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Paestum, Forum Mediterraneo dei Club Alcologici Territoriali sul futuro dell’Ecologia sociale (Video)

di Giuseppe D’Amico

A distanza di 14 anni Paestum è tornata ad ospitare per iniziativa dei Club Alcologici Territoriali il Forum Mediterraneo sul futuro dell’Ecologia sociale. La scelta non è stata dettata dal caso ma perché nella storia dell’alcologia ecologico-sociale incarnata dal movimento dei Club Alcologici Territoriali, la città dei Templi rappresenta un netto spartiacque tra Prima e

Dopo la scomparsa di Vladimir Hudolin, neurologo, psichiatra e docente universitario jugoslavo, il quale partendo  dall’esperienza della cura psichiatrica tradizionale dell’alcolismo e degli altri problemi alcolcorrelati, introdusse sin dagli anni ’50 i principi della terapia familiare sistemica e, successivamente, la filosofia e le metodologie della comunità terapeutica così come elaborata in Gran Bretagna dallo psichiatra Maxwell Jones.

“Dopo Paestum 2014 -afferma il dottore Aniello Baselice, uni degli organizzatori del simposio pestano- i Club escono dal recinto sanitario del trattamento dei disturbi psicofisici correlati al consumo di bevande alcoliche e si confrontano con la complessità dei fattori biopsicosociali che alimentano e consolidano una cultura sociale che incentiva e promuove la fallace salubrità del bere alcolici ponendo in discussione questo paradigma in sintonia con le raccomandazioni di salute pubblica sull’ alcol certificate dall’OMS. Il Congresso di Paestum del 2010 esprime un New Deal del movimento Alcologico ed Ecologico Sociale: i membri dei Club si riconoscono cittadini capaci di esercitare il diritto alla protezione e promozione della salute di Tutta la comunità di cui fanno parte”. In pratica gli Alcolisti in Trattamento si sono trasformati in promotori e soprattutto attori di stili di vita sani da condividere con gli altri cittadini del proprio territorio. “Il cammino avviato a Paestum si era smarrito per strada dopo un avvio stimolante e coinvolgente, imbrigliato da una logica associativa centralistica e burocratica, frenato da una gestione autocratica, mortificato dalla rinuncia progressiva ad una presenza innovativa e dinamica nel contesto nazionale, ripiegato in un riflusso spiritualista di sapore intimistico e autoghettizzante. In questo processo involutivo brilla l’impegno nella continuità con Paestum di tante realtà regionali e locali che hanno tenuto dritta tra molte difficoltà la barra del cambiamento. E grazie a queste comunità si riparte per costruire il futuro di cui a Paestum erano state poste le basi”.  A rallentare il movimento è stato anche il Covid; non a caso a seguito della pandemia il numero dei Club in Italia è sceso da 1.500 a 1.000. Da Paestum 2024 è si è messa in movimento la Carovana del Cambiamento ed è stato lanciato un segnale di svolta e ripartenza. La sfida della complessità del disagio; la lotta per l’equità e la tutela del diritto alla salute di Tutti; la cura del bene comune; la difesa del creato; il diritto alla pace; il dovere della solidarietà Nord Sud e la tutela della Corsione della comunità nazionale.

Da segnalare nella prima giornata l’intervento del Sindaco di Capaccio Paestum e Presidente della Provincia di Salerno, Franco Alfieri, il quale ha portato un saluto non formale ma ha offerto una riflessione corposa sul ruolo dell’Associazionismo solidale e sulla capacità della Politica di porsi in ascolto dei bisogni di salute delle persone e delle comunità. I lavori della prima giornata hanno posto in risalto come il futuro del movimento dei Club sia stato già scritto con il Congresso di Paestum e con il programma di lavoro che l’Associazione aveva tracciato sul proprio Futuro col Cantiere del Futuro che esaltava il ruolo centrale dell’associazione come luogo di confronto e costruzione di scelte strategiche condivise. Lo spirito e il dinamismo fruttuoso di quella stagione possono e devono essere recuperati per una ripartenza del movimento dei Club.

Nella seconda giornata i partecipanti al Forum Mediterraneo sul Futuro dell’Ecologia Sociale hanno vissuto in diretta come i semi del cambiamento e dell’innovazione gettati nel Congresso Nazionale dei Club del 2010 siano diventati frutti maturi nelle realtà in cui il Cantiere del Futuro dell’Ecologia Sociale non ha mai chiuso i battenti negli anni dell’eclissi generalizzata che sta attraversando il movimento dei Club in questi ultimi anni. Non è passata inosservata la presenza nei Club di giovani in un movimento che in molte sue realtà è vecchio e sclerotizzato nelle sue modalità di azione e relazione con la comunità locale. Club in cui la multidimensionalità delle Addiction è accolta e affrontata con incoraggianti risultati in termini di miglioramento della qualità di vita; Club in cui ogni suo membro lavora per il cambiamento delle relazioni familiari e sociali nel segno della fiducia e della solidarietà tra generazioni diverse. Reti associative capaci di dialogare con altri partners e le istituzioni in una ottica di costruzione di un marketing sociale che era ed è un asset su cui l’AICAT può puntare e sviluppare.

“Paestum 2024 -ha concluso Baselice- ci restituisce una vitalità e un dinamismo di un progetto che tra crisi e ricadute nel passato ha saputo non perdere di vista gli obiettivi di Paestum 2010 e oggi sancisce il ritorno al futuro che era stato già tracciato in un Congresso che ha segnato il primo vero passo verso una età adulta di un sistema che ancora in molte sue parti non ha ancora elaborato il lutto della perdita del suo fondatore”.

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Direttore responsabile: Giuseppe Geppino D’Amico
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