Dal primo gennaio 2024 le otto Zone economiche speciali saranno accorpate in una Zes unica per tutto il Sud Italia, nella quale le aziende già operative – e quelle che decidono di insediarvisi – possono beneficiare di speciali condizioni per gli investimenti sul territorio. I benefici principali consistono in esenzioni parziali o totali sui dazi o semplificazioni amministrative per gli investimenti.
Le Regioni interessate dalle agevolazioni della Zes sono l’Abruzzo, la Campania, la Puglia, la Basilicata, il Molise, la Calabria, la Sicilia e la Sardegna.
Le stime dell’effetto complessivo potenziale sull’economia italiana indicano che, se tutte le Zone economiche speciali del Sud Italia avessero gli stessi risultati della Zes Campania, sarebbero in grado di attivare circa 83 miliardi di euro, pari al 23% del valore aggiunto complessivo del Sud Italia. È quanto emerge dallo studio di The European House – Ambrosetti focalizzato sulle esperienze di Campaniae Calabriache nel 2021 hanno raggiunto il primo posto in termini di distribuzione degli investimenti Pnrr tra le otto Zes italiane.
Nello studio Ambrosetti si evidenzia come questa unificazione «unitamente alle oggettive difficoltà a mappare le aree effettivamente disponibili per gli investimenti può ridurre l’incisività delle istituzioni nazionali e regionali nelle attività di promozione».
Nel report, per evitare questo rischio, si propone «di destinare alcune aree delle regioni meridionali allo sviluppo di filiere a maggior potenziale industriale/manufatturiero, promuovendo la creazione di cluster e l’insediamento di aziende riconducibili ad alcuni settori e ambiti ad altro potenziale di crescita».
Oltre all’Italia, le Zes sono molto diffuse nel resto del mondo, in particolare in Cina, dove sono concentrate più della metà di tutte le zone economiche speciali a livello globale. Altri Paesi con numeri elevati di Zes sono l’India, gli Stati Uniti, e le Filippine. Uno dei casi più noti in Cina è quello di Shenzen, grazie alla Zes quello che all’origine era un villaggio di pescatori conta oggi oltre 12 milioni di abitanti.
Il caso della Campania e le critiche di De Luca
Dallo studio di The European House Ambrosetti emerge che dal suo avvio la Zes Campania è riuscita ad attrarre investimenti per circa 900 milioni di euro tramite l’Autorizzazione unica e 1,1 miliardi di euro con lo strumento del credito di imposta.
Un risultato con effetti in particolare sui settori dei servizi di logistica e della farmaceutica che ha generato una ricaduta positiva sull’occupazione locale stimata di oltre 8mila persone. Ancora più rilevanti, gli effetti positivi generati dalle attività delle filiere in totale (sommando effetto diretto, indiretto e indotto): secondo le stime di The European House – Ambrosetti, gli investimenti attratti dalla Zes Campania attiveranno 23 miliardi di euro in termini di valore aggiunto e oltre 20mila posti di lavoro.
Ma è proprio dalla Campania, nonostante i numeri incoraggianti, che si alza una voce di protesta contro la decisione del governo. Per il presidente della Regione, Vincenzo De Luca “una Zes unica per tutto il Mezzogiorno di Italia è demenziale, danneggia il Sud e nasconde la volontà di centralizzare tutto”.
Durante una diretta social, il governatore ha specificato: “Pensano di fare i voti gestendo le zone economiche sociali, da Roma 60 persone dovrebbero fare l’istruttoria su centinaia di imprese che chiederanno di insediarsi nel sud. Perderemo mesi e anni senza concludere nulla, faremo la fine fatta sul Pnrr e sui fondi sviluppo e coesione ancora bloccati, come ho ricordato anche alla Meloni”.