoi congiunti di riproporlo nel giorno del suo funerale con lo stesso orgoglio con il quale Lui lo usava in occasione delle campagne elettorali, comunali e regionali.

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Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
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